Andy Murray non ama le conferenze stampa, ma dopo il primo successo a Wimbledon gli sarà sembrato un impegno dolcissimo anche la consueta chiacchierata con i giornalisti. Lo scozzese ha riconosciuto grandi meriti a coach Ivan Lendl. "Mi ha fatto imparare dalle sconfitte molto più di quanto non avessi fatto in passato. E' stato molto onesto con me, mi ha sempre detto quello che pensava – ha detto Murray – nel rapporto coach-giocatore non è sempre scontato. Se lavoro duramente, lui è felice. Se non lo faccio, è deluso e me lo dice. E se perdo un match come la finale dell'anno scorso, mi dice comunque che era orgoglioso di me. E' stata la prima volta che ho giocato una finale Slam in quel modo. Ha migliorato la mia mentalità". Murray ha poi aggiunto di aver continuato a migliorare perchè non ha mai rinunciato a farlo, nemmeno quando le cose non andavano troppo bene. "Ho perseverato. Non mi sono mai arreso. Ho avuto alcune dure sconfitte, ma credo di essere migliorato anno dopo anno. Non sono stati cambiamenti clamorosi, ma ogni anno la mia classifica è andata nella giusta direzione. Negli Slam andava sempre meglio, imparavo e lavoravo sempre più duramente. Quando ho perso certe partite, è stato molto doloroso. Ma ho imparato la lezione". non ama le conferenze stampa, ma dopo il primo successo a Wimbledon gli sarà sembrato un impegno dolcissimo anche la consueta chiacchierata con i giornalisti. Lo scozzese ha riconosciuto grandi meriti a coach Ivan Lendl. "Mi ha fatto imparare dalle sconfitte molto più di quanto non avessi fatto in passato. E' stato molto onesto con me, mi ha sempre detto quello che pensava – ha detto Murray – nel rapporto coach-giocatore non è sempre scontato. Se lavoro duramente, lui è felice. Se non lo faccio, è deluso e me lo dice. E se perdo un match come la finale dell'anno scorso, mi dice comunque che era orgoglioso di me. E' stata la prima volta che ho giocato una finale Slam in quel modo. Ha migliorato la mia mentalità". Murray ha poi aggiunto di aver continuato a migliorare perchè non ha mai rinunciato a farlo, nemmeno quando le cose non andavano troppo bene. "Ho perseverato. Non mi sono mai arreso. Ho avuto alcune dure sconfitte, ma credo di essere migliorato anno dopo anno. Non sono stati cambiamenti clamorosi, ma ogni anno la mia classifica è andata nella giusta direzione. Negli Slam andava sempre meglio, imparavo e lavoravo sempre più duramente. Quando ho perso certe partite, è stato molto doloroso. Ma ho imparato la lezione".