Consigli, tennistici e non, per le letture di fine anno
Storie di tennis
Riccardo Crivelli segue da molti anni il tennis – oltre che altri sport, dal pugilato al canottaggio – per la Gazzetta dello Sport, e ha intervistato e seguito negli Slam e nei principali tornei tutti i più grandi campioni dell’ultimo decennio. Da collega, e amico, ho sempre apprezzato la sua capacità di unire precisione, scrupolosità e qualità di scrittura, una chimica felice che il lettore troverà anche in questo volume («RafaNadal, una questione di talento») dedicato ad uno dei miti moderni del tennis. Nadal, come Federer e Djokovic, è un «pezzo unico» e le sue qualità umane non sono inferiori a quelle sportive, per questo Riccardo ha deciso di raccontarlo attraverso un doppio binario: gli infiniti successi nel circuito e la sua vita quotidiana, il suo rapporto strettissimo con la sua isola, Maiorca, la sua famiglia, il clan che lo accompagna fin da quando era il «Nino» del Tour. Ne esce un ritratto a tutto tondo di un fuoriclasse che di talento, quello di cui si parla nel titolo, ne ha in abbondanza: come tennista e come uomo. Ben pensato, e ben scritto.
Una questione di talento
Riccardo Crivelli
Diarkos (304 pagine, 18 euro)
Roger Federer ha smesso di giocare, ma non abbandonerà mai il nostro immaginario, i nostri ricordi e i nostri discorsi sul tennis. Per questo su di lui si continueranno a scrivere libri, persino saggi. Di certo quello che ha prodotto Remo Borgatti («Il grande libro di Roger Federer»), studioso e statistico del tennis, già autore di importanti volumi sul Masters, è molto particolare. Si tratta infatti di 542 pagine per la maggior parte dedicate ai numeri del genio: attività, record, gli head-to-head con tutti i suoi avversari, anzi tutti i suoi match, fin dal livello giovanile, analizzati e studiati dal punto di vista delle cifre, una ricchezza e completezza di dati impressionante, e anche un filo ossessionante, in senso buono. Sapere che nel torneo di Bangkok il Genio ha servito il 61 per cento di prime palle o che contro Santiago Giraldo negli Slam ha servito 5 ace è insieme un delirio e una meraviglia. Cioè i sentimenti che per 24 anni Federer ha suscitato in chiunque ami il tennis.
Il Grande Libro di Roger Federer
Remo Borgatti
Ultra sport (542 pagine, 24 euro)
Anche i nostri tennisti, dopo anni di limbo più o meno confortevole, stanno conquistandosi un posto di primo piano nel tennis mondiale, ed è normale che arrivino in libreria volumi che ne narrano la storia. Sotto Natale ecco ben due biografie del nostro miglior giocatore, Matteo Berrettini, sull’onda della finale dello scorso anno a Wimbledon. Partiamo da quello che gli hanno dedicato Valentina Clemente e Marco Mazzoni, duo collaudato che fin dal titolo «Berrettini. La Forza del pensiero» ci offrono una chiave di lettura del percorso dell’azzurro, e insieme un riassunto del loro approccio. Le imprese di Matteo infatti vengono raccontate, ma in controluce al loro risvolto psicologico e umano. Mazzoni in particolare si occupa del lato tecnico e di quello degli infortuni, una costante della carriera di Berrettini, legata a doppio filo al tema della potenza che sa esprimere, mentre Clemente si occupa dell’impatto ‘visivo’. A rendere particolare e interessante il volume sono anche le numerose testimonianze raccolte fra gli addetti ai lavori in alcuni capitoli a parte: gli ex tennisti Antoine Bennetteau, Mark Woodforde e Tatiana Golovin, i giornalisti specializzati di varia estrazione Alessandro Nizegorodcew, Simon Cambers, Arnaud Cerutti e Sebastian Fest, il produttore televisivo Richard Waumsley. La prefazione, interessante e brillante come sempre, è di Stefano Meloccaro.
