Di Riccardo Bisti – 4 novembre 2014
Gli inglesi hanno tirato un bel sospiro di sollievo. Lo scorso 18 settembre, il referendum per l'indipendenza della Scozia ha dato esito negativo e ha fatto si che Andy Murray restasse un suddito della Regina. In caso contrario, la Gran Bretagna avrebbe perso il suo miglior giocatore e avrebbe rischiato grosso, anche e soprattutto in Coppa Davis. Murray non si era espresso sull'argomento, salvo che il giorno stesso del referendum, quando aveva mostrato una timida preferenza per l'indipendenza scozzese. I suoi connazionali, tuttavia, hanno preferito restare sotto Londra (Andy non aveva diritto di voto perchè risiede in Inghilterra) e il problema è risolto, una volta per tutte. Chissà se ci sono ragioni politiche dietro la scelta di Glasgow come sede del primo turno della Davis 2015, quando la Gran Bretagna ospiterà gli Stati Uniti una rivincita dello scorso anno, quando i britannici espugnarono San Diego. Allora si giocò in uno stadio di baseball, stavolta si giocherà nella nuovissima Emirates Arena, costruita per i recenti Giochi del Commonwealth. Sarà un weekend praticamente a casa Murray, visto che la natia Dunblane si trova a 67 chilometri da Glasgow. Forse volevano essere sicuri che Andy ci fosse, anche se da quando in panchina siede il suo vecchio amico Leon Smith la Davis è tornata tra le sue priorità. Murray ha partecipato alle ultime sfide, ma a Napoli è stato bloccato da Fabio Fognini nella miglior partita dell'azzurro. Il “Team GB” ci riproverà l'anno prossimo contro gli americani, in vista di un possibile quarto di finale contro Francia o Germania. “Negli ultimi anni abbiamo avuto esperienze straordinarie a Glasgow – ha detto Leon Smith – la folla crea sempre un'atmosfera incredibile. Sarà un grande avento anche perchè sarà la prima apparizione agonistica di Murray in Scozia da quando ha vinto Wimbledon. Aveva già giocato a Glasgow nel 2011 contro Lussemburgo, e la gente era impazzita per lui. Adesso possiamo regalare il World Group a una città che ci ha dato molto”.
QUALE SUPERFICIE SCEGLIERE?
Nel comunicato diffuso da LTA, anche Murray ha manifestato un certo entusiasmo. “Sono esaltato di giocare a Glasgow un match del Gruppo Mondiale. Sarà una bella settimana per il nostro team e non vedo l'ora di giocare davanti alla mia gente. Faremo tutto il possibile per vincere”. La Emirates Arena allestirà un impianto provvisorio da 7.100 spettatori, mentre non è ancora stata ufficializzata la superficie. Non è una scelta facile: lo scorso anno, i britannici espugnarono San Diego sulla terra rossa. Stavolta si giocherà indoor, ma un campo in cemento potrebbe essere d'aiuto per i picchiatori americani Isner, Querrey e Johnson. Tuttavia, gli statunitensi vantano una clamorosa vittoria in trasferta contro la Svizzera, proprio sulla terra indoor. Insomma, Leon Smith avrà il suo bel daffare. Si giocherà dal 6 all'8 marzo, prima del torneo di Indian Wells, e sarà il ventesimo scontro diretto della più antica rivalità nella storia delle Coppa Davis. Stati Uniti-Gran Bretagna, infatti, fu il primo match in assoluto. Da circa un anno, la federtennis britannica è stata presa in mano da Michael Downey, canadese, l'uomo che ha portato ai vertici la Foglia d'Acero. “Abbiamo una splendida sede in una città con grande tradizione sportiva – ha detto – e la storia tra le due nazionali farà si che si tratti di una sfida indimenticabile. Sarà la prima partita in casa nel World Group dal 2008. La posta in gioco è molto alta”.
SCOZIA SEMPRE PIU' PROTAGONISTA