A SPASSO PER IL ROLAND GARROS – Curiosità e stranezze direttamente dal Day 4. Il tennista che va matto per la caprese, Il Powerade di Kyrgios, il Twix (e non il Mars) di Bourgue, il calabrone della Knapp, le telecamere telecomandate e l’ex avvocatessa che diventa una top-giornalista.

Mai fidarsi delle giornate apparentemente tranquille. Per un paio di set, Andy Murray è stato “scherzato” dallo sconosciuto francese Mathias Bourgue (n.164 ATP). Giocando come in paradiso, Borgue ha mandato in visibilio un Campo Chatrier che non aspettava altro. Ha creato un clima da Coppa Davis, in cui il box di Murray è stata l’unica fonte di supporto per lo scozzese. Pur senza giocare alla grande, lo scozzese ha rimesso in piedi la partita. “La sua palla rimbalzava molto alta, mi metteva in difficoltà – ha detto Murray – di certo non volevo giocare due partite di cinque set ai primi due turni. Sono un po’ preoccupato per il prossimi match, però il lato positivo è che contro Karlovic difficilmente ci saranno scambi troppo lunghi. Magari sarà una partita lunga, ma meno dispendiosa sul piano fisico”. Bourgue ha 22 anni e sembra un buon prospetto. I francesi sono preoccupati per il futuro, ma le loro nuove leve sembrano migliori di quelle italiane. Le ha elencate lo stesso Bourgue, che si è elegantemente tirato fuori. Ha sentenziato che Lucas Pouille sarà il futuro numero 1 di Francia, poi ha menzionato Pierre Hugues Herbert, Quentin Halys, Gregoire Barrere e Constant Lestienne. Quest’ultimo, magari, farà bene cancellare il suo account su un sito di betting, mentre il primo ha dato una grossa delusione al pubblico, lasciando strada al lucky loser Andrej Martin. Un tipo simpatico, lo slovacco. Gioca spesso i challenger in Italia, dove è invidiato per la splendida fidanzata e dove fa incetta di caprese con prosciutto, decisamente il suo piatto preferito. “Il migliore al mondo”. Numero 133 ATP, probabilmente migliorerà il suo best ranking. Ok, abbiamo divagato, ma non troppo: è stata la giornata di cibi e bevande particolari. Il primo a lamentarsi è stato Nick Kyrgios. Nel suo match-flash contro Igor Sijsling (maciullato in appena 70 minuti), si è preso un rimbrotto dal giudice di sedia perché beveva un Powerade preso dalla sua borsa. A quanto pare, non si può. Poteva arrabbiarsi, ma per fortuna hanno provveduto a portargli un altro Powerade. E il buon Nick l’ha presa bene. Ne avrà bisogno anche per il prossimo match, quando Richard Gasquet lo metterà duramente alla prova.

Ancora più divertente il siparietto di Bourgue. A un certo punto, ha chiesto un Mars e una Coca Cola. Non esattamente gli alimenti indicati per un atleta. Non gli è andata troppo bene: niente Coca Cola, e gli è pervenuto soltanto un Twix. Cioccolata per cioccolata…”Ho fatto questa richiesta perché sentivo di essere in ipoglicemia. Me l’ha consigliato Gilles Simon. A suo dire, Mars e Coca Cola sono miracolose quando non ne hai più”. Mentre Bourgue diceva queste cose, “Gillou” giocava una partita lunghissima contro Guido Pella, 4 ore e 30 minuti risolti positivamente dopo essere stato a due punti dalla sconfitta. Chissà se ha messo in pratica i consigli che lui stesso aveva dato al connazionale. E chissà se avrà visto un video di Muhammad Alì prima di scendere in campo. Era quello che Olivier Malcor, allenatore di Bourgue, aveva mostrato al suo allievo prima della partita. Tornando al giovane francese, ha colpito una sua dichiarazione.Nei due set vinti contro Murray non ho mai avuto la sensazione di essere ‘in the zone’. Contro Murray non è necessario, è uno che ti lascia giocare”. Che sia questa la ragione per cui lo scozzese è stato per anni un gradino sotto (anche due…) rispetto a Federer, Nadal e Djokovic?


