La stagione di Jack Sock stava finendo mercoledì, quando era sotto per 5-1 al terzo set contro Kyle Edmund. Invece lo statunitense ha rimontato e non si è più fermato. Battendo in due set Julien Benneteau si è regalato la prima finale in un Masters 1000: in un colpo solo si giocherà (da favorito) l'ingresso nella top-10 e la qualificazione alle ATP Finals. Sei giorni fa era numero 24 della Race!Per il povero Pablo Carreno Busta non c’è davvero pace. Sembrava avere già in tasca un posto per le ATP Finals, invece dovrà tremare fino alla fine, dal divano di casa, col grosso rischio di veder tutti i suoi sforzi vanificati nell’ultimo match della “regular season” 2017. L’insidia che prima si chiamava Juan Martin Del Potro o Jo-Wilfried Tsonga, e poi è diventata John Isner, ora risponde al nome di Jack Sock, fra gli insospettabili solo qualche giorno fa. Le chance di qualificarsi per le ATP Finals del 25enne del Nebraska sembravano franate fra Stati Uniti e Asia, con quattro primi turni di fila a Cincinnati, Us Open, Pechino e Shanghai, tanto che Sock si è presentato a Parigi Bercy addirittura da numero 24 della Race to London, con tanti colleghi molto avvantaggiati. Invece, uno dei tornei più pazzi della storia recente gli ha regalato un ultima piccola possibilità, lui se l’è presa alla grande e ora sente sul serio profumo di ATP Finals. Mettendo fine con il punteggio di 7-5 6-2 alla favola di Julien Benneteu si è guadagnato la prima finale in carriera in un Masters 1000, e ora gli basta vincere solamente un altro match, il più importante della sua vita ma da giocare da favorito, contro Filip Krajinovic. Non servono calcoli: se Sock vince il torneo, riportando negli States un titolo Masters 1000 che manca da quando nel 2010 Andy Roddick vinse a Miami, in un colpo solo sale al numero 9 del ranking ATP e conquista l’ultimo posto per le ATP Finals, beffando Carreno Busta sulla linea del traguardo. La colpa sarebbe anche dello spagnolo, perché dopo lo Us Open ha tirato il freno a mano e vinto una sola partita in cinque tornei, ma il sorpasso di Sock avrebbe dell’incredibile. Anche perché solo 4 giorni fa, al secondo turno, lo statunitense era sotto per 5-1 al terzo contro Kyle Edmund, con un piede e mezzo in vacanza. Invece ha rimontato, vinto, e non si è più fermato.
L’INVERSIONE DI TENDENZA NEI MASTERS 1000
La favola di Benneteau, che a quasi 36 anni, alla sua ultima apparizione a Parigi Bercy, batte due top-10 in due giorni per la prima volta in carriera, avrebbe meritato un finale diverso, magari con quel maledetto titolo ATP sempre sfuggito in dieci finali, record che lo rende uno dei più forti di sempre a non aver mai conquistato nemmeno un torneo del Tour. Ma Sock si è dimostrato più forte (e fresco) sin dall’inizio, e non appena il match ha assunto ritmi da veloce indoor, abbandonando i quattro break dei primi sei game, la sua superiorità è emersa rapidamente. Un break sul 5-5, grazie a un beffardo nastro vincente in risposta, gli ha regalato il primo set, e nel secondo c’è stata partita solo fino al 2-2. Benneteau ha salvato una prima palla-break con un ace, ma sulla seconda ha commesso un doppio fallo, la stanchezza accumulata nel corso della settimana è venuta a galla e il suo match è finito lì. Anche perché Sock ha attivato il pilota automatico al servizio, finendo per vincere 14 degli ultimi 16 punti dell’incontro. I francesi hanno comunque tributato un lungo applauso al loro beniamino, quasi da addio. Anche se, almeno nella prima parte dell’anno, Benneteau dovrebbe giocare anche nel 2018. A maggior ragione dopo una semifinale che l’ha mostrato di nuovo competitivo ad altissimi livelli dopo qualche stagione complicata. La sua sconfitta alza un po’ la media della classifica dei due finalisti, entrambi mai così avanti in un Masters 1000. Succede per la seconda volta nel 2017 dopo Cincinnati (Kyrgios-Dimitrov), mentre per ritrovare la precedente bisogna tornare addirittura al Canadian Open del 2002 (Roddick-Canas). È la conferma che nel tennis qualcosa sta cambiando. Basti pensare che degli ultimi 5 Masters 1000 del 2017, quattro – compreso Bercy – non sono finiti nella bacheca di uno dei Fab Four, dopo che dall’introduzione della categoria (2009), il quartetto Federer-Nadal-Djokovic-Murray ne aveva fagocitati 68 su 76. In tutto questo, Parigi Bercy si conferma il “1000” più aperto alle sorprese. Non è solamente merito degli outsider, ma questo a Krajinovic e Sock non importa.

MASTERS 1000 PARIGI BERCY – Semifinali
Filip Krajinovic (SRB) b. John Isner (USA) 6-4 6-7 7-6
Jack Sock (USA) b. Julien Benneteau (FRA) 7-5 6-2