L’azzurro era rimasto fuori dalle qualificazioni degli Internazionali d’Italia, ma il forfait di Becker gli ha regalato un posto, a 15 minuti dal via dell’incontro. Con chi? Giraldo, lo stesso che superò lo scorso anno. E ha vinto di nuovo lui, al tie-break del terzo set, dopo aver salvato un match-point. (Foto Costantini / FIT)

– Gli Internazionali d’Italia del 2015 sono stati il film più bello della carriera di Matteo Donati, e dodici mesi dopo l’azzurro sta provando a riavvolgere il nastro, col sogno di regalarsi un finale ancora più bello. Le possibilità ci sono tutte, visto che stavolta il suo torneo non sarebbe nemmeno dovuto iniziare, dopo il “no” alle pre-qualificazioni per recuperare al meglio da un problema alla gamba, e la beffa della sorte: fuori di un posto dal tabellone di qualificazione. Ma il forfait dell’ultimo minuto di Benjamin Becker gli ha regalato un posto, alle 9.45 di sabato mattina, giusto un quarto d’ora prima dell’incontro. E gli ha offerto pure un avversario che conosceva bene, proprio quel Santiago Giraldo che superò nel 2015 all’esordio nel main draw, incendiando il Centrale a suon di vincenti. Il colombiano si aspettava Becker, specialista dei campi veloci, e non dev’essere stato affatto contento di trovarsi di fronte un’altra volta il lungagnone di Alessandria. Sensazioni confermate dal 4-6 6-3 7-6 che ha premiato di nuovo il ventunenne azzurro, di nuovo in rimonta, di nuovo al terzo dopo un primo set bruttino. “Ma mi aspettavo una partenza complessa – ha detto a caldo l’azzurro –, ho saputo che sarei entrato in campo solo 15 minuti prima del via. Non ero pronto mentalmente, non sapevo contro chi avrei giocato. Ho dovuto preparare tutto in fretta e furia e correre in campo”. Risultato? Break immediato e 6-4 Giraldo, senza l’ombra di una chance per riagguantarlo. Ma dal secondo è cambiato tutto. Assimilata la situazione, compresa la grande opportunità, sciolto il braccio, e via. Donati perfetto al servizio, break sul 4-3 e un set pari, prima di un terzo di rincorse. Il piemontese è stato una valanga di volte a un passo dal baratro: una palla break cancellata sul 2-3, 0-30 sul 3-4, 15-30 sul 4-5, addirittura un match-point sul 5-6. Ma Giraldo ha mancato la risposta, Matteo ha ringraziato e dalle difficoltà ha lanciato lo sprint finale, chiudendo la volata a braccia aperto dopo un tie-break perfetto e l’ace finale, come i grandi campioni.

 “ERO QUI, HO FIRMATO E MI È ANDATA BENE”
Sugli spalti del Campo 4, con le tribune solo su un lato, all’inizio non c’era praticamente nessuno, visto che il programma recitava Giraldo-Becker. Alla fine, invece, non ci stava un fazzoletto. Tutto pieno, un sacco di persone accalcate per guidare Donati al successo, per sognare di nuovo insieme a lui, e prontamente ringraziate.”Dopo il primo set ho avuto coraggio, sono riuscito a reagire, e con l’aiuto del pubblico sono riuscito a portarla a casa. A Roma gioco sempre bene, la gente mi dà una grossa mano”. Lo conferma il fatto che nei primi quattro mesi dell’anno, fra infortuni vari, aveva vinto appena cinque incontri. Ma il drittone viaggia ancora come lo scorso anno, e c’è da scommettere che invece di abbatterne il morale (la classifica un po’ sì, visto che è sceso alla posizione numero 241) i problemi siano serviti a rinforzarlo ulteriormente. E se la fortuna aiuta gli audaci, lui lo è stato eccome a presentarsi comunque al Foro Italico, ad allenarsi una settimana in un ambiente di alto livello, a respirare la stessa aria che nel 2015 lo trasformò nel beniamino del pubblico. “Il torneo non era nei nostri programmi, visto che ho ripreso a giocare solamente nello scorso fine settimana. Però in ognuno degli allenamenti dei giorni scorsi ho avuto buone sensazioni, e anche se mi sentivo un po’ imballato, perché abbiamo lavorato tanto fisicamente, ho provato a firmare. Ero già qui, non mi costava nulla. Se Benjamin Becker non si fosse cancellato stamattina, alle 12 sarei partito per tornare a casa”. Invece è arrivato il forfait di tedesco, che l’ha reso il primo azzurro al turno finale delle qualificazioni. “Rispetto all’anno scorso l’emozione è diversa, non si tratta di tabellone principale, non ho vinto sul Campo Centrale, ma ogni successo a questi livelli è comunque importantissimo. E poi mica era facile giocare ancora con Giraldo e batterlo di nuovo”. Vero, ma ce l’ha fatta e ora tocca già pensare a domenica, contro il 35enne francese Stephane Robert (103 ATP), una carriera sbocciata tardissimo e ancora tanta voglia di farsi notare. “È un giocatore esperto, di grande talento. Sarà una partita complicata”. Ma nella magia di Roma tutto diventa un tantino più semplice.

