Sedicenne e siberiana, sta affascinando i Championships, proprio come Maria quasi vent’anni fa. E Netflix l’ha inclusa nella prossima stagione di Break Point
LONDRA – Mirra Andreeva non si ferma più. Dopo il terzo turno raggiunto al Roland Garros, la sedicenne siberiana si è qualificata per gli ottavi di finale di Wimbledon, superando in due set la connazionale Potapova – classe 2001 – in un match che sicuramente rivedremo più volte in futuro. E dire che aveva cominciato la stagione perdendo in Australia la finale del torneo juniores – contro la Korneeva, altra russa sedicenne, impegnata anche a Londra nel torneo giovanile – prima di buttarsi tra le “grandi”, pur con le limitazioni imposte dalla WTA per la sua giovane età. Due tornei Itf da 60.000 dollari vinti a Chiasso e Bellinzona, tre turni passati al Masters 1000 di Madrid, poi Parigi ed ora la cavalcata a Londra: sei match intascati partendo dalle qualificazioni con due set persi per strada. Un totale di 28 vittorie e 3 sconfitte nell’anno che l’hanno spinta al 102º posto della classifica (era 293ª a fine 2022) con la sicurezza che – a prescindere dal match degli ottavi contro Madison Keys – tra una settimana si ritroverà almeno tra le prime settanta del ranking.
Una sorella, Erika, di due anni più grande, battuta a Wimbledon nelle qualificazioni, Mirra in campo dimostra un tennis potente e geometrico arricchito da ottime capacità di resistenza – contro Potapova ha rimontato da 1-4 nel secondo set, annullando anche due set point – fuori invece dichiara grande timidezza («nei giorni scorsi ho incontrato Murray, uno dei miei idoli, ma non ho avuto il coraggio di salutarlo», ha detto), comunque è già una piccola star, tanto da avere richiamato l’attenzione delle telecamere di Netflix, che gli dedicheranno spazio nella terza stagione di “Break point”. Quando non gioca i tornei, si allena a Cannes, dove è seguita da Jean-René Lisnard e Jean-Christophe Faurel, ex allenatore di Coco Gauff. Sull’erba era all’esordio assoluto, ma la cosa non si è notata. «Mi avevano detto di stare attenta ai cattivi rimbalzi della palla, invece a me sembra tutto normale, e poi giocare a Wimbledon è una vera favola. Le fragole, i vestiti bianchi… sono venuta per divertirmi e ci sto riuscendo». Solare e determinata (quei pugni sulla coscia dopo un punto sbagliato…), si definisce «una perfezionista, ma solo in campo, la mia stanza è un tale casino…», una “normale” teenager che ai libri di scuola («devo resistere per altri due anni») preferisce le carte o le serie TV.
A Krasnoyarsk, la sua città natale, la conoscono tutti, mentre cresce anche il numero degli spettatori che fanno la fila per assistere alle sue partite, come pure l’importanza dei campi da gioco, dal numero 3 del terzo turno con la Krejcikova al 2 degli ottavi con la Keys. «Mi piace sentire il pubblico applaudire i miei colpi, è una splendida sensazione. Paura del Centrale? No, anzi, non vedo l’ora… Finora sul Centrale sono entrata solo quando era vuoto, a camminare un po’, e ho scattato tante foto». Forza Mirra. Se non quest’anno, il campo più sacro di Wimbledon è destinato a ospitarti a lungo.