LA FILOSOFIA DI PELLA E I BAGNI DEL CENTRO DI ALLENAMENTO
Una delle domande più frequenti per un tennista, specie dopo una sconfitta, è la classica: “Cosa ti manca per…”. Lo hanno fatto anche i giornalisti argentini con lo stremato Guido Pella, deluso (o meglio, distrutto), ma sempre educato e signorile. “Fondamentalmente mi sono mancati due punti: ero 6-5 e 30-15 nel quarto set”. A volte le risposte sono molto, molto semplici. Un monito a fare domande più stimolanti. E’ però vero che nell’ultimo game (5-4 al quinto per Simon, 0-30 sul servizio del francese), Pella ha lasciato andare una palla che gli sembrava fuori. E invece era buona. “Che volete che vi dica – ha sospirato – dopo quattro ore non pensi più a niente. Sei distrutto, vai avanti d’inerzia…”. E’ tempo di lavori al Roland Garros. Silenziosamente, in attesa di ‘sto benedetto pronunciamento del Consiglio di Stato, gli organizzatori stanno cercando di migliorare i servizi. Per questo ci sono alcuni disagi temporanei, come ad esempio l’impianto per gli allenamenti. Lo hanno predisposto presso il Centro Sportivo Jean Bouin, in Rue de Chateau, a circa 300 metri dall’ingresso est del Roland Garros. Ci sono nove campi a cui i giornalisti possono accedere, ma con precise restrizioni. “Non potete entrare in campo, non potete effettuare interviste e nemmeno entrare negli spogliatoi o in palestra – ha detto la gentile signorina addetta ai media – però, ovviamente, se avete necessità potete andare in bagno”. Qualche faccia tosta, dunque, potrebbe fingere un attacco di dissenteria ed entrare negli spogliatoi dove, in pochi minuti, si sono infilati Juan Monaco, Tomas Berdych e Justine Henin (che fa parte del team di Elina Svitolina). Curiosità: per entrare nell’impianto, i giornalisti devono lasciare il loro badge alla suddetta signorina e in cambio ricevono una fascia da mettere al braccio. Ci siamo domandati perché. Unica risposta possibile: essere più identificabili dagli addetti alla sicurezza (molto numerosi anche al Jean Bouin). C’era Rafael Nadal che faceva stretching, attorniato dalle consuete persone di fiducia: zio Toni, Carlos Costa e Benito Perez Barbadillo. Una troupe riprendeva ogni suo movimento. Noi abbiamo seguito l’allenamento di Karin Knapp: sul Campo 31 (!) ha palleggiato a ritmi sempre più alti con la bellissima Mandy Minella, sua compagna di doppio. La partita contro le giapponesi Hibino-Hozumi non è andata troppo bene (hanno perso 6-1 6-7 6-4), ma Karin colpisce alla grande. Contro la Sevastova avrà certamente le sue chance. A seguire l’allenamento c’erano il coach-fidanzato Francesco Piccari e il preparatore atletico Marco Panichi, che ha sottolineato la durezza degli allenamenti a cui si è sottoposta Karin per tornare in forma. C’è stato un attimo di preoccupazione quando Karin si è piegata toccandosi il ginocchio destro, quello già martoriato da tre operazioni. “Qualcosa mi ha punto”. Zanzara o calabrone che fosse, non poteva andare da un’altra parte? “E’ incredibile: qualunque cosa le succeda, anche una bottarella contro un mobile, capita nei pressi del ginocchio destro”. Per fortuna è tutto OK e l’Italia del tennis sarà tutta al suo fianco giovedì mattina, alle ore 11.

A chiudere, due notarelle. Se leggete la nostra Guida TV, saprete che la copertura TV del torneo è impressionante, senza precedenti: telecamere su 15 campi. Non tutti sapranno, tuttavia, che molte telecamere nei campi secondari sono senza operatore! A parte la telecamera “alta” che riprende lo scambio (che può essere fissa), anche quelle in basso non hanno cameraman. “Allora come mai si muovono?” vi domanderete. Facile: sono telecomandate a distanza! Sotto la sedia dell’arbitro c’è un addetto, un mini-regista, che dal suo computer muove le due telecamere che servono per effettuare i primi piani. Fa abbastanza impressione vederle muoversi da sole, ma tecnologia avanza: meno personale, più campi coperti. Sempre in tema di media, una storiella che può dare speranza ad aspiranti reporter. Uno dei volti più noti della stampa specializzata è Courtney Nguyen, ragazza americana di origini vietnamite. Laureata in scienze politiche e sociologia, ha intrapreso la carriera di avvocato e l’ha portata avanti per sette anni. A un certo punto, ha mollato il suo lavoro per scrivere di tennis. Ha iniziato con un blog, ma era talmente brava che l’hanno notata in tanti. Ha scritto per qualche anno su Sports Illustrated e ha realizzato innumerevoli collaborazioni. L’anno scorso è stata assunta a tempo pieno dalla WTA, per cui è diventata la “WTA Insider”. A Parigi si occupa anche della radio ufficiale del torneo (French Open Radio) ed è davvero onnipresente. In tempi di crisi, storie come questa possono essere uno stimolo a provarci ugualmente. Ma c’è un requisito imprescindibile: essere bravi, molto bravi. E non è semplice arrivare al livello di Courtney.

Hanno ricordato a Ivo Karlovic che è il più anziano a raggiungere il terzo turno di uno Slam dai tempi di Jimmy Connors al leggendario Us Open 1991.
“Eh, è l’unica cosa per cui essere vecchio è un fattore positivo…”