Da Monte-Carlo, Cristian Sonzogni – foto Getty Images
Saranno Djokovic-Berdych e Nadal-Simon le semifinali del torneo di Monte-Carlo 2012. Un quadro che si è composto al termine di una giornata cominciata alle 10.30 e mandata in archivio dopo circa nove ore, il tempo necessario per chiudere quattro match di buona qualità.
Rafa Nadal dà l'impressione, sui campi di Monte-Carlo, di poter vincere anche al 50 per cento della condizione. Di sicuro non era il miglior Nadal quello che ha eliminato oggi lo svizzero Stanislas Wawrinka, superato per 7-5 6-4 dopo un'ora e 47 minuti senza grandi sussulti. Rafa è andato subito avanti di un break, lo ha perso all'ottavo gioco ma sul 5-5 ("il momento decisivo" dirà poi il maiorchino) ha approfittato di un game sciagurato del rivale, prendendosi il break che ha deciso il parziale d'apertura. Tutto più semplice nel secondo, con lo spagnolo capace di staccare immediatamente l'avversario, mantenendo poi il margine per tutto il set, senza mai rischiare sul proprio servizio. Non è, come detto, un Nadal al cento per cento, ma è accaduto altre volte nel Principato eppure l'iberico vince qui ininterrottamente dal 2005. Quest'anno, rispetto al solito, c'è Djokovic che può sbarrargli la strada, e a questo punto qualsiasi finale diversa da quella tra i primi due giocatori del mondo sarebbe una grande sorpresa.
In semifinale Rafa affronterà il francese Gilles Simon, che ha recuperato un ritardo di 1-4 nel secondo set nel derby con Tsonga, vincendo cinque game di fila che gli hanno garantito il 7-5 6-4 finale. Evidentemente Tsonga non aveva esagerato quando il giorno prima aveva indicato il suo avversario come favorito del confronto, basandosi sull'unica vittoria di Simon nei sei precedenti, giunta nell'unico match che i due hanno disputato sulla terra.
Novak Djokovic ha sbrigato senza problemi la pratica Haase, chiudendo per 6-4 6-2 con un solo momento di sbandamento, quando il favorito si è fatto riprendere dal 4-1 al 4-4 nel primo set. L'olandese probabilmente era già troppo contento della sua settimana e troppo poco convinto (con qualche ragione) di poter battere il numero 1. Detto questo, Nole è apparso in palla e di nuovo concentrato sul tennis dopo la difficile giornata di ieri (per la morte del nonno Vladimir). "Considerate le circostanze particolari di questa settimana – ha detto il serbo – posso ritenermi soddisfatto della partita e di aver raggiunto la semifinale. Oggi è andata certamente meglio di ieri, nonostante l'emozione fosse ancora ben presente. Ho pensato di ritirarmi dal torneo appena ricevuta la notizia della morte di mio nonno, ma sono un professionista e bisogna andare avanti anche di fronte a queste cose. Non posso cambiare nulla, posso soltanto cercare di ricordare i momenti belli, le cose positive che nonno Vladimir mi ha saputo dare. Io sono credente e voglio pensare che quando una persona muore la sua anima resta e comincia un'altra vita". Poi, sollecitato sulla terra blu che attende i giocatori a Madrid, arriva anche un accenno di polemica. "A volte avere il coraggio di cambiare può essere apprezzabile, ma qui siamo di fronte all'unico torneo al mondo su terra blu, e di certo non sono particolarmente felice di doverci giocare. Nessuno dei top players era d'accordo, ma purtroppo questa decisione è stata presa senza il nostro consenso in seno all'Atp. Mi pare una cosa scorretta e assolutamente da cambiare in futuro perchè il parere dei giocatori in merito a questioni del genere deve essere determinante. Riguardo alla mia opinione sulla superficie, non posso averne una finché non ci metto piede".
Infine la sorpresa, arrivata in apertura di giornata: Andy Murray ha perso una partita che dopo il primo set, vinto per 7-6 con quattro setpoint salvati, sembrava davvero nelle sue mani. Invece Tomas Berdych è salito in cattedra come raramente lo si era visto fare nei confronti con i migliori del mondo. Il ceco ha ridotto al minimo gli errori gratuiti e ha quasi sempre dettato il ritmo costringendo il rivale a recuperi difficili che gli spianavano la strada per comode conclusioni. Dominato il secondo parziale per 6-2, Berdych si è portato sul 3-1 con una chance per volare 4-1, non l'ha sfruttata ma ha comunque mantenuto senza rischiare quel prezioso break di vantaggio. Più meriti del ceco, in sostanza, che demeriti del numero 4 del mondo in una partita piacevole, probabilmente la migliore del torneo fin qui per qualità ed emozioni, durata due ore e 48 minuti.
"Complimenti a lui – ha detto Murray -, ha servito bene, ha giocato un ottimo incontro e dal secondo set in poi ha ridotto il numero di errori. Io sono abbastanza soddisfatto, non potevo pretendere di essere al meglio al primo torneo sulla terra, e quando affronti avversari di questo livello puoi mettere in conto di poter perdere. Sono contento della mia tenuta fisica perchè è stato un incontro lungo e nonostante questo non sono calato nemmeno alla fine. I rimbalzi irregolari? Capita spesso sulla terra ma le irregolarità del terreno disturbano entrambi, non è per questo che vinci o perdi un match. Semplicemente qui, questa settimana, sta capitando più spesso del solito".
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