Non voleva più mettere i piedi in un campo da tennis, neanche come coach. E invece dopo i tanti infortuni e un momento di riflessione lontano dal circuito, Christopher O’ Connell si è regalato il primo ottavo di finale in un Masters 1000 e in serata si prepara a sfidare Jannik Sinner, con quel precedente che sorride all’australiano
“Guadagnavo poco con le barche, tutti pensavano che fossi pazzo. Ma non volevo mettere piede in campo”. Sembra il racconto di un ex tennista, e invece è l’incredibile storia di Christopher O’ Connell che si appresta a sfidare Jannik Sinner al Miami Open. Una carriera tutt’altro che ordinaria quella del tennista australiano, che alla soglia dei trent’anni si sta regalando una seconda giovinezza con risultati che lasciano ben sperare. Le dichiarazioni sopra riportate fanno riferimento al periodo che va dall’inizio del 2017 a metà del 2018, periodo nel quale O’ Connell si allontana momentaneamente dal circuito maggiore e decide di dedicarsi a tutt’altro. Il motivo? I tantissimi infortuni che lo hanno condizionato tra il 2012 e il 2017, senza riuscire a trovare risultati importanti e gravitando tra le posizioni 200 e 300 del ranking, all’età di 23 anni quando avrebbe dovuto raccogliere quanto seminato negli anni precedenti. Prima il lungo stop di 18 mesi tra il 2012 e il 2014 per una frattura da stress alla schiena, poi la polmonite e i problemi legati alla tendinite a un ginocchio nel 2017 e l’esigenza di fermarsi.
Proprio Jannik Sinner – suo avversario negli ottavi di finale a Miami di questa sera – aveva raccontato pochi giorni fa dell’esigenza e dell’importanza di staccare la spina, come ha fatto l’altoatesino durante l’interruzione per pioggia contro Griekspoor. O’ Connell lo ha fatto come si diceva per un anno e mezzo, prima di iniziare un’autentica risalita a partire dall’inizio del 2019 che lo porta oggi a essere numero 66 del ranking mondiale. Cinque titoli ITF – quattordici totali in carriera – tra l’aprile e il novembre del 2019, con la prima vittoria nel circuito maggiore che arriva solamente nel 2020 alla ripresa del tennis dopo lo stop per la pandemia. Nel primo turno degli US Open supera Laslo Djere al primo turno e strappa un sorriso a tutti con una battuta quando gli viene fatto notare che ha appena vinto 100mila dollari “Ora potrei comprarmi una macchina, non ce l’ho”.
Gli ultimi anni a livello ATP parlano di un ingresso tra i primi 100 giocatori al mondo a fine 2022 dopo la vittoria nel Challenger di Yokohama, la prima e al momento unica semifinale a livello ATP giocata e persa contro Holger Rune nell’ATP 250 di Monaco lo scorso anno e quel precedente contro Sinner ad Atlanta. Era il 2021, l’australiano era numero 123 delle classifiche mondiale e si impose con il punteggio di 7-6, 6-4 sull’azzurro che in quel momento era ancora numero 23 nel ranking. I due si ritrovano dopo tre anni con prospettive totalmente differenti da quel primo scontro diretto in America, tra due giocatori che comprendono a pieno l’importanza dello staccare la spina per arrivare a conquistare gli obiettivi di una vita.