dalla nostra inviata a Roma, Roberta Lamagni – foto Getty Images
La pioggia è stato l'unico ostacolo tra Andy Murray e la finale degli Internazionali Bnl d'Italia. Una pioggia finissima ma costante, che ha iniziato ad annaffiare Roma sin dalle prime ore del mattino. L'avversario, il fortunato Lucas Pouille, la comparsa del giorno.
Il match di semifinale tra lo scozzese e il lucky loser francese si è chiuso in poco meno di un'ora (59 minuti) con un roboante 62 61. Un incontro che il numero 3 del mondo, che da lunedì scavalcherà Federer al secondo posto, ha incanalato da subito nella sua personale autostrada. Era stato già fin troppo seccante per Murray dover attendere per 3 ore la discesa in campo. Una volta nell'arena poi, nemmeno il tempo di prendere confidenza con la pesantezza del terreno che uno scroscio li aveva rispediti negli spogliatoi. Nella testa di Andy, insomma, la partita s'aveva da finire, e anche in fretta.
Così è stato e poco ha potuto fare un già appagato Pouille. Andy ha diretto le danze servendo come un treno, anticipando dal fondo e spezzando continuamente il ritmo del francese con smorzate simili a foglie cadenti. Poco più di un allenamento, poco più di una prova di "mental game", per tenere alta la concentrazione nonostante le avversità ambientali e gli scarsi stimoli dell'avversario. Tanto che dopo la partita sono serviti altri 20 minuti di "practice" per colpire qualche altra palla. "Il programma è cambiato così in fretta oggi. Ho avuto solo 45 minuti di tempo per prepararmi alla partita. Poi il match è andato via così veloce che ho preferito tornare in campo, anche se avevo commesso pochi errori".
Murray ringrazia. A distanza di una settimana da Madrid potrebbe rigiocarsi la chance di vincere il suo secondo Atp Masters 1000 sul rosso con lo stesso avversario, Djokovic, Nishikori permettendo. Proprio nel giorno del suo ventinovesimo compleanno. Il manto rosso pare ormai addomesticato e gli spostamenti assimilati, ma quale è stato il momento della svolta? "Direi l'anno scorso, tra Monaco e Madrid, quando vinsi il mio primo torneo sul rosso. Fu una grande iniezione di fiducia".
Per Pouille una settimana da incorniciare, "una settimana di alti e bassi, iniziata con un basso, dopo la sconfitta in qualificazione". Poi la rinuncia di un connazionale, Tsonga, l'ha rimesso in gioco, chance che ha certamente sfruttato al meglio. Nessuna recriminazione però, nonostante il punteggio severo di oggi "Ho iniziato bene, ma Andy rispondeva a tutto, era molto aggressivo, e sulla mia seconda entrava 2 metri nel campo. E' stata comunque una settimana positiva, ora ho solo bisogno di riosarmi un po' prima di Parigi". Dove probabilmente, proprio grazie alla semifinale romana, rientrerà tra le 32 testa di serie.