Milano verso un torneo WTA?
A dare la notizia è stato Marco Caldara sul sito www.tennis.it. Dal 2014, oppure dal 2015, Milano potrebbe ospitare un torneo WTA sull'erba. L'operazione sarà facilitata dal nuovo calendario, con tre settimane di tempo (e quindi più spazio) tra Roland Garros e Wimbledon. Il torneo si giocherebbe all'Harbour Club, dove oggi si disputa un torneo challenger sulla terra battuta. Del passaggio dalla terra all'erba si parla da tempo, anche per voce del patron Carlo Alagna. Parlando di una possibile crescita del torneo, disse che il cambio di superficie sarebbe stata l'unica via. Ma si pensava a un challenger maschile, mentre invece – apprendiamo da Caldara – oggi i contatti sono soprattutto con la WTA, che vedrebbe molto bene un torneo in una piazza importante come Milano dopo l'unica edizione giocata nel 1991. Un torneo WTA comporta meno spese e meno obblighi rispetto a un ATP, ma l'operazione sarebbe ugualmente costosa. E di questi tempi non è facile trovare sponsor e partnership. Massimo Policastro, maestro del club e già direttore del challenger, ritiene che a medio termine il progetto possa essere fattibile, anche perchè ci sono già alcune aziende che credono nel progetto.A dare la notizia è stato Marco Caldara sul sito www.tennis.it. Dal 2014, oppure dal 2015, Milano potrebbe ospitare un torneo WTA sull'erba. L'operazione sarà facilitata dal nuovo calendario, con tre settimane di tempo (e quindi più spazio) tra Roland Garros e Wimbledon. Il torneo si giocherebbe all'Harbour Club, dove oggi si disputa un torneo challenger sulla terra battuta. Del passaggio dalla terra all'erba si parla da tempo, anche per voce del patron Carlo Alagna. Parlando di una possibile crescita del torneo, disse che il cambio di superficie sarebbe stata l'unica via. Ma si pensava a un challenger maschile, mentre invece – apprendiamo da Caldara – oggi i contatti sono soprattutto con la WTA, che vedrebbe molto bene un torneo in una piazza importante come Milano dopo l'unica edizione giocata nel 1991. Un torneo WTA comporta meno spese e meno obblighi rispetto a un ATP, ma l'operazione sarebbe ugualmente costosa. E di questi tempi non è facile trovare sponsor e partnership. Massimo Policastro, maestro del club e già direttore del challenger, ritiene che a medio termine il progetto possa essere fattibile, anche perchè ci sono già alcune aziende che credono nel progetto.