da Monte-Carlo, Cristian SonzogniMonte-Carlo
resta senza giocatori italiani ma recupera per il rotto della cuffia un
Federer particolarmente spento
da Monte-Carlo, Cristian Sonzogni
Monte-Carlo
resta senza giocatori italiani ma recupera per il rotto della cuffia un
Federer particolarmente spento. Avanti di un set (facile) sul pedalatore
spagnolo Ramirez Hidalgo, Roger perde consistenza e fiducia, fino a trovarsi
sotto per 5-1 nel terzo. Praticamente è finita per
tutti ma non
per lui, che trova il break della speranza, poi quello dell’aggancio fino
al trionfo finale al tie-break. L’iberico, che ha mostrato grandi
progressi
col rovescio rispetto a quando lo considerava un fastidio più che un
colpo,
la prende con filosofia: “Molti vanno vicino a battere Federer, ma pochi
vincono. Dev’essere per questo che lui è il migliore al
mondo”. Tutto
vero, ma stavolta la chance era enorme, anche se il matchpoint non è mai
arrivato. Dal canto suo lo svizzero non appare troppo preoccupato: “Ci
sono condizioni molto diverse da Estoril, bisogna abituarsi. Chiaro che
vincere un match così è particolare, non capita sempre. Ed
è altrettanto
chiaro che non sono contento del mio gioco, ma domani è un altro giorno,
vediamo che accade”.
Intanto,
agli azzurri, accade di uscire tutti al secondo turno rinnovando la maledizione
che ci perseguita in Slam e Masters-Series, i tornei che contano e nei
quali mettere assieme due vittorie di fila appare ogni volta un’impresa.
Detto questo, le partite di Seppi e Bolelli sono state
estremamente
diverse tra loro. Simone ha dimostrato una volta di più di essere un
cavallo
di razza. Lui in giornata no contro Davydenko (nella foto a sinistra) in
buona vena, il nostro si trova sotto 2-6, 1-4 con doppio break. E lì
cambia
tutto, il bolognese gioca quattro game straordinari (“Ma qualche punto
me lo ha regalato lui”, dirà poi ‘Bole’ ai giornalisti
forse con un
eccesso di modestia) e si riporta avanti. Sul 5-4 e 15-30 Italia passa
il treno giusto, ma un diritto lungo ce lo fa perdere. E al tie-break finisce
7-5 con un passante di diritto del russo, affatto menomato dal problema
muscolare che lo aveva bloccato in finale in Portogallo. “Simone –
spiega
coach Pistolesi – deve avere ambizioni importanti. Io cercherò di
non
fargli fare tutti gli errori che ho fatto io alla sua età, poi vedremo
dove si potrà arrivare. Differenze con Davide? Tante. Per Sanguinetti io
ero una sorta di specchio, abbiamo pochi anni di differenza e il rapporto
era inevitabilmente diverso da quello che c’è ora con
Bolelli”.
Storia ben diversa quella di Andreas
Seppi, che contro Querrey gioca una pessima partita e non trova
soluzioni
al gioco strambo del rivale americano, che non gli dà mai ritmo e lo fa
andare fuori palla: finisce 6-1 7-5, e anche l’atteggiamento quasi
rinunciatario
dell’altoatesino non è incoraggiante. Un brutto passo indietro
rispetto
al Seppi dell’ultimo periodo, per quanto il perticone Usa sia in un
periodo
di forma brillante. Negli altri match, Nadal tritura Ancic in un match
che era particolarmente atteso per il confronto di stili che poteva proporre,
ma che in realtà non è mai cominciato. Un altro spagnolo, Ferrer,
lascia
solo cinque game a Safin, mentre i francesi restano aggrappati ai loro
due giovani più promettenti, Gasquet e Monfils. Due i ritiri, Monaco
contro
Almagro e Youzhny con Andreev.
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