Dei tanti azzurri in gara a Wimbledon, era il meno accreditato. Il suo stile di gioco e uno stato di forma così così facevano pensare che Paolo Lorenzi non fosse competitivo. Ancora una volta, invece, il senese ha dato il massimo. Paolo lascia Londra con il miglior bottino possibile: un buon successo al primo turno contro Laslo Djere (reduce dalle fatiche di Milano) e un'onesta resistenza, quasi accanita, a Gael Monfils. L'azzurro si è arreso in quattro set ma c'è un mucchio di rimpianti, giacché avrebbe potuto vincere ciascuno dei tre set perduti nel 3-6 6-3 7-6 7-6 finale. È un paradosso, perché Monfils è tra i giocatori più imprevedibili del tour, ma stavolta ha svestito i panni della cicala e ha fatto la formichina, cercando di far valere un gioco più adatto ai campi veloci, se non altro perché può ottenere tanti punti gratis con servizio e dritto. Giocando il classico match ordinato, proteso con criterio verso la rete, Lorenzi ha vinto il primo set e ha preso un break di vantaggio nel secondo. Ma non c'è nulla di male nel perdere contro un avversario più forte. E non è un disonore ammettere che Monfils è più forte di Lorenzi, come certifica una carriera che lo ha visto a lungo tra i top-20, con tanto di passaggio tra i top-10. A Lorenzi bisogna dare atto di non aver mollato dopo aver perso il secondo set. È rimasto in partita fino all'ultimo, eseguendo ogni compito e aspettando che arrivasse qualche omaggio di Monfils. Per sua sfortuna, non ne sono arrivati a sufficienza.
UN PAIO DI PUNTI GIRATI MALE
Quando il terzo set sembrava a un passo, ha commesso l'errore più grave della partita. Tie-break, 5-4, due servizi a disposizione. Sul primo punto, ha messo in rete una volèe non impossibile. Paolo aveva nel braccio la qualità per tirare un colpo ben più incisivo. Nel punto successivo, sul 5-5, c'è andato più deciso ma il francese si è inventato un clamoroso pallonetto in controbalzo. Sotto 2 set a 1, la scalata diventava troppo ripida, ma Lorenzi provava ugualmente a percorrerla, rimontando un break di svantaggio e trascinando Monfils al secondo tie-break consecutivo. Anche stavolta andava avanti (3-1), ma la sua spinta propulsiva si fermava lì ed era Monfils a pescare il terzo turno. Il 2018 è una stagione complicata per il senese: sfiorati i top-30 nel 2017, oggi è sceso al numero 86 anche a causa di un infortunio che gli ha fatto saltare qualche torneo, e impedendogli di rendere al meglio in altri. Adesso ha ritrovato la forma e magari smetterà di pensare all'età che avanza (a dicembre saranno 37 anni). D'altra parte, con esempi d'oro come Roger Federer e Serena Williams, può tranquillamente esserci spazio per Paolo Lorenzi tra i top-100. Aveva cercato di ridurre l'attività nei tornei Challenger, ma adesso è probabile che ne torni a giocare qualcuno. La recente finale all'Aquila ha un significato importante: significa che è ancora in grado di raccogliere punti-cuscinetto che dovrebbero consentirgli di mantenere un buon ranking. Lo merita in virtù di un'integrità e un comportamento sempre impeccabile. Un rappresentante di cui andare fieri.
WIMBLEDON UOMINI – Secondo Turno
Gael Monfils (FRA) b. Paolo Lorenzi (ITA) 3-6 6-3 7-6 7-6