Juan Martin Del Potro gioca due set alla pari contro un buon Murray, ma si arrende in tre. Decisivo il primo, in cui l'argentino ha avuto quattro setpoint, ma termina con un dritto fuori di pochi centimetri. Tiene duro nel secondo, poi crolla nel terzo. “In queste condizioni, perdere il primo sarebbe stata dura” dice Murray. E' stata la sua migliore partita stagionale sul rosso.

Andy Murray e Juan Martin Del Potro ci hanno abituato a partite epiche. L'anno scorso erano rimasti in campo per quattro ore nella finale olimpica, poi c'è stato il super match di Davis a Glasgow, dove si impose l'argentino in cinque set e cinque ore. Se Delpo avesse vinto il primo set in questa sfida al Roland Garros, forse, la storia si sarebbe ripetuta. Murray ha avuto bisogno di cancellare quattro setpoint nel primo set (uno sul 5-3, uno sul 5-4 e due nel tie-break), ma quando è riuscito a intascarlo si è capito che l'epica non si sarebbe riproposta. Del Potro merita i complimenti per aver continuato a lottare nel secondo set. In svantaggio di un break, ha combattuto fino a riacciuffare l'avversario sul 5-5. E' stata l'ultima esalazione prima di perdere gli ultimi otto game. E' dunque maturato il punteggio finale di 7-6 7-5 6-0, in cui Murray ha espresso un tennis attento, puntuale, migliore di quello che avevamo visto al secondo turno contro Martin Klizan. Lo scozzese è stato aiutato dalla condizione così così di Del Potro, che al turno precedente si era procurato un fastidioso infortunio all'inguine. "Per uno come lui, poi, è più complicato tirare il dritto sulla terra battuta perché c'è meno stabilità di piedi" ha ammesso Murray. I parigini hanno apprezzato il suo atteggiamento fino all'ultimo punto. Sotto 5-0 nel terzo, ha continuato a lottare e ha trovato la forza di annullare un matchpoint prima di lasciare il campo accompagnato da un'ovazione. Il match è comunque durato quasi tre ore, segno che Del Potro era sceso in campo per provarci sul serio.

MURRAY: “MI SENTO MOLTO MEGLIO”
Il primo set resta una perla, uno straordinario test in cui è stata messa a dura prova la resistenza fisica e mentale dei due. Alla fine, per citare Dino Viola, è stata una questione di centimetri: sul setpoint, Del Potro era convinto di aver tirato un dritto vincente ma la palla gli è stata chiamata fuori. Murray ha tracciato il segno e si è diretto al suo angolo, convinto che la palla fosse fuori. Del Potro si è appoggiato alla rete, sperando che l'arbitro gli desse ragione. Niente da fare. Ha patito il contraccolpo e ha incassato subito il break in avvio di secondo. Pochi sussulti fino al 5-4, quando Del Potro ha tirato fuori tutto quello che gli era rimasto, trovando il break del 5-5. La partita è finita lì. “Il primo set è stato molto, molto importante – ha detto Murray – con queste condizioni lente e pesanti, sarebbe stato difficile recuperare se lo avessi perso. Adesso mi sento molto meglio: non vedevo l'ora di giocare il Roland Garros, ho faticato nelle ultime 6-7 settimane ma qui ho grandi ricordi”. Murray ha ammesso che è stato il miglior match stagionale su terra battuta. “Avevo giocato alcuni buoni match a inizio anno, ma sulla terra è sicuramente il migliore”. Negli ottavi, lo scozzese attende il vincente di Isner-Khachanov. “Contro Isner ho sempre giocato match molto equilibrati, non credo che la terra battuta sia una cattiva superficie per lui, perché ha più tempo per preparare i suoi colpi. Contro Khachanov non ho mai giocato, ma ci siamo allenati insieme quando era numero 350. E' in grado di generare grande potenza, però è meno esperto di John”.

ROLAND GARROS UOMINI – Terzo Turno
Andy Murray (GBR) b. Juan Martin Del Potro (ARG) 7-6 7-5 6-0