Buon esordio di Matteo a Monte Carlo, contro Cressy, uno dei tanti ‘giganti’ made in Usa. In attesa di una rinascita definitiva dell’ex top ten italiano
“Ammazza ao’….” recitava Alberto Sordi, “…L’ amaracani so’forti !”.
E pare, aggiungo io, che sotto i due metri siano anche un po’ osteggiati in patria. Fritz se la cava per il rotto della cuffia solo perché è tra i primi 10 del mondo, altrimenti… L’altra ‘conditio sine qua non’ per entrare nelle grazie dello Zio Sam, è quella di avere nel sangue globuli rossi armati di serve and volley. Così ecco che da qualche anno vediamo spuntare tipacci oltre i sei piedi e mezzo,come Opelka, Cressy e quell’ultimo marcantonio di Christopher Eubanks, salito alla ribalta per aver ben figurato a Miami.
Uno di loro, Maxime Cressy, è toccato in sorte a Matteo Berrettini, e a Monte Carlo è andato in scena lo schema antico dell’acchito seguito a rete contro la risposta sui piedi in avanzamento. Roba da da erba londinese, rispolverata, per l’occasione, sulla terra del Principato. Così facendo, il nostro eroe ha costretto lo spilungone di origine francese a una reiterata prima volée bassa, sulla scia della quale lo statunitense è andato incontro al passante. Con questo giochino, Matteo ha breccato l’omone sul tre pari del primo proseguendo di quel passo verso il game over conclusivo.
Quattordici i doppi falli di Cressy, a dimostrazione che gestisce il gioco un po’ alla ‘o la va o la spacca’, mentre per essere dei cultori dell’attacco puro bisogna essere anche un po’ Sampras nelle vene, e leggere meglio il gioco.
Un bell’ esordio, tuttavia, quello del «Berretto nazionale», che speriamo sia il preludio a un atteso ritorno verso i valori che gli competono.
Quanto ai bombardieri americani che volano minacciosi sui cieli del circuito, lasciamoci guidare da Nando Mericoni: ” il latte lo damo ar gatto, la mostarda c’ammazzamo ‘e cimici, lo yogurt ar sorcio..” Poi con l’occhio al maccarone conclude,”..mi sembri un verme, e io me te magno”.
E chi vuol cogliere la metafora è libero di farlo!