da Monte Carlo, Cristian Sonzogni
La linea è davvero comune, oggi più che mai. Con Roger, leader dentro e fuori dal campo, c’è Rafa ma c’è anche Davydenko, c’è Ljubicic che dice che “questo è il momento più importante nella storia del tennis”. E ci sono pure, anche se con meno verve, Robredo, Murray e Gonzalez. Una specie di rivoluzione, sulla carta per ora. Perché al momento di prendere decisioni drastiche su come farsi sentire, le opinioni non sono più così uniformi. C’è magari chi vorrebbe protestare platealmente ma non lo fa, chi comunque pensa sia meglio andare avanti e cercare il dialogo. Di sicuro le associazioni che governano il tennis, da oggi sono un po’ più sotto pressione. Tornando al possibile declassamento di Monte-Carlo, come detto c’è cautela. Gli spagnoli, che al rosso sono affezionati, vorrebbero tenerlo in vita come è ora nonostante il candidato a sostituirlo sia il torneo di Madrid (sempre su terra). Tutti sono d’accordo nel rimarcare l’atmosfera e la storia di questo posto, che il tennis sul rosso lo ha praticamente visto nascere. Ma del resto nella rivoluzione targata De Villiers che andrà in onda nel 2009 qualcuno dovrà pur pagare dazio.
E Robredo mette a tacere un po’ tutti quando, alla richiesta di scommettere su una delle due ipotesi sul piatto, fa sapere ai cronisti che lui ne sa meno di loro. Parleremo più ampiamente nei prossimi giorni di ciò che hanno raccontato gli altri, e di ciò che diranno durante la settimana. Intanto, tornando al tennis giocato, come detto Seppi ha raggiunto quell’obiettivo che coach Sartori aveva posto per il suo pupillo: secondo turno con Re Roger. Andreas non si preoccupa e fa bene, perché in fondo non ha nulla da perdere ed è meglio trovare Federer all’esordio piuttosto che al terzo turno. Poi, come dice Sartori: “Se Roger gioca bene pazienza”, ma quello vale per tutti i mille e passa del ranking Atp…
Il Main-Draw di Monte Carlo e il tabellone delle qualificazioni