ROMA. Rafa gioca una partita eccezionale e batte 6-4 7-5 un ottimo Berdych. La sua condizione cresce giorno dopo giorno. Contro Ferrer cercherà la settima finale al Foro.
Nadal ha giocato forse la miglior partita "rossa" del 2012
Di Riccardo Bisti – 18 maggio 2012
Nonostante il 6-1 6-1 rifilato all’amico Granollers (con cui faceva team ai tempi delle gare giovanili), Rafael Nadal non aveva esaltato. Troppi game erano andati ai vantaggi, qualche minuscola crepa era emersa. Ma appena l’asticella delle difficoltà si è alzata, lo spagnolo ha elevato a dismisura il rendimento. Contro un ottimo Tomas Berdych, ancora “caliente” dopo la finale di Madrid, Nadal ha giocato una grande partita, forse la migliore del 2012 su terra battuta. Neanche a Monte Carlo, dove pure aveva vinto il torneo battendo Djokovic, aveva impressionato così. E’ vero che Berdych ha un tennis possente ma non così difficoltoso per Rafa (non lo batte dal 2006), ma oggi era in palla. Lo spagnolo ha dovuto dare il meglio di sé per batterlo in due set, soprattutto quando Berdych è salito 4-2 nel secondo. Intendiamoci: Murray-Nalbandian è stata più bella perché il britannico e l’argentino sanno offrire una varietà maggiore, non sapevi mai cosa sarebbe successo nel punto successivo. Con Nadal e Berdych, invece, gli schemi erano abbastanza prevedibili. Il ceco picchiava, picchiava e picchiava ancora da tutte le posizioni, cercando di sfondare l’irriducibile Rafa. Da parte sua, Nadal aspettava l’errore o la palla meno profonda di Berdych per contrattaccare e infilzarlo. Prendete questo schema, immaginatelo ai massimi livelli, e avrete la sintesi di una partita intensa e spettacolare. Berdych le ha provate tutte, ma Nadal è stato più bravo. Nel primo set è bastato un break in apertura per assicurarsi il parziale (anche se il ceco aveva avuto una palla break sull’1-2). Più equilibro nel secondo, con Berdych ancora più aggressivo. Il ceco non arretrava mai. Cercava di colpire la palla sempre in fase ascendente, al limite anche in contro balzo. Il forcing c’era, ma Nadal si esalta quando deve difendersi.
Volendo fare un appunto alla prestazione del ceco, quando è salito 4-2 nel secondo avrebbe potuto gestire meglio il vantaggio. In quel momento le certezze granitiche di Nadal avevano preso a vacillare. E’ bastato concedergli un dito, e Rafa si è preso il braccio e tutto il match. Chi cura l’account Youtube dell’ATP non avrà certo problemi a trovare i punti per confezionare gli highlights e selezionare il punto del giorno. Rafa, sceso al numero 3, troverà David Ferrer e andrà a caccia della settima finale a Roma, torneo già vinto in cinque occasioni. Quella contro Berdych è stata la 31esima vittoria in stagione. Ne ha conquistate un paio in meno rispetto a Ferrer (il cui bilancio stagionale è 33-6), ma partirà ugualmente favorito in una semifinale tutta spagnola in cui ha vinto 14 volte su 18 scontri diretti. Il grosso problema, per Ferrer, è che 3 delle sue 4 vittorie sono arrivate lontano dalla terra battuta. L’unica, sudatissima, risale a Stoccarda 2004, quando Nadal aveva appena compiuto 18 anni. Ma “Ferru” ci proverà anche stavolta, magari dando continuità alle migliorie tattiche mostrate nella finale di Barcellona.
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