Berrettini. La forza del pensiero
Valentina Clemente, Marco Mazzoni
Ultra Sport (166 pagine, 14,90 euro)
Carlo Magnani è uno studioso di valore, ricercatore di Istituzioni di Diritto Pubblico presso il dipartimento di Scienze della Comunicazione dell’Università di Urbino, esperto di filosofia e scienze sociali, ma anche un grande appassionato di tennis. Uno sport a cui ha già dedicato anni fa un prezioso volumetto («Filosofia del tennis») e a cui ritorna ora per un editore di prestigio come Mimesis con questo «Il Genio, il Pirata, Il Ribelle. La filosofia del tennis globale di Federer, Nadal e Djokovic». Un approccio originale e intrigante, che riprende il discorso dello studio di dieci anni fa aggiornandolo alle sfide e al contesto culturale di questi anni. La storia, come aveva predetto qualcuno, non è finita, anzi, e al pari del tennis dei nostri giorni naviga in un ‘quinto set’, quello appunto della globalizzazione, dopo aver attraversato il medioevo e i vari stadi della modernità. Novello e scanzonato, ma rigorosissimo, Plutarco, Magnani inserisce in questi scenari le vicende dei Tre Grandi, Il Genio Federer, il Pirata Nadal e il Ribelle Djokovic, facendo interagire le loro ‘filosofie’ di vita e di gioco con una quantità inesauribile di riferimenti, mescolando come sarebbe piaciuto al grande critico russo Bakhtin alto e basso, il concetto di sovranità e Brancaleone da Norcia, Junger e Pasolini, Lendl e Walter Benjamin. Il risultato è una lettura vorticosa e fascinosa, che rende permeabile – come deve essere – lo sport al ‘contesto’ storico, sociale e culturale. «Come ha insegnato Roland Barhes – riassume Magnani citando il grande semiologo francese – lo sport è innanzitutto fra opposte concezioni dell’uomo più che una questione di punteggi e misure». E chi meglio dei Tre Filosofi di Basilea, Manacor e Belgrado può farcelo capire?
Il Genio, il Pirata, il Ribelle. La Filosofia del tennis globale di Federer, Nadal e Djokovic
Carlo Magnani
Mimesis (106 pagine, 10 euro)
Settembre 2022: Roger Federer dà l’addio alle gare durante la Laver Cup di Londra ed entra definitivamente nella leggenda, del tennis e dello sport. Questo libro racconta tutti i suoi 103 tornei conquistati in ventiquattro anni. Quasi un quarto di secolo che Stefano Semeraro ha trascorso a osservarlo e ammirarlo in azione, a intervistarlo, studiarlo, rincorrendolo per i tornei di tutto il mondo, da Roma a Shanghai, da Wimbledon a New York, e persino a ritrarlo sul suo taccuino, per cercare di decifrarlo meglio. Il risultato non è solo una biografia ma anche un racconto, quasi un romanzo, delle sue (tante) vittorie e dei suoi (rari) passi falsi, arricchito dai mille aneddoti rubati a chi Federer lo ha incontrato sul campo e ne ha condiviso la vita randagia del tennista professionista. I ritratti dei suoi avversari più illustri, da Agassi a Djokovic, da Nadal a Murray, e le statistiche curate dall’esperto Luca Marianantoni, raccolte in coda al volume, completano il quadro della straordinaria carriera del Genio di Basilea.
Il codice Federer
Stefano Semeraro
Pendragon (383 pagine, 22 euro)
Dopo «Gladiatori della terra rossa, dedicato agli Internazionali d’Italia, e «Maestri per sempre», dedicato alle Atp Finals che l’anno scorso debuttavano in Italia, ecco «Gli Italiani in Coppa Davis», il volume dedicato alla nostra avventura nell’Insalatiera che completa per ora un trittico proposto dalla Fit e da Giunti editore. Una perfetta strenna natalizia per tutti gli appassionati che arriva a celebrare i 100 anni della nostra partecipazione alla Coppa, e lo fa attraverso un corredo fotografico emozionante recuperato da Luca Marianantoni, che con la solita maestria si è occupato anche di statistiche, numeri e date. A curare la parte scritta una delle firme più note del nostro tennis, Vincenzo Martucci, autore anche dei due capitoli che riguardano gli anni 1984-2000 («Fra luci e ombre, una stagione di premes- sa») e 2001-2022 («Crisi, maturazione e sviluppo del tennis italiano»). La prefazione è invece a opera del santo protettore della nostra Davis, Nicola Pietrangeli, mentre lo storico e tecnico Luca Bottazzi si è occupato della ‘preistoria’, ovvero degli anni 1874-1914 («La sfida più bella all’alba del Novecento») e del capitolo iniziale che va dal 1922 al 1939 («L’Italia di De Morpurgo, De Stefani e Gaslini: dagli esordi alla vigilia della guerra»). Roberto Perrone, scrittore e per decenni firma di punta del Corriere della Sera si è invece occupato del periodo 1948-1970 («Dal Dopoguerra all’era Pietrangeli») mentre è stato il nostro grande davisman Paolo Bertolucci a raccontare l’avventura di «Una Squadra», come l’ha definita Domenico Procacci nella sua fortunata serie tv, negli anni che vanno dal 1971 al 1983 («Come eravamo, noi Magnifici quattro»). Alessandro Mastroluca ha invece narrato del ritorno a Bologna della Davis dopo 46 anni, tratteggiando la nuova era del nostro tennis che a Malaga ci ha riportato vicini ad una finale. Storie, curiosità e statistiche che formano davvero una Bibbia per tutti gli appassionati.
