Jelena Ostapenko conquista la semifinale al Miami Open, vincendo due tie-break in un match da montagne russe contro Elina Svitolina. A tratti è sembrato di rivedere la giocatrice del Roland Garros: ha provato a far esplodere ogni palla, da ogni angolo del campo, senza pensare troppo. Una strategia che ha pagato, e può renderla pericolosissima.“Ho sbagliato tanto, ma è normale quando cerco di giocare in maniera così aggressiva. Però penso che i miei colpi vincenti siano stati di più dei gratuiti”. A Jelena Ostapenko sono bastati dieci secondi al microfono per sintetizzare come si deve l’ora e 48 minuti di tennis che le hanno consegnato la semifinale al Miami Open, dopo una battaglia da montagne russe contro Elina Svitolina, domata con due tie-break. È stato un duello in pieno Ostapenko-style, perché ha fatto tutto lei, costruendo e smontando con la stessa facilità, e la capacità innata di giocare sempre allo stesso modo, pensando poco e spingendo tanto. A volte può diventare controproducente, ma quando i vincenti (44) sono più degli errori (42), difficilmente la vittoria finisce nelle mani dell’avversaria. La ventenne lettone ha vinto così il suo incredibile Roland Garros, e nello stesso modo ha deciso di ripartire, dopo un periodo in cui – a suo dire – aveva ridotto l’aggressività, per tentare la via di un tennis più pensato. La ragione dice che la strada giusta sarebbe quella, ma i risultati smentiscono la tesi e suggeriscono di continuare a picchiare una palla sì e l’altra pure, perché è così che i suoi (pochi) schemi possono diventare letali. Giocare con di lei può diventare frustrante: certi giorni è piacevole perché regala un sacco e c’è poco da fare, altri è terribile. Dalla metà delle palle che tocca viene fuori o un vincente o un errore, così l’avversaria fa fatica a trovare ritmo e in certe fasi del match rischia di fare la comparsa, nel bene e nel male. Per informazioni chiedere alla Svitolina, che le ha provate tutte per cercare un pizzico di continuità, nel suo tennis come nel punteggio, ma ha finito per lasciarsi trascinare dal tornado Ostapenko. La storia del match si è capita già nei due game d’apertura, quando la lettone le ha prima tolto la battuta a zero e poi ha restituito immediatamente il break, con quattro errori gratuiti, e così le due sono andate avanti fino alla fine, scambiandosi errori e frustrazione.“VOLEVO TIRARE VINCENTI DA OGNI POSIZIONE”
Dopo quasi due ore di saliscendi ha vinto la giocatrice più fredda nei tie-break, ed è stata in entrambi i casi la lettone, tornata protagonista dopo qualche mese complicato. Si era capito che l’impresa al Roland Garros sarebbe rimasto almeno per un po’ un caso isolato, perché non sempre può funzionarle tutto bene come a Parigi, ma c’è anche la certezza che prima o poi qualche altro exploit salterà fuori. Magari già a Miami? Il tabellone è apertissimo, e dice che si può fare, a partire dalla semifinale contro Venus Williams o la sorprendente Danielle Collins. “Prima del match sapevo che l’aggressività sarebbe stata fondamentale – ha detto la giovane di Riga – così appena ne ho avuto la possibilità ho cercato il vincente. Negli scorsi tornei ho provato a giocare un tennis più regolare, ma visto che non ho paura a prendere rischi, credo sia meglio cercare di fare male ogni volta che posso”. La parola chiave del suo tennis è una sola: tirare. L’ha fatto quando era avanti nel punteggio e l’ha fatto ancora meglio quando è stata costretta a rincorrere, recuperando tre volte un break di svantaggio nel secondo set. L’ucraina ha anche servito per il set sul 6-5, ma l’ha ripresa un’altra volta e poi l’ha beffata al tie-break, scappando subito via. “Ho rischiato qualcosa perché sono andata un po’ troppo di corsa. Volevo tirare vincenti da ogni posizione. In certi casi devo sapermi adattare di più, ma penso che l’aggressività, oggi, mi abbia aiutato molto”. La Svitolina ci ha messo del suo, mancando varie chance e non riuscendo a fare pesare la sua superiorità nei momenti decisivi. “Alcune piccole cose – ha detto – hanno fatto la differenza. Non sono riuscita a concentrarmi come si deve, e lei certe opportunità non le fallisce. Ma il tennis è questo, e da certe sconfitte si può imparare e migliorare”. Se vorrà crescere ancora dovrà farlo, perché sin qui nei tornei che pesano davvero le è sempre mancato qualcosina. Nel 2017 ha vinto tre Premier Five che le hanno permesso di attaccare il numero uno WTA, eppure fra Slam e Premier Mandatory ha giocato appena una semifinale in carriera, due anni fa a Pechino. Un dettaglio che in certe posizioni di classifica fa una differenza enorme.
WTA PREMIER MANDATORY MIAMI – Quarti di finale
Jelena Ostapenko (LAT) b. Elina Svitolina (UKR) 7-6 7-6
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