Matteo non ha brillato a New York, e non sa spiegarsene bene le ragioni neppure lui. Nonostante tutto torna a casa con un quarto di finale Slam e una sconfitta subita dal giocatore più «caldo» del momento

Ci ha messo il cuore, e già questo lo assolve da qualsiasi critica possa scaturire per una prestazione che certamente non è stata una delle più brillanti della sua splendida carriera. Non solo: in Matteo Berrettini ho apprezzato la grande compostezza con cui ha vissuto la sconfitta sia in campo sia fuori. Un atteggiamento che conferma la maturità del grande campione. Il resto passerà per una serie di riflessioni che farà fatto nell’ambito del suo team. In proposito mi permetto di esternare la mia per dire che, lontano da qualsiasi drammone che, come spesso accade, la mancanza di partite alla fine gli è stata fatale conducendolo a questa eliminazione che è pur sempre giunta in un quarto di finale, nel più duro degli Slam, contro un avversario irriducibile, il più caldo del momento, forse prossimo capolista mondiale. In fase di difesa, Casper Ruud ha mostrato ancora una volta di che pasta è fatto: un soggetto che sta dappertutto per via di piedi superlativi, contro il quale il punto sembra non finire mai e che se gli dai un dito, lui si prende immancabilmente il resto. Che Matteo Berrettini non avvertisse buone sensazioni era balzato agli occhi dei più attenti già dai tornei di Montreal e Cincinnati ma proprio per questo il suo percorso sul cemento d’oltre Atlantico esprime un valore molto alto. Facile vincere quando tutto va a gonfie vele, difficile è farlo in tempi di bonaccia, quando remi, remi, ma la barca non vuol saperne di andare avanti. E che non sia un periodo d’oro lo ha ammesso lui stesso con molta onestà intellettuale. «In realtà non so cosa sia successo per davvero», ha detto al termine. «Lascerò passare qualche giorno, poi ci penserò. Non posso essere felice». Forse neanche i suoi tifosi più emotivi lo sono, ma il detto recita che «un beniamino è per sempre» e gran parte del suo pubblico ama Matteo per quello che è e per ciò che rappresenta. Dunque positività e avanti tutta, il resto tornerà presto!