LA PARTENZA DI ‘NOLE’ DECIDE IL MATCH
Nadal aveva chiuso il Gruppo Nastase a punteggio pieno, mettendo subito in chiaro le proprie intenzioni in tutti i tre incontri giocati, con un break in apertura prima contro Wawrinka, poi contro Murray e quindi contro Ferrer. Ma con Djokovic dall’altra parte della rete ha subìto lo stesso trattamento. Il serbo ha giocato il classico match perfetto: sapeva che una buona partenza sarebbe stata fondamentale, e l’ha siglata sparando 11 colpi vincenti nei primi tre giochi, per prendersi il vantaggio di 3-0. Poi, non è mai calato. Sempre al comando degli scambi, sempre con i piedi sulla linea di fondo, ha ceduto appena dieci punti in nove turni di servizio, appena tre nel secondo set. Non ha concesso l’ombra di una palla-break, concretizzandone invece tre delle cinque a sua disposizione. E quando sul 2-2 del secondo set ha strappato la battuta a Nadal dopo un punto da 25 colpi, il pubblico ha capito che di lì a poco sarebbe giunta la stretta di mano. Come se non bastassero i numeri a certificare la sua superiorità, in certi frangenti il serbo ha dato addirittura l’impressione di controllare, come un ciclista che sta a ruota, pronto a staccare il rivale nel momento più opportuno. E se il rivale si chiama Nadal poco importa, questo Djokovic ha un ritmo insostenibile per chiunque. Lo sta dimostrando da gennaio ed è pronto a farlo per l’ultima volta, prima di fare la valigia più attesa dell’anno, quella per le vacanze. Si trova esattamente nella stessa posizione dello scorso anno: qualificato per la finale e pronto a vedersela con uno fra Federer e Wawrinka, opposti in serata. Dodici mesi fa i due svizzeri battagliarono allo strenuo, tanto che il giorno dopo Roger fu costretto al forfait, come in carriera gli era capitato molto raramente. L’augurio è che stavolta la stagione possa avere un finale all’altezza. Se lo meritano tutti, Djokovic in primis.
ATP WORLD TOUR FINALS – SEMIFINALI
Novak Djokovic (SRB) b. Rafael Nadal (ESP) 6-3 6-3
