La direttrice delle WTA Finals in una recente intervista ha espresso la sua opinione relativamente al calendario sempre più fitto, con un punto di vista diverso rispetto a quello delle giocatrici

Foto Ray Giubilo

Le WTA Finals a Riad hanno preso il via nella giornata di ieri e come direttrice del torneo c’è l’ex tennista Garbine Muguruza, ritiratasi lo scorso aprile ma ancora desiderosa di rimanere nel mondo del tennis. In una recente intervista al “The National News”, Muguruza è entrata anche nel merito di una tematica spesso dibattuta nel circuito WTA, ovvero il calendario sempre più fitto. Contrariamente però a quanto denunciano le giocatrici, l’ex numero uno al mondo ha una posizione differente al riguardo. “Avrei continuato a giocare se fosse stato diverso il calendario? No, non credo, perchè non mi sono mai lamentato di questo nel circuito. Abbiamo tante opportunità, puoi costruirti il tuo calendario. Non sei obbligato a giocare tutti i tornei, e ci sono molte opportunità per chi non è tra le prime 50 o le prime 10 al mondo. Se vinci molto partire dici okay, forse dovrei rilassarmi, oppure forse dovrei impegnarmi di più”.

Le parole di Muguruza si scontrano però con quelle che è in realtà il regolamento della WTA, che prevede l’obbligo per ogni giocatrice di costruirsi il punteggio partendo da almeno 10 WTA ‘1000’ e addirittura 6 WTA ‘500’, pena la cancellazione del peggior risultato ottenuto a livello ‘1000’. Se è vero dunque che c’è la possibilità di “costruirsi” il calendario, altrettanto vero è che le giocatrici di prima fascia sono certamente condizionate dal regolamento, onde evitare quando accaduto a Swiatek recentemente che proprio in virtù di questo si è vista scippare il numero uno al mondo da Sabalenka.