da Monte-Carlo, Cristian SonzogniAncor
a
loro
da Monte-Carlo, Cristian Sonzogni
Ancor
a
loro. A dispetto di chi li vedeva (con qualche ragione, sia chiaro) in
crisi o in pericolo, poco in forma, debilitati o sull’orlo di una caduta.
Roger Federer e Rafael Nadal, numero 1 e 2 del mondo, daranno
vita
oggi sul Centrale del Country Club di Monte-Carlo al loro quindicesimo
scontro diretto, che coincide con la finale del primo Masters Series in
rosso della stagione. Rafa conduce per 8-6, ma soprattutto sulla terra
ha dalla sua un pesante score di 6-1, un dominio interrotto solo ad Amburgo
lo scorso anno. Purtroppo il prestigioso circolo monegasco, che proprio
quest’anno compie ottanta primavere, non ha avuto due semifinali
all’altezza.
Un po’ perché Davydenko ha mostrato di non aver bluffato la sera
prima
quando aveva dichiarato di essere davvero stanco. Un po’ perché un
Djokovic
malaticcio ha capito di non poter più essere competitivo con Sua
Maestà
Roger, e allora a metà dal secondo set ha tolto il disturbo e
s’è ritirato.
Se Davydenko non era al meglio (e lo si era già visto negli ottavi e nei
quarti), va reso merito a Rafa, che in semifinale ha impressionato come
forse mai prima durante la settimana. Una dimostrazione di forza di fronte
al numero 4 del mondo, annichilito sotto un pesante 6-3 6-2 che ci sta
tutto anche nelle proporzioni. “Sono stato aggressivo –
ha detto
poi Rafa ai giornalisti – tenendo bene di rovescio e mettendogli pressione
appena potevo. Avevo cercato di farlo, con successo, anche negli altri
match, ma con lui è più difficile perché ti costringe a
giocare molto indietro.
Il momento chiave, nel secondo set, è stato sul 4-2: lì ho capito
che vincere
quel game e andare 5-2 sarebbe risultato decisivo, e così è
stato”.
La
sua quarta finale consecutiva (è la prima volta che accade nel torneo del
Principato), Nadal se la giocherà col rivale di sempre. Roger Federer,
come abbiamo detto, ha approfittato del ritiro di Djokovic, che pareva
l’unico a non essere sorpreso del suo malanno, ignorato da tutti:
“Era
da tre giorni che non stavo bene – ha spiegato Novak – e non volevo prendere
rischi. Faticavo a tenere il suo ritmo, faticavo a recuperare, ho pensato
di ritirarmi già a fine primo set ma ho voluto provare anche nel secondo,
finché ho deciso che non era il caso di peggiorare la mia
situazione”.
Da parte sua Federer raccoglie il regalo e si prepara alla grande sfida:
“Vincere così non è mai bello per nessuno,
né per me né per il
pubblico. E’ curioso che mi sia appena capitato in finale a Estoril e
mi ricapiti di nuovo adesso. Inoltre fino a quando ha chiamato il fisioterapista
non ho avuto la sensazione che stesse male. Riguardo alla sfida con Rafa,
dovrò giocare meglio dello scorso anno, dovrò mettergli pressione
per vedere
come reagisce. Lui è stato strepitoso qui, lo è sempre sulla
terra e batterlo
è un’impresa. Preferirei giocare ancora tre set su cinque,
piuttosto che
due su tre, perché così il match è troppo veloce, vai
sotto di un set e
un break ed è quasi finita”.
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