La storia da Libro Cuore di Kennan Johnson: ha raccolto il cibo avanzato durante la cena di gala dei Campionati Nazionali Under 18 e lo ha portato ai barboni. In Louisiana aiuta la madre con le lezioni.  
Kennan Johnson in compagnia della madre e di Billie Jean King

Di Riccardo Bisti – 13 agosto 2013

 
Negli Stati Uniti c’è un’abitudine consolidata: assegnare una wild card per il main draw dello Us Open ai vincitori dei Campionati Nazionali Under 18. In Italia non sarebbe possibile, perchè i campionati individuali giovanili arrivano (giustamente) fino all’under 16. I tornei sono terminati lo scorso weekend e hanno premiato Collin Altamirano tra gli uomini e Sachia Vickery tra le donne. Tuttavia, il torneo femminile ha regalato una storia meravigliosa. A Flushing Meadows ci andrà la Vickery, ma nei cuori della gente ci finirà Kennan Johnson, anonima sconfitta al primo turno. Sabato scorso, presso il Barnes Junior Tennis Center, sede del torneo, si è tenuta una lussuosa cena di gala con 250 invitati. C’erano tutti: giocatrici, tecnici, familiari e un ospite d’onore: Billie Jean King. La cena è terminata intorno alle 19.30 e tutti stavano lasciando il club con la pancia piena. Tutti tra una: Kennan Johnson. Ha aiutato i camerieri a sparecchiare i tavoli, raschiare i piatti e mettere da parte il cibo non consumato. E ne era rimato molto. A un certo punto, uno dei direttori del torneo, Ellen Ehlers, si è avvicinata alla ragazza e le ha chiesto se era una giocatrice. Alla risposta affermativa, ha detto: “Splendido, ti siamo molto grati, è bellissimo”. La Johnson è una ragazzona nera di 17 anni e proviene da Baton Rouge, Lousiana. Non è esattamente la promessa numero 1 del tennis americano, ma possiede un’umanità…disumana. Ha raccolto del cibo messicano ed è salita in auto insieme a mamma Natalie e nonna Lynda fino a raggiungere un parco, dove ha trovato un paio di persone senza fissa dimora. Quelli che il volgo definisce “barboni”.
 
“Ci siamo fermati e abbiamo chiesto a un uomo se voleva del burrito, e lui ha accettato con entusiasmo – ha raccontato la Johnson – stava fumando una sigaretta, l’ha appoggiata e noi gli abbiamo dato 4-5 burritos. Si trattava di un adulto, non potevamo dargliene soltanto uno”. I Johnson hanno detto di aver offerto cibo a un altro uomo che sostava vicino al loro albergo, nei pressi di Mission Valley. “Li vedi seduti al bordo della strada. Dal loro abbigliamento e dal loro aspetto diresti proprio che non hanno una casa”. L’altruismo sfrenato della Johnson ha colpito tutti, anche perchè è arrivato in un contesto fortemente agonistico. “Non abbiamo mai visto nulla di simile – ha detto la Ehlers – è uno dei tornei più duri degli Stati Uniti, le ragazze più grandi sono osservate dai coach, ci sono un mucchio di allenatori dei college, moltissima concorrenza. E chi vince potrà giocare all’Open degli Stati Uniti”. A suo dire, nei tornei junior, la maggior parte dei giocatori si chiude in se stessa e si focalizza soltanto sul tennis. Ma la Johnson è diversa: “Anzichè passare il tempo libero a guardare la TV, farsi una doccia e andare a letto, lei pensava al prossimo. Fenomenale”. Nel mese di maggio, un’agenzia denominata Regional Task Force on Homeless San Diego, ha identificato almeno 4.500 persone che risiedono nella zona ma non hanno un’abitazione. Altre 4.300 non avevano abitazioni permanenti e sono state alloggiate in luoghi d’emergenza, in situazioni del tutto transitorie.
 
Natalie Johnson, madre di Kennan, separata dal padre della figlia, dice che si tratta di semplice umanità. “Se tu vedi qualcuno in difficoltà e lo puoi aiutare…perchè non farlo?”. Non era la prima volta che Kennan ha mostrato sensibilità sull’argomento. Lo scorso anno, durante un torneo in Nevada, ha condiviso diverse bottiglie d’acqua con alcuni mendicanti. E faceva un caldo tremendo. “Ogni volta che vediamo qualcuno per la strada, Kennan dice che dobbiamo fare qualcosa. Noi siamo convinte che quello che dai ti torna indietro”. Eppure non navigano nell’oro, visto che hanno avuto qualche problema per pagarsi il viaggio fino a San Diego per i campionati nazionali. Kennan sogna di andare al college, ma nel tempo libero da una mano alla madre nelle lezioni con i bambini. Nonna Lynda ha insegnato tennis presso una scuola superiore e dice: “Non puoi fare tanti soldi se fai l’istruttrice in un parco pubblico”. Mamma Natalie è stata una discreta giocatrice a livello college nella seconda metà degli anni 80, rappresentando le franchigie di Memphis e Louisiana. Oggi fa l’istruttrice presso l’Highland Park Tennis Center, una struttura pubblica di Baton Rouge. Non sappiamo se sia realtà o romanzo, ma ha raccontato di aver venduto un garage per consentire il viaggio alla figlia. Di sicuro alcune istituzioni locali hanno dato piccoli contributi per consentirle di andare a San Diego: "Siamo certi che non si dimenticherà di noi quando avrà raggiunto il successo". Il torneo non è andato troppo bene: ha perso al primo turno, ma si è difesa bene nel tabellone di consolazione, vincendo quattro partite di fila prima di farsi male al fianco sinistro durante il match contro Megan McCray, tanto da doversi ritirare. “Ma è stato fantastico giocare un torneo nazionale. E’ stata una settimana mervigliosa”. Sul gesto da Libro Cuore, ha quasi glissato. “Mi è piaciuto farlo. Vorrei che le persone senza fissa dimora stessero tutte meglio”. Senza parole.