E menomale che il favorito, stavolta, non doveva essere lui. Un Federer meraviglioso annichilisce Nadal con la stessa trama delle altre sfide del 2017, ubriacandolo con un tennis velocissimo e super aggressivo, e conquista il Masters 1000 di Shanghai. Agguantato Lendl a quota 94 titoli nell'Era Open, davanti resta solo Jimmy Connors, a 109.Un vero e proprio orgasmo sportivo per i tifosi di Roger Federer, un calvario per quelli di Rafael Nadal. Si può riassumere così, senza scomodare divinità, santi e senza tanti giri di parole, il 6-4 6-3 Svizzera nell’atto numero 38 di una delle rivalità più sentite nella storia del tennis, in scena nella finale del Masters 1000 di Shanghai. Un duello che ha confermato l’incredibile inversione di tendenza di un 2017 che fra i libri del tennis diventerà uno dei più letti, sfogliati, consumati, perché ha restituito al Tour i suoi due veri padroni, capaci di spartirsi i quattro Slam e buona parte dei Masters 1000. A sei titoli Nadal ci era arrivato la scorsa settimana a Pechino, mentre Federer l’ha fatto sette giorni dopo e un migliaio di chilometri più a sud, dominando l’eterno rivale con un successo per certi versi ancora più gustoso rispetto a quelli di Melbourne, Indian Wells o Miami. Per come ha giocato lui, semplicemente meraviglioso dal primo all’ultimo quindici, ma anche perché il Nadal di inizio stagione non aveva ancora la certezza che sarebbe tornato grande, mentre quello odierno è di nuovo numero uno del mondo, aveva vinto le ultime sedici partite e soprattutto stava giocando un tennis mai visto nel post-Us Open. Una lunga serie di motivi, unita al Federer non brillantissimo che contro Del Potro è andato più vicino alla sconfitta di quanto dica il punteggio finale, che stavolta sembrava dare qualche chance in più a Nadal, nella mente degli appassionati come nelle quote dei bookmakers. Niente di più sbagliato, cancellato da 72 minuti di show, di quelli che vien da domandarsi se questo signore svizzero non arrivi sul serio da un altro pianeta, per la facilità con cui a 36 anni (sì, è doveroso ricordarlo) fa cose che per tanti sarebbero difficili e per tanti altri impossibili. Ora, finalmente, i tifosi di Nadal devono aver capito come si sentivano fino a qualche tempo i fans dello svizzero, mentre “Rafa” batteva il loro idolo 2 volte su 3. Roger sembrava imbattibile contro chiunque, battibilissimo contro Nadal. Lo stesso accaduto oggi, a parti invertite. UNA MERAVIGLIA LUNGA 72 MINUTI
Che la trama del “Fedal” in salsa cinese sarebbe stata la stessa dei tre confronti del 2017 si è capito già nel primo game, con Federer super aggressivo, prontissimo ad anticipare con diritto e rovescio, e bravo a capitalizzare subito la chance di break, con un preciso passante lungolinea di rovescio. Il modo ideale per iniziare un set che sarebbe un torto definire perfetto, visto che è iniziato e finito nello stesso game d’apertura. Una volta era Nadal a togliere sicurezze a Federer, mentre stavolta è stato lo svizzero a non permettere a Nadal di essere Nadal, giocando un tennis rapidissimo, più veloce di dubbi, pressioni, storiche indecisioni. L’ha portato subito sui suoi binari, non ha lasciato scambiare l’avversario e l’ha travolto come una valanga, tenendo sempre i piedi sulla riga di fondo. Pensieri pochi, vincenti tanti. Il servizio ha reso una passeggiata i suoi turni di battuta, il Nadal meno brillante dei giorni scorsi ha commesso qualche errore di troppo e il suo match è come se non fosse mai iniziato. Ha azzardato una reazione in avvio di secondo set, ma appena ha mostrato una guancia Federer l’ha schiaffeggiato anche sull’altra, sul 2-2 gli ha strappato di nuovo il servizio e poi è volato via, velocissimo, senza mai correre rischi, con soli 8 punti persi in 9 turni di servizio. Come se dall’altra parte ci fosse un avversario qualsiasi, di quelli nemmeno troppo impegnativi, e non l’uomo che gli è costato più delusioni (e sconfitte) della sua vita, e rappresenta da solo la più grande macchia della sua carriera immensa. Il bilancio negli head to head resta sbilanciato dalla parte di “Rafa”, con un 23-15 ancora lunghissimo da recuperare, ma il 4-0 di quest’anno ripaga almeno tutte le mazzate psicologiche degli anni scorsi, e ha consegnato a Federer il 94esimo titolo in carriera. Agguantato Ivan Lendl al secondo posto dell'Era Open: davanti solo i 109 di Jimmy Connors. Agganciarlo sarà un'impresa quasi impossibile, ma intanto il 2017 dello svizzero ha riaperto un discorso che pareva chiuso già da un paio d'anni. In più, il suo secondo titolo a Shanghai tiene viva almeno matematicamente anche la corsa al numero uno di fine stagione: Nadal ha quasi 2.000 punti di vantaggio, il che significa che Federer dovrà vincere tutto o quasi, e potrebbe non bastare comunque. Ma se il livello di gioco è questo non c’è nulla di impossibile. Ma propria nulla.

MASTERS 1000 SHANGHAI – Finale
Roger Federer (SUI) b. Rafael Nadal (ESP) 6-4 6-3