Lorenzo regola Fucsovics, se la vedrà con Zverev al secondo turno. Matteo ko contro Davidovich Fokina

Per un Lorenzo Sonego che non si ferma più, un Matteo Berrettini che ha bisogno di tempo e pazienza per tornare al top della condizione. Il primo turno del Masters 1000 di Montecarlo certifica i momenti opposti dei due italiani: Sonego è in fiducia, Matteo cerca certezze dopo tre mesi di stop dall’infortunio agli addominali degli Australian Open e il rientro, solamente in doppio con il fratello Jacopo, al Sardegna Open.

Il tennista torinese, fresco di titolo a Cagliari in singolo e in doppio, vola invece sulle ali dell’entusiasmo anche nel Principato. Il test era tutt’altro che comodo contro Marton Fucsovics, numero 40 al mondo, ma regolato con un 6-3 6-4 che la dice lunga sullo stato di forma fisica e mentale di Sonego. L’ungherese era al primo match sul rosso (aveva preferito giocare sul cemento dopo gli Australian Open, cedendo sempre a Rublev a Rotterdam, Dubai, Doha e Miami) ma non per questo un ostacolo da sottovalutare. Fucsovics è il primo a trovare il break sul 3-2, ma Lorenzo non si fa impressionare. Anzi, alza l’asticella e piazza quattro giochi consecutivi per incamerare la frazione sul 6-3. L’incontro resta combattuto, dei primi cinque game del secondo sono quattro a concludersi ai vantaggi e tre di questi finiscono nelle mani dell’italiano. Sonego non trova il colpo del ko in risposta sul 5-3 ma la chiusura del match è solamente rinviata di qualche minuto: per l’azzurro, che difende i quarti di finale di due anni fa, ci sarà il numero 3 del seeding Alexander Zverev.

Per Berrettini, invece, semaforo rosso contro Alejandro Davidovich Fokina. Lo spagnolo passa per 7-5 6-3 approfittando dell’inevitabile poca continuità di Matteo. Solamente il 56% di prime in campo per il giocatore romano, costretto a giocarsela contro un osso durissimo e con un tennis capace di mettere in difficoltà chiunque. Berrettini rimedia allo 0-3 iniziale ma, al momento decisivo sul 5-5, vede sfilare il parziale con due game persi malamente. Davidovich non molla la presa, trova un fondamentale break in un lungo sesto game e lo consolida risalendo dal 15-40 al servizio, preludio del 6-3 finale in poco più di un’ora e mezza di gioco.

Lotta ma saluta il torneo anche Stefano Travaglia. L’azzurro cede in due tirati (e nervosi) set a Pablo Carreno Busta per 7-5 7-6. Da segnalare un battibecco tra i due nel corso del secondo parziale, muso a muso nei pressi della rete, con Travaglia che lamentava un applauso di un componente dello staff dello spagnolo prima che il punto fosse terminato.