Lo scozzese resterà nel mondo del tennis, ma prima si prenderà un periodo sabbatico di qualche anno per restare “a casa, con la mia famiglia”. Parlando con lo Scottish Sun, ha raccontato un paio di emozioni complicate vissute durante la carriera: il senso di vuoto dopo il primo titolo a Wimbledon e l'imbarazzo verso gli avversari sconfitti.

Le ultime indicazioni riguardanti Andy Murray arrivano dai social network e sono positive. Nonostante il problema all'anca che gli ha impedito di giocare al meglio a Wimbledon, lo scozzese è in ripresa e la sua partecipazione ai tornei americani dovrebbe essere al sicuro. Tuttavia, Andy ha già compiuto 30 anni ed è inevitabile pensare a cosa farà dopo il ritiro, soprattutto in un paese come il Regno Unito, dove è un punto di riferimento assoluto. Parlando con la versione scozzese del Sun, ha detto che resterà coinvolto nel mondo dello sport, ma soltanto dopo essersi preso una pausa. La sua idea è dedicare “qualche anno” a se stesso e alla famiglia, tenendo conto che quando appenderà la racchetta al chiodo sarà già nato il secondo figlio. Oltre alla piccola Sophia (che oggi ha 17 mesi), qualche settimana fa è stato annunciato che la moglie Kim Sears è nuovamente incinta. “Quando smetterò di giocare, rimarrò sicuramente coinvolto nel mondo del tennis. Tuttavia, non immediatamente. Voglio trascorrere qualche anno lontano dallo sport e restare semplicemente a casa con la mia famiglia”. Detto che Andy ha avviato anche una serie di progetti e investimenti nel campo immobiliare, ha detto che potrebbe diversificare la sua attività occupandosi (anche) di altri sport. In particolare, il calcio. “Sì, mi piacerebbe lavorare in un altro sport e il calcio è uno dei miei sport preferiti. Mi piace molto”.

WIMBLEDON, POI IL VUOTO
​Sempre parlando con il Sun, ha ricordato il periodo immediatamente successivo alla prima vittoria a Wimbledon, nel 2013. Fu un successo incredibile per tutto il Paese, poiché un tennista britannico non vinceva i Championships da 77 anni. Andy aveva già vinto l'oro olimpico (proprio a Wimbledon) e lo Us Open, ma il successo a Church Road lo ha svuotato e fatto sentire un po' perso. “Quando ho vinto Wimbledon mi sono sentito così per qualche mese, perché non si era parlato di altro per anni, su quando sarebbe successo…mi facevano sempre domande su Fred Perry, ogni volta dicevano: 'Sono passati 74 anni, 75 anni…'. Quando ce l'ho fatta, mi è sembrato di non sapere più cosa fare. Mi sono detto: 'E adesso come faccio?'. Ho avuto la sensazione che che il mio unico scopo, nel tennis, fosse vincere Wimbledon. Una volta risolto quel problema, non sapevo esattamente dove sarei dovuto andare. Quando sono diventato numero 1 ATP è stato un po' diverso, però conosco bene la situazione di svuotamento dopo una vittoria”. Murray ha poi spiegato che una vittoria ha anche altre conseguenze collaterali, come i momenti di imbarazzo nello spogliatoio dopo la vittoria. “Si possono vivere momenti scomodi. Quando vinci sei esaltato, ma poi nello spogliatoio ti ritrovi a due metri di distanza dalla persona che hai appena battuto, e c'è anche il suo team. Può essere antipatico”. Al netto dei problemi fisici, lo scozzese dovrebbe giocare i Masters 1000 di Montreal e Cincinnati prima dello Us Open.