Stefanos Tsitsipas non è ancora sazio. All'indomani del gran successo contro Djokovic, il greco vince anche la sfida Next Gen contro Alexander Zverev, rimontando da 6-3 5-2 e cancellando due match-point in un duello rocambolesco. Emergono i pregi del 19enne di Atene, che si guadagna semifinale e top-20, ma anche i limiti di "Sascha".Quando nel maggio dello scorso Alexander Zverev ha vinto a Roma il suo primo Masters 1000, Stefanos Tsitsipas era numero 191 del mondo, ancora alle prese con i tornei Challenger, dove cercare la strada per emergere. L’avrebbe trovata qualche mese dopo, e mentre il membro più illustre della Next Gen non ha ancora compiuto il salto di qualità che ci si attende ormai da un po’, il greco dai riccioloni biondi sta letteralmente bruciando le tappe, dimostrando che per lui nel tennis del futuro ci sarà sicuramente un posto in primo piano. La conferma, in una stagione che l’ha già visto compiere enormi progressi sia nel gioco sia a livello di classifica, arriva dalla Rogers Cup di Toronto, dove proprio contro Zverev il diciannovenne di Atene ha colto il suo terzo successo in tre giorni contro un top-10, spuntandola con un rocambolesco 3-6 7-6 6-4 e facendosi in anticipo un bel regalo per il suo ventesimo compleanno, in arrivo fra due giorni. Mercoledì aveva battuto Thiem, giovedì si è ripetuto contro Djokovic e all’indomani ha colto un successo impensabile contro il campione in carica, utile sia per mostrare una volta di più tutte le armi che lo porteranno in alto, sia per mettere di nuovo a nudo i limiti di Zverev, al quale capita spesso di perdersi in delle partite pressoché vinte. È stato così sul Centre Court dell’Aviva Centre, dove per quasi un’ora il pubblico ha rivissuto la loro sfida della scorsa settimana a Washington, nelle semifinali ATP più giovani dal 1995 (gli altri due erano Rublev e De Minaur, entrambi under 21). Al Citi Open era finita 6-2 6-4 per Zverev, e fino al 6-3 5-2 per il tedesco non c’è stata partita. La prima di Tsitsipas, arma fondamentale per battere Djokovic, non funzionava, gli scambi sopra i cinque colpi erano tutti di Zverev e la seconda sconfitta in sei giorni pareva ormai cosa fatta, invece la vera partita doveva ancora iniziare.UN TIE-BREAK DA 24 PUNTI PER RESTARE VIVO
Fra le tante colpe disseminate in un match da dimenticare in fretta, Zverev ne ha un paio importanti nel secondo set. La prima è non aver ammazzato la partita sul 6-3 4-1 e 0-30, quando una comoda smorzata gli avrebbe dato tre chance per il doppio break, con Tsitsipas ormai sotto la doccia. Invece l’ha messa in rete e ha restituito un pizzico di fiducia al rivale, che gliel’ha fatta pagare quando “Sascha” si è trovato a servire per il match. Stefanos ha chiesto un aiuto all’estro, ha tirato fuori il miglior game della sua partita e si è rifatto sotto, iniziando a colpire con una sicurezza mai vista fino a quel momento. Ha cercato di variare quel tanto che è bastato per mandare in tilt il tennis schematico di Zverev, che da fondo sarà un gran picchiatore, ma quando mette i piedi dentro al campo combina ancora troppi pasticci. È andata a finire che il set l’ha perso in un tie-break thriller da 24 punti, davvero in bilico sino all’ultimo punto, con tanti errori da entrambe le parti. Stefanos ha cancellato due match-point, il primo con un gran rovescio lungolinea dopo uno scambio che li ha visti esplorare ogni angolo del campo, e al quinto set-point è finalmente riuscito a portare la partita al terzo set, con tanto di racchetta disintegrata da Zverev, a simboleggiare tutta la frustrazione per una partita che doveva essere già finita da un pezzo. Invece è andata avanti e per lui sono arrivati tanti altri dispiaceri, perfetti per evidenziare i suoi problemi nella gestione delle partite. Basta vedere il conto delle palle-break: nel terzo set ne ha avute a disposizione otto e ne ha sfruttata una sola sul 2-2, per poi restituire il break a zero nel gioco seguente, mentre Tsitsipas ne ha avute due e le ha convertite entrambe, addirittura quattro su quattro nelle 2 ore e 27 minuti di partita.ZVEREV SI PERDE IN UN BICCHIER D’ACQUA
La forza di Tsitsipas è stata quella di rimanere attaccato al match con tutte le sue forze, anche quando ormai era ciondolante, a corto di energie. Ci ha provato comunque, sperando che arrivasse una chance, che Zverev gli ha confezionato con le sue mani con un decimo game terribile, nel quale salito 30-0 con grande facilità ma poi ha smarrito la bussola, perdendo completamente misure e lucidità. Lo testimoniano gli ultimi tre punti della partita, da film horror: sul 30-15 un suo diritto caduto chiaramente sulla riga è stato chiamato out, ma preso dalla frenesia il tedesco non ha pensato nemmeno di chiamare occhio di falco; sul 30-30 ha seguito a rete il servizio (una delle primissime volte nella partita) spedendo abbondantemente lunga una volèe bassa tutt’altro che impossibile, e sul 30-40 ha commesso un doppio fallo di un metro, salutando il torneo nel peggior modo possibile. Un crollo quasi inspiegabile che non dovrebbe appartenere a un giocatore del suo calibro, e che invece non capita oggi per la prima volta. Resta l’attenuante dell’età, ma i mesi passano e da dietro i concorrenti della Next Gen iniziano a farsi vedere sempre più spesso. Grazie alla semifinale, infatti, Tsitsipas – che nei Masters 1000 non era mai arrivato nemmeno agli ottavi – entrerà fra i primi 20 del ranking ATP, salendo al numero 18, oltre settanta posizioni più in alto rispetto a inizio stagione. La top-3 di Zverev è ancora lontano anni luce, e mentre lui si preparerà di nuovo per giocare le ATP Finals dei grandi il greco sarà fra i protagonisti delle Next Gen Finals di Milano, dove lo scorso anno era presente solo come riserva, ma la partita di oggi profuma di avvertimento. “Sascha” sembra essersi un po’ fermato, e gli altri non hanno intenzione di restare a guardare.
MASTERS 1000 TORONTO – Quarti di finale
Stefanos Tsitsipas (GRE) b. Alexander Zverev (GER) 3-6 7-6 6-4
Kevin Anderson (RSA) b. Grigor Dimitrov (BUL) 6-2 6-2
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