Soltanto 24 ore fa, l'ATP aveva pubblicato un (bel) filmato in cui mostrava i colpi più spettacolari di Andy Murray al Western & Southern Open di Cincinnati. Poteva essere un buon auspicio per questa edizione, soprattutto dopo le buone partite a Washington e la settimana di riposo che si era concesso durante la Rogers Cup. Già si parlava di un possibile terzo turno contro Federer, invece lo scozzese ha perso già all'esordio contro il redivivo Lucas Pouille, reduce da un brutto periodo e che prova a rilanciarsi proprio in Ohio. È stata una partita strana, chiusa col punteggio di 6-1 1-6 6-4. “Sono davvero contento, soprattutto del modo in cui ho combattuto fino alla fine – ha detto Pouille – ho provato a fare del mio meglio nel terzo set, in particolare ho giocato con la giusta aggressività”. Per lui è la prima vittoria a Cincinnati, peraltro alla seconda partecipazione. Aveva messo piede in Ohio solo nel 2016, perdendo contro Nick Kyrgios. Il francese spera di ritrovare la forma che a inizio anno gli aveva permesso di vincere a Montpellier, oltre a giocare la finale a Marsiglia e a Dubai (dove peraltro risiede). Un suo buon risultato dovrebbe anche scongiurare il rischio di una top-20 senza francesi, come non accade dal 2006. E pensare che la Francia, tra i giocatori attivi, ha ben cinque ex top-10. Pouille è stato l'ultimo in ordine di tempo: prima di lui c'erano stati Gasquet, Monfils, Simon e Tsonga.
MURRAY: "POTREBBE BASTARMI UN 10-15% IN PIÙ"
Il numero 1 francese ha risposto benissimo, togliendo per cinque volte il servizio a Murray e portandogli via addirittura il 42% di punti in risposta. Con questi numeri, per Murray non era semplice portare a casa il match. Lo scozzese ha poi adottato una tattica troppo difensiva: stava decisamente lontano dalla linea di fondo e per Pouille non era difficile aprirsi il campo e, magari, chiudere il punto con facili volèe. Lo scozzese (imbattuto nei quattro precedenti) aveva dominato il secondo set, ma Pouille ha trovato l'immediato break in avvio di terzo e lo ha portato fino alla fine. “Volevo mettergli tanta pressione, soprattutto quando doveva giocare la seconda palla – ha detto Pouille – so che non gli piace. Sapevo che avrei avuto delle chance di brekkarlo e le ho sfruttare a dovere. Il break in avvio di terzo ha fatto la differenza”. Non a caso, Murray ha commesso un doppio fallo sulla palla break poi risultata decisiva. Si pensava che la semifinale a Washington potesse dare il là a un'impetuosa rincorsa di Murray, invece si presenterà a New York con pochi match sulle gambe. “Alla fine lui ha vinto soltanto quattro punti più di me, è stato un match equilibrato – dice lo scozzese – se riuscissi a migliorare anche solo del 10-15%, in questi match potrebbe fare la differenza”. Al secondo turno, il francese sfiderà Leonardo Mayer: come detto, c'è la prospettiva di affrontare Federer negli ottavi.
SORPRESA: VA FUORI JOHN ISNER
Il resto della prima giornata ha fatto registrare la sorprendente eliminazione di John Isner, sempre molto competitivo a Cincinnati, battuto dall'amico Sam Querrey. Manco a dirlo, al tie-break decisivo. Curiosamente Querrey aveva perso gli ultimi match giunti al tie-break del terzo, però conferma una statistica che lo vede in vantaggio su Isner nei tie-break giocati: 9 a 4. Per la prima volta, Isner si presenterà fresco allo Us Open, e non è detto che sia un male. A meno che non decida in extremis di giocare a Winston Salem. Prosegue la caduta libera di David Ferrer (6-2 6-2 contro Paire), mentre avanzano Nishikori, Carreno Busta e Denis Shapovalov, emerso da un baby-derby, molto combattuto, contro Frances Tiafoe. Tra le donne non ci sono stati risultati di rilievo, se non l'eliminazione di Julia Goerges, costretta al ritiro quando si trovava già in svantaggio contro Kristina Mladenovic. Da segnalare la fatica con cui Madison Keys si è sbarazzata di Bethanie Mattek Sands. Nella notte, ha esordito Serena Williams con una facile vittoria su Daria Gavrilova. Era quello di cui aveva bisogno, specie dopo il KO a San José e il forfait “etico” a Montreal.