Tra pochi giorni, i Championships annunceranno il prize money della prossima edizione. Previsto un grosso aumento, anche se potrebbe rimetterci la federtennis britannica.

Di Riccardo Bisti – 25 aprile 2014

 
La prossima settimana ci sarà la riunione per stabilire i prize money dell’edizione 2014 di Wimbledon. Tuttavia, l’annuncio non è atteso con trepidazione soltanto dai giocatori. Tutto il tennis britannico ha il fiato sospeso. E’ previsto un grosso aumento: essendo inserito in un contesto di spending review, potrebbe causare una grossa riduzione delle risorse destinate al tennis britannico. Buona parte dei proventi della Lawn Tennis Association (LTA) provengono dagli utili generati da Wimbledon. Nel 2012 avevano raggiunto la cifra record di 37,8 milioni di sterline. Lo scorso anno, a causa di un incremento del prize money, la cifra era scesa a 35,1 milioni. Al momento di depositare i conti, la LTA ha rivelato che il fatturato è in costante aumento, ma l’utile è calato a causa del grosso incremento dei premi destinati ai giocatori. La rivoluzione parte da lontano, dalle lotte sindacali dei tennisti per ottenere più soldi. Il loro ragionamento è questo: "Perché dobbiamo intascare il 12-15% degli introiti complessivi di uno Slam, mentre nelle altre leghe professionistiche gli atleti intascano molto di più?" Qualcuno aveva anche paventato l’ipotesi di uno sciopero. Spaventati dall’idea di un boicottaggio, gli Slam si sono adeguati. E Wimbledon non vuole essere da meno rispetto agli altri: l’Australian Open ha offerto 33 milioni di dollari australiani, il Roland Garros distribuirà 25 milioni di euro mentre lo Us Open ha messo in atto un programma pluriennale che nel 2017 porterà a un montepremi di 50 milioni.
 
QUANTI INCREMENTI
Lo scorso anno, Wimbledon diede un’impressionante dimostrazione di forza. Pochi giorni dopo l’annuncio del Roland Garros di una crescita del 16%, Wimbledon incrementò i suoi premi del 40%. Lo scorso anno, i Championships hanno offerto 22,6 milioni di sterline. Gli sconfitti ai primi turni hanno visto i loro assegni ingrossati di un impressionante 64%. Tutto questo, ovviamente, potrebbe influire sulle casse di una federazione ricca ma il cui operato è costantemente nell’occhio del ciclone. Se escludiamo la testardaggine di Judy Murray, che portò i figli in Spagna, il sistema britannico non produce giocatori di livello assoluto da tempo immemore. E i proventi di Wimbledon sono sempre più importanti, soprattutto quando Sport England (l’ente statale che finanzia le federazioni sportive) ha trattenuto oltre 10 milioni di sterline a causa del calo di praticanti, anche se alla fine ne hanno elargiti 6. Inoltre, circa 50 dipendenti su 300 (quasi il 20%) hanno smesso di lavorare con la LTA. I tagli hanno riguardato anche i giocatori: con l’avvento di Michael Downey, sono stato tagliati i finanziamenti a tutti i doppisti e ai singolaristi con più di 24 anni. E i ragazzi di età compresa tra i 17 e i 24 anni devono soddisfare requisiti sempre più severi per accedere ai contributi. La politica ha generato una riduzione dei contributi di circa 2 milioni di sterline. Fino ad oggi, la LTA ha intascato il 50% degli introiti di Wimbledon, ma un recente accordo ha stabilito che il 10% del surplusn sarà destinato al club. Le parti sperano che il torneo continui ad essere una miniera d’oro. L’ultimo fatturato ammontava a 149,2 milioni di sterline. Buona parte di questo denaro arriva dalla vendita dei diritti TV. Con gli Stati Uniti hanno raggiunto un buon accordo con ESPN, valido fino al 2023, mentre i diritti domestici con la BBC scadranno nel 2017. E se il bisogno di soldi dovesse avere la meglio sulla tradizione?