Il francese sta brillando nel torneo juniores e comincia già a sognare: “Voglio diventare numero 1 del mondo”

Attento, Jannik, la concorrenza incalza. E non parliamo di Alcaraz, Zverev o Rune. Oggi nei quarti di finale del torneo junior a Parigi c’è Moise Kouamé, 15 anni, il nuovo bambino prodigio – bambino si fa per dire – del tennis francese, che già ci prova: «Voglio diventare numero 1 del mondo».
Il più giovane ad arrivare così avanti nel torneo under 18 di Parigi dai tempi di Franco Davis, Moise è nato a Sarcelles, un sobborgo a nord di Parigi, ha origini camerunesi da parte di padre e ivoriane da parte di madre Suzanne, di mestiere fisioterapista, e un fisico esplosivo.

E’ passato fra le maglie federali, al centro tecnico di Poitiers ma due anni fa, quando già i talent scout gli avevano messo gli occhi addosso, si era trasferito all’accademia di Justin Henin a Louvan-la Neuve, in Belgio. Da febbraio però si è rimesso con il suo primo coach, Yoann Le Mée, ed è tornato in Francia per accasarsi all’academy di Patrick Mouratoglou, dove lo si vede palleggiare con Medevdev e Norrie. Ama la F.1 e il Real Madrid («sono un fan di Mbappè») ed è già finito sotto contratto con IMG, dove a seguirlo è il fratello di Gael Monfils, Daryl. Ha iniziato a giocare guardando il fratello maggiore Michael, e a 13 anni ha scambiato qualche palla con Rafa Nadal.

Il suo vero idolo però ha lo stesso nome di Sinner, ma si scrive in maniera diversa, e chissà come un quindicenne si è appassionato alle sue gesta: «Voglio imitare Yannick Noah, avere il mio nome grande sui cartelloni», ha detto dopo aver battuto negli ottavi la speranza marocchina Reda Bennami, di due anni più anziano di lui, muovendosi come una pantera sotto rete, per la gioia degli spettatori impacchettati sul campo numero 6. Qualche settimana fa a Madrid, nelle qualificazioni, ha strappato un set a Nakashima, oggi gli tocca il polacco Tomasz Berkieta, semifinalista quest’anno nel tabellone junior dell’Australian Open. «E’ un sogno essere qui al Roland Garros, è fin da piccolo che desideravo giocare qui, a casa mia, davanti al pubblico francese. Voglio andare più avanti possibile nel torneo, e un giorno diventare numero 1 del mondo».