Gli Italiani in Coppa Davis. 1922-2022
a cura di Vincenzo Martucci e Luca Marianantoni
Giunti-Fit (228 pagine, 35 euro)
Anche Riccardo Bisti, giovane ma ormai storico giornalista tennistico, apprezzata voce di Eurosport, manda in libreria per Kenness una biografia dell’unico finalista italiano di Wimbledon – «Matteo Berrettini. The Hammer» – che mette subito in risalto il soprannome e la caratteristica più evidente del gioco di Matteo, ovvero la potenza, che gli consente di prendere a «martellate» gli avversari. Come al solito scrupoloso e documentato, Bisti ci accompagna nella vicenda sportiva e umana di Berrettini raccogliendo una grandissima quantità di aneddoti e circostanze, e intrecciandole con il contesto sportivo degli anni della formazione. Ed è proprio sul ‘giovane’ Berrettini, sui suoi dubbi e tormenti, sulla sua crescita avvenuta accanto ad alcuni punti fermi che si focalizza l’attenzione del volume, prezioso per chi voglia comprendere quanta fatica, quanta energia e grinta siano necessari ad un ‘cucciolo’ di campione per farsi strada nel professionismo. Interessanti quindi le testimonianze di chi da tanto tempo accompagna l’avventura di Matteo, in particolare l’allenatore e ‘fratello maggiore’ Vincenzo Santopadre, il mental coach Stefano Massari e il fratello Jacopo Berrettini. Puntuale e azzeccata la prefazione di una firma ben conosciuta come quella di Federico Ferrero. Unico appunto, i tanti refusi ed errori di stampa che suggerirebbero una seconda edizione per regalare la giusta cornice al bel lavoro di Bisti.
Matteo Berrettini. The Hammer
Riccardo Bisti
Kenness (141 pagine, 16,95 euro)
Non solo tennis…
Sono nati nello stesso ospedale a 38 mesi di distanza, e arrivati entrambi sul tetto dello sport mondiale. Ecco la storia, raccontata con competenza e la consueta leggibilità da Enrico Schiavina, che di tennis si è occupato a lungo e da sempre è anche un apprezzato esperto e appassionato di basket, italiano e internazionale. I due sono LeBron James e Stephen Curry, idoli della Nba. L’infanzia, la crescita, l’esplosione di due talenti enormi ma diversi, eppure entrambi capaci di cambiare la storia del basket. Una storia umana e sportiva assolutamente da non perdere.
Uno Contro Uno.
LeBron James vs Stephen Curry
Enrico Schiavina
Edizioni Pendragon (234 pagine, 18 euro)
Quasi cent’anni di storia, dall’oro olimpico di Londra ai successi più recenti: ecco la storia della pallanuoto a Napoli raccontata da uno dei suoi grandi protagonisti, Pino Porzio, bandiera del circolo Posillipo, con cui ha vinto tutto quello che c’era da vincere, sia in vasca sia in panchina. Medaglia d’oro a Barcellona nel 1992, campione del mondo nel 1994 ha poi guidato la Pro Recco per otto stagioni e in questo volume, affiancato da Paquito Catanzaro, ci racconta una straordinaria avventura di sport, corredandola con i capitoli-monografia dedicati a grandi amici e avversari come Eraldo Pizzo, Manuel Estarte, Gianni De Magistris e tanti altri. Con la prefazione del Presidente del Coni Giovanni Malagò.
Palombella gloriosa.
Un secolo di pallanuoto napoletana
Pino Porzio, Paquito Catanzaro
Homo Scrivens (233 pagine, 15 euro)
Non solo sport…
Gi appassionati di tennis conoscono bene Massimo D’Adamo, tecnico e studioso del gioco fra i più apprezzati in Italia, ex direttore del centro federale di Riano oltre che giornalista pubblicista e collaboratore de Il Tennis Italiano. Questo però non è un libro di tecnica o un ‘pezzo’ dei suoi, documentati e intriganti, ma un romanzo che tratteggia una originale figura femminile, Lucrezia, detta ‘Teta’, nata agli inizi del Novecento in un borgo ascolano e che, passando
per un’infanzia contadina, una guerra mondiale e le difficoltà del primo dopoguerra, saprà rompere gli schemi della società di allora e compiere con caparbietà – e resilienza, diremmo oggi – un percorso di riscatto attraverso la voglia di evadere dal quotidiano e conoscere il mondo.
Teta. Un sogno a metà
Massimo D’Adamo
Viola Editrice (196 pagine, 15 euro)
Anche la seconda storia non sportiva è una storia vera, ed è la storia di una donna. Paola Cereda, psicologa, scrittrice (premio Strega Giovani) e grande appassionata di tennis – in estate avete letto un suo racconto su il Tennis Italiano – in «La figlia del ferro» racconta la storia di Iole, che all’Isola d’Elba da sola affronta la fame, la guerra, l’abbandono della madre, l’uccisione del padre da parte dei fascisti, i pregiudizi della gente, e finisce per trasformarsi in eroina salvando altre donne dalle violenze. Un romanzo frutto di anni di ricerca, che fa divorare le pagine e narrando di anni apparentemente lontani ci racconta molto dell’Italia: anche di quella di oggi.
La figlia del ferro
Paola Cereda
Giulio Perrone (238 pagine, 16 euro)