GIACALONE SOGNA PER UN SET E MEZZO
Mentre sul Campo 4 Matteo Donati regalava una gran gioia al pubblico degli Internazionali, gli appassionati hanno sperato anche sull’1 insieme a Omar Giacalone, uno dei giocatori emersi dalle pre-qualificazioni, che per un set e mezzo ha messo sotto il britannico Aljaz Bedene, numero 59 del mondo e seconda testa di serie delle qualificazioni. Con una prova molto generosa e un tennis più aggressivo, il ventiquattrenne siciliano è riuscito ad annullare in un colpo solo le oltre 400 posizioni di differenza nel ranking, giocando un tennis perfetto fino al 6-4 3-1, sotto l’occhio attento di coach Cristian Brandi. La sua prestazione ha attirato anche l’attenzione di capitan Barazzutti, oltre che di papà Fulvio Fognini, ma quando è stato il momento di andare a prendersi la partita è emersa tutta la differenza di qualità fra i due giocatori. Bedene  ha avvicinato i piedi al campo e ha iniziato a spingere di più, mentre l’azzurro ha sentito il peso della pressione, finendo per disunirsi dopo un lunghissimo ottavo game. Ha salvato varie palle-break, continuando a lottare come un leone, ma alla fine ha ceduto il servizio con un doppio fallo, Bedene si è preso il 5-3 e poi ha concesso pochissimo. Fuori in tre set anche Matteo Viola, che prima ha rifilato un 6-1 a Rajeev Ram, poi, man mano che lo statunitense ha preso confidenza con la terra del Foro, ha incontrato sempre più difficoltà, fino a cedere 1-6 6-3 6-3. Saluta il Foro Italico pure Thomas Fabbiano: nel 2015 si qualificò, stavolta è caduto piuttosto rapidamente contro lo spagnolo Inigo Cervantes. Se nel maschile è già arrivato un successo azzurro, nel femminile tutte le speranze sono nella racchetta di Nastassja Burnett, ultima azzurra ancora in gara nelle “quali”. Alla sconfitta di Alberta Brianti contro Su-Wei Hsieh, dominata nel primo set ma poi emersa alla distanza, si sono aggiunte quelle di Martina Di Giuseppe (6-2 6-4 dalla Arruabarrena) e Martina Colmegna, protagonista di un buon primo set contro Monica Puig, ma poi crollata nel secondo, che l’ha vista conquistare appena sei punti.

INTERNAZIONALI D’ITALIA – Primo turno qualificazioni maschili
Matteo Donati (ITA) b. Santiago Giraldo (COL) 4-6 6-3 7-6
Aljaz Bedene (GBR) b. Omar Giacalone (ITA) 4-6 6-3 6-1
Rajeev Ram (USA) b. Matteo Viola (ITA) 1-6 6-3 6-3
Inigo Cervantes (ESP) b. Thomas Fabbiano (ITA) 6-4 6-3

INTERNAZIONALI D’ITALIA – Primo turno qualificazioni femminili
Su-Wei Hsieh (TPE) b. Alberta Brianti (ITA) 2-6 6-1 6-4
Lara Arruabarrena (ESP) b. Martina Di Giuseppe (ITA) 6-2 6-4
Monica Puig (PUR) b. Martina Colmegna (ITA) 6-3 6-0