I tennisti hanno il diritto di fare altre scelte e il nuovo format soffre soprattutto per la pessima collocazione in calendario
Seppure con qualche apprensione il primo passo è fatto. Vale la pena, tuttavia, fare un pizzico di chiarezza in tema di Davis.
Per dire che, è vero, i tempi sono cambiati, e meno male! Abbasso i luoghi comuni. Ecco la risposta che mi sento di dare a chi ha commentato con eccessiva acredine la rinuncia alla Davis di Jannik Sinner. Scarso amor di patria, poco senso di appartenenza, cinismo… e altre considerazioni ammantate di retorica. A loro voglio dire che se un dito va puntato va fatto verso la collocazione della Coppa all’indomani della lunga e stressante hard court season americana. E a chi non fa altro che denigrare il nuovo format, voglio ricordare che anche con la vecchia formula la nostra massima competizione a squadre trainava al seguito il suo bel malcontento. Oggi, come allora, c’è un problema di calendario, e non vedo nulla di scandaloso se alcuni giocatori fanno altre scelte. Poco romanticismo? No, senso pratico.