Capolavoro di Karen Khachanov a Bercy: il russo sfodera un match perfetto, e approfittando di un Djokovic falloso e affaticato conquista il suo primo Masters 1000. La sorpresa dà continuità alla tradizione di un torneo piuttosto aperto agli outsider, ma nel caso del 22enne moscovita sembra tutto meno che un exploit estemporaneo.Il Rolex Paris Masters sarà anche il Masters 1000 delle sorprese, perché spesso i big ci arrivano stanchi o con la mente già proiettata alle ATP Finals o alle vacanze, e per gli outsider c’è qualche possibilità in più. Ma stavolta, più che come sorpresa, il trionfo di Karen Khachanov è etichettabile come un punto di partenza, di una rotta destinata a portarlo molto in alto. Il suo tennis lo dice da anni, e il suo torneo l’ha gridato ancora più forte: in quattro giorni ha steso quattro top-10, completando l’opera con un successo su Novak Djokovic, che domani tornerà numero uno del mondo, era imbattuto da 22 partite e soprattutto pareva di nuovo imbattibile. Magari lo sarebbe stato senza le tre ore abbondanti impiegate sabato per battere Roger Federer, ma stavolta più che le sue (giustificate) difficoltà c’è da sottolineare la qualità della finale giocata dal 22enne moscovita, a segno per 7-5 6-4. Ha visto un’occasione e l’ha colta, punto e stop, dimenticandosi chi aveva di fronte e impedendogli di trovare il ritmo, grazie a una forza bruta con pochi eguali nel Tour. Non sarà un mostro di eleganza, ma per vincere le partite conta che i colpi siano efficaci, non belli da vedere, e i suoi lo sono eccome. L’immediato 3-1 30-0 per Djokovic non lasciava intendere nulla di buono, invece ha solo aggiunto qualche difficoltà (e mezzo voto in più) alla sua partita: da quel momento ha vinto dieci punti di fila, ha mostrato a “Nole” che per batterlo non bastava il cognome o il palmarés e il padrone della partita è lentamente diventato lui. Ha recuperato il break, ne ha conquistato un secondo sul 5-5 e ha chiuso i conti con un ace, risalendo con freddezza da 0-30 e prendendosi un vantaggio doppiamente prezioso, viste le batterie inevitabilmente scariche dell’avversario.
L’APPLAUSO DI DJOKOVIC
Ancora migliore il secondo set, da giocatore navigato. Con un break sull’1-1 ha rotto l’equilibrio e poi non si è più voltato indietro. Si è preso tanto punti gratis col servizio, non ha avuto paura a scambiare quando ce n’è stato bisogno e ha giocato un ultimo game magistrale. Un secondo punto infinito, chiuso da un diritto vincente di Djokovic che l’ha (letteralmente) messo a sedere, poteva instillare qualche dubbio indesiderato, invece il russo è andato avanti come un carro armato. È vero che aveva vinto le sue prime tre finali nel Tour, ma questa non aveva nulla a che fare con nessuna delle tre. Eppure, è rimasto freddo e ha chiuso al primo match-point, mettendo la ciliegina sulla torta alla sua personalissima settimana da Dio, che gli permette di chiudere la stagione da numero 11 della classifica mondiale, e con un posto da riserva alle ATP Finals di Londra. “Oggi Karen ha assolutamente meritato il successo – ha detto un Djokovic comunque soddisfatto: evidentemente sapeva di non poter chiedere di più al proprio fisico –, e si merita tutti i complimenti. Malgrado sia giovane è già un top player, e oggi ha mostrato grandissime qualità. Ci ha fatto capire che in futuro sentiremo parlare di lui molto spesso”. Ha ragione, perché il russo ha sul serio le armi per fare grandi cose. Magari non diventerà un fenomeno, ma ha i mezzi tecnici, fisici e anche mentali per stare tanti anni fra i primi 10 del mondo. “Questo successo significa tutto per me – ha detto invece il russo – e non potrei essere più felice di come è terminata la mia stagione. Si è meritato una bella vacanza con la moglie Veronika, ma soprattutto ha capito che nel tennis di altissimo livello c’è già posto anche per lui. L’impressione è che a differenza di tanti altri non avrà grossi problemi a confermarsi.

MASTERS 1000 PARIGI BERCY – Finale
Karen Khachanov (RUS) b. Novak Djokovic (SRB) 7-5 6-4