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Andy Roddick ha avuto la mononucleosi e, anzi, ne deve ancora uscire del tutto. Lo ha scoperto grazie a dei controlli sul sangue richiesti dopo un estate in cui – parole sue – gli sembrava di stare in letargo. Secondo i medici la malattia dovrebbe essere sul punto di esaurirsi dopo il paio di mesi in cui ha indebolito il corpo del ragazzone del Nebraska.
“Sono contento di averlo scoperto” – ha detto alla vigilia del Masters 1000 di Cincinnati che sta disputando in questi giorni – “Sapevo di avere qualcosa, ma non sapevo cosa. E’ strano e ti fa anche un po’ paura. C’erano giorni in cui andava bene e altri invece in cui stavo veramente male. Ti senti proprio un rammollito”.
“Ecco perché è meglio – prosegue Roddick – sapere le cose con più chiarezza. Anche perché so che non è nulla che mi affliggerà per molto, niente di serio”.
Roddick non è l’unico ad avere quella che oltre al soprannome di malattia del bacio potrebbe prendere l’etichetta di malattia del tennista. Sono molti i casi registrati tra il circuito Atp e quello Itf e neppure Roger Federer ne è rimasto immune quando, nel 2008, subì a causa della “mono” una brusca frenata in termini di risultati.
Idem Roddick che è scivolato all’11° posto del ranking dopo un’estate infarcita di sconfitte contro avversari più che alla sua portata. Striscia cominciata a Wimbledon, dove ha faticato molto nei primi match, prima di essere sconfitto al quarto turno da Yen-Hsu Lu. All’inizio del mese di agosto, a Washington, Andy ha perso dal francese Gilles Simon al terzo turno: a fine match aveva dichiarato di non sentirsi troppo bene.
Di lì in poi una serie di controlli al sangue, prima nella Capitale degli Stati Uniti e poi in Texas, dove ha la residenza. Il forfait a Toronto, per non giocare ancora senza sapere gli esiti degli esami. “Credo di aver a che fare con una forma molto mite di mononucleosi da un paio di mesi a questa parte. Ora i dottori dicono che sono quasi del tutto fuori, quindi sarò presto al meglio”.
“Mi piace allenarmi e correre tutto il giorno”, ha proseguito Roddick. “Così quest’estate mi sono allenato di più e riposato di meno, il tutto perché non sapevo a cosa era dovuta quella stanchezza. Pensavo fosse un calo di forma. Dovevo capire perché mi sentivo in letargo”.
Con questi presupposti dovremmo rivedere il vero Roddick proprio nello Slam di casa, quello che ha già vinto nel 2003. Quegli Us Open restano l’unico titolo major incamerato da A-Rod; lo scorso anno a New York perse dal connazionale John Isner al terzo turno. Ora si dice fiducioso, stando anche alle parole dei medici. “Il dottore mi ha detto: ‘la buona notizia è che probabilmente sei già pronto a far casino. Stai un po’ attento, ma dovresti essere a posto’. Quelle parole sono state un bel sollievo per me”.
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