La storia del tennista serbo che ha stupito il mondo alle Next Gen ATP Finals di Gedda: un’esplosione che viene da lontano
Djokovic, ancora una volta, ci ha visto giusto. Ha visto la stoffa del campione in Hamad Medjedovic, il campione delle prime Atp Next Gen Finals giocate a Gedda – quest’anno Belgrado & dintorni ha fatto il pieno di Maestri e «Maestrini» – e l’ho ha accolto nella sua academy di Belgrado. Di più: gli ha pagato allenamenti, trasferte, soggiorni. Ancora di più: ha iniziato a farlo quando in pochi avrebbero scommesso sul ragazzo di Novi Pazar, scoperto da Edis Fetic nella capitale del Sangiaccato – la regione a sud ovest della Serbia che ospita cristiano ortodossi e bosgnacchi musulmani come la famiglia di Hamad – e che a 10 anni si è trasferito a Belgrado in cerca di un futuro nel tennis. Un futuro che sta già cibandosi di presente.
«Siamo stati fortunati a finire nelle sue mani – raccontava un anno fa a Sportal Eldin Medjedovic, il papà di Hamad – Perché Novak sta facendo veramente di tutto per Hamad: economicamente, psicologicamente, socialmente. Mi ricordo una conversazione con lui, nella quale mi parlava dei passi che Hamad avrebbe dovuto compiere: mentre lo ascoltavo volevo pizzicarmi per capire se non stavo sognando…».
Oggi sembra tutto molto facile: Il debutto Atp a Belgrado nel 2021, il primo titolo Challenger a Ludenscheid nel 2022, battendo Zhizhen Zheng in finale dopo essersi lasciato alle spalle Cecchinato e Jarry, il debutto in Davis (contro la Norvegia) e negli Slam, e le prime semifinali Atp quest’anno a Gastaad. Ma Nole aveva scommesso due anni e mezzo fa su di lui.
All’inizio Eldin e lo stesso Hamad era spaventati dai costi che comportava una scalata del genere. E’ stato il Djoker a tranquillizzarli. «Novak mi ha detto, Edo non lo faccio per denaro – ha spiegato papà Medjedovic – Ho altri modi per guadagnare. Il mio ruolo è di dare una mano. Che persona sarei nse non facessi del mio meglio per aiutare i ragazzi che se lo meritano? Faremo così: domani, quando Hamad avrà successo, sarai tu a fare lo stesso con chi ne avrà bisogno». Risultato: per tutto il 2021, quello del debutto fra i ‘grandi’, Hamad non ha spesso «un solo dinaro» per coach – del livello di Victor Troicki – hotel, viaggi, fisioterapisti, massaggiatori. Non un investimento banale. Ma forse l’esempio di ciò che Juan Carlos Ferrero ha fatto con Carlos Alcaraz a partire dai 13 anni di Carlitos è stato d’ispirazione.
«Ci pensate? Il migliore al mondo che chiamava mio figlio per allenarsi con lui – ha raccontato sempre Eldin a Sportal – Come se Ronaldo e Messi ti telefonassero per chiederti se hai voglia di giocare a calcio con loro. Sembra strano di questi tempi, ma grazie a Dio ci sono ancora persone per cui i soldi non sono tutto, ma conta ancora l’umanità. Novak ha perino rovato il tempo di mandare un messaggio di congratulazioni ad Hamad, quando ha vinto il suo primo Challenger, mentre era impegnato a Wimbledon». A vent’anni Medjedovic è numero 110 del mondo, il 2024 può essere l’anno della fioritura nel Tour. «Che cosa mi piacerebbe fare se non fossi un tennista? Lavorare per l’Fbi», ha raccontato a Gedda Hamad, i cui idoli sportivi sono Mike Tyson, Kobe Bryant e l’ex campione dell’UFC Khabib Nurmagomenov, e che dice di ammirare il rapper Tupac, morto ad appena 25 anni in un regolamento di conti fra gang nel 1996. Le sue doti di lottatore del resto Medjedovic, uno capace di vincere tre Challenger ad appena 19 anni, le ha mostrare in campo anche a Gedda, durante tutto il torneo e nella combattutissima finale contro Arthur Fils.
Sinner & Co. sono avvisati.