Allo scozzese basta una prestazione appena sopra la sufficienza per artigliare la terza semifinale a Parigi. Ferrer KO in quattro set, ma certi passaggi a vuoto potrebbero costargli cari contro Djokovic. Quando è in palla, le sue giocate sono una gioia per gli occhi.  

Non è stato un grande spettacolo, quello inscenato da Andy Murray e David Ferrer. Alla fine si è imposto lo scozzese, quello che ha sbagliato di meno, dopo più di tre ore di pochi colpi di scena e tanti, troppi errori. Certo, le premesse non erano esattamente le migliori. Qualche centinaio di metri più in là era in atto la disfida tra Djokovic e quel che resta di Rafa Nadal. 24 ore prima si erano illuminati gli occhi per le gesta di Wawrinka al cospetto del suo idolo e c'è ancora nell'aria l'eco della folla, esultante e festante per Jo Tsonga. Ma abbiamo comunque Murray, che sta giocando il miglior tennis “rosso” della sua carriera e mai come quest'anno è competitivo. Imbattuto da 14 incontri e con in bacheca i trofei di Monaco e Madrid. Ben più di una minaccia per Nole, proprio ora che l'ombra minacciosa di Nadal si sta diradando. Abbiamo comunque Ferrer, l'avversario che nessuno vorrebbe mai incontrare, sempre pronto a immolarsi su ogni pallina. Fino all'ultima. E sempre lì, li nel mezzo. La partita, tuttavia, stenta a decollare. Il primo set è un teatrino degli orrori. Tre break per parte, prima di rifugiarsi al tie break. Poco incisivo Ferrer al servizio. Deficitario, Murray, con il dritto. Sventagliato senza ritegno alcuno al di là delle righe. Non ci sono emozioni, si mette in piedi la sagra dell'occasione persa. Murray, che sul 5 a 4, al momento di servire per il set , ha la brillante idea di farsi brekkare a zero. Ferrer, che dilapida, sul 5 a 6, il secondo set point con un rovescio degno di ignominia, dopo che il primo gli era stato cancellato da un'ace. Tie break, quindi. Iniziato male dallo spagnolo, con una smorzata e una volée a campo aperto giocate malissimo e finito meglio da Murray, che con il minimo sforzo se lo porta a casa per 7 punti a 4.


LA DISTRAZIONE, POI IL DOMINIO FINALE

Lo scozzese sembra essersi destato. Nel secondo set, dopo lo scampato pericolo nel terzo game (sotto 0-40), sale in cattedra e ha gioco facile di un Ferrer che appare tanto sconsolato quanto nervoso. Arriva anche a prendersela con gli incolpevoli fotografi. Si vede anche qualche colpo sublime da parte dello scozzese, spesso restio a mostrare di quanto talento è dotato. La smorzata e il dritto con il quale ottiene il secondo break e quindi chiude il secondo parziale sono da tramandare ai posteri. Eccoci al set, che in un mondo perfetto dovrebbe essere l'ultimo. Ma non in quello di Ferrer. Murray è in piena fiducia. Ottiene subito il break, e assaggia l'idea di aver già vinto l'incontro. Che contro Ferrer equivale al suicidio. Lo spagnolo, perso per perso, lascia andare il braccio senza un perché e comincia ad entrargli qualsiasi cosa. Mette assieme tre giochi a fila, con Murray che s'illumina di disgusto. Si tiene a galla annullando un match point nel decimo gioco e poi piazza, il game seguente, un inaspettato quanto inopinato break. Fa tutto Murray, distratto da chissà quali fantasmi, che commette due grossolani errori e spiana la strada allo spagnolo. Che chiude poi comodo per 7 giochi a 5. Tutto riaperto? Ci si deve attendere una maratona esacerbante? No. Quello di Ferrer è stato l'ultimo afflato. Il quarto set in pratica non si gioca. Murray inserisce la quarta. David spegne il motore. 6 giochi a 1, in poco più di mezz'ora. Sin troppo ingeneroso per lo spagnolo. Sin troppo facile per lo scozzese. Che contro Nole non potrà permettersi tanta grazia, tanti errori e tante distrazioni.  

ROLAND GARROS UOMINI – Quarti di Finale
Novak Djokovic (SRB) b. Rafael Nadal (SPA) 7-5 6-3 6-1
Andy Murray (GBR) b. David Ferrer (SPA) 7-6 6-3 5-7 6-1
Jo WIlfried Tsonga (FRA) b. Kei Nishikori (GIA) 6-1 6-4 4-6 3-6 6-3
Stan Wawrinka (SUI) b. Roger Federer (SUI) 6-4 6-3 7-6