Tra un commento e l’altro del match Lorenzi-Murray, non sono mancati gli sfottò del vecchio John McEnroe … di ROBERTA LAMAGNI

di Roberta Lamagni – foto Getty Images

 

Il moccioso perde il pelo ma non il vizio. Irriverente, provocatorio, senza mezze misure: John McEnroe non le ha mai mandate a dire e forse per questo i suoi commenti su Espn, impegno per cui da qualche mese mette in secondo piano la consulenza con Milos Raonic nelle settimane Slam, riscuotono sempre così tanta attenzione.

 

Questa volta l'oggetto di scherno di SuperBrat è stato proprio il nostro Paolo Lorenzi, protagonista di un match di livello "astronomico" opposto al numero 2 del mondo Andy Murray.

 

Fino ad oggi, vale a dire fino all'edizione in corso dello Us Open, il senese, in 36 partecipazioni Slam tra tabellone principale e qualificazioni, aveva superato il primo turno in due sole occasioni. Non è un mistero che Paolo abbia scelto di costruirsi la carriera raccogliendo punti nei Challenger, competizioni minori, di svariati gradini inferiori per livello, montepremi e assegnazione punti a uno Slam.

 

L'incredibile costanza e continuità di rendimento hanno ormai da anni aperto le porte della Top 100 all'allievo di Claudio Galoppini, rendendolo non più tardi di quest'estate il n.1 d'Italia.

 

Vero è che i risultati, l'inossidabile vecchietto d'Italia, se li è conquistati con tanto sudore e lavoro. Vittorie nelle sfere meno nobili del tour, ma che hanno contribuito ad accrescerne la consapevolezza. Ecco perché l'uscita sarcastica di McEnroe durante il commento del match "Lorenzi ha paura di vincere perché deve giocare un Challenger in Italia la prossima settimana" è stata notata, estrapolata e diffusa sui social media.

 

Il commento segue tra l'altro un'esternazione di Brad Gilbert, che non più tardi dell'Australian Open 2015 aveva precisato che "Paolo Lorenzi lo batterebbe anche nelle attuali condizioni di forma". Caduta di stile o pura arte provocatoria?