. A Vienna doveva essere vittoria, e vittoria è stata. Senza nemmeno faticare troppo. Dopo aver saltato la semifinale a causa del forfait di Ferrer, in finale è andato tutto liscio (o quasi) contro un Jo Wilfried Tsonga alla 23esima finale in carriera (ma prima del 2016), che solo nel finale di partita s’è palesato nella migliore versione. Troppo tardi e troppo poco per superare lo scozzese, che pur non giocando la miglior partita dell’anno si è portato a casa il settimo torneo griffato 2016, 42esimo in carriera. Ed è sempre più vicino a quel primo posto che fino a qualche mese fa sembrava mera utopia, anche per il tifoso più ottimista. Non è stata una finale spettacolare, se non nel finale di secondo set. L’incontro è cominciato e proseguito per un set e mezzo con Murray implacabile al servizio. Il francese appare sin da subito in balia dell’avversario, tanto da subire il break già in avvio. Lo scozzese serve con percentuali spaventose, 85% di prime palle. Impossibile raccogliere qualcosa in risposta, se non le briciole. Fatica Tsonga ad arginare. Rischia di chiudere anzitempo il set con un secondo break. Ma nulla può sul 5 a 3, quando Murray chiude a 15.
Tsonga inizia il secondo set ancora peggio, incassando subito un break a 15. Ed è sconfortato al tal punto da non accorgersi che dall’altra parte c’è un giocatore che comincia a farsi cogliere dal nervosismo. Murray non mette più in campo una prima, scende al 30%, eppure fino al 4 a 2 (dopo che nel game precedente dilapida tre palle break) concede tre soli punti. Ma ecco l’incoscienza, la solita incoscienza che coglie lo scozzese quasi ad ogni incontro. L’amnesia, per Andy, dura tre game. Il tempo di trovarsi sotto per 5 a 4. E di dover servire per rimanere nel set. Nulla di compromesso, i due giocatori vanno avanti senza più concedere occasioni fino al tie-break. Ed ecco che arriva un po’ di spettacolo. E’ proprio il tie-break a strappare applausi a scena aperta. Dopo i primi 4 punti contro il servizio, con spettacolari vincenti da ambo le parti, è Murray a piazzare la zampata decisiva. Dopo un matchpoint sfuggito sul servizio di Tsonga, ne ottiene uno sul proprio e chiude con un ace, dopo un’ora e cinquanta minuti. Anche troppo, vista la differenza in campo. Ora c’è Parigi. Un’occasione importante per chiudere in bellezza la stagione per il francese. Una enorme chance per superare Djokovic in classifica. Un’eventuale vittoria sarebbe quasi una condanna, per il serbo. E un sogno che si avvicina per Andy.
Andy Murray (GBR) b. Jo Wilfried Tsonga (FRA) 6-3 7-6