Novak Djokovic va a un passo dalla seconda eliminazione consecutiva all’esordio a Monte Carlo, ingabbiato dal tennis di Gilles Simon. Il francese arriva a servire per il match nel terzo set, però regala qualcosina e “Nole” gli soffia il successo. Ma c’è poco da sorridere: i problemi dell’ex numero uno sembrano sempre gli stessi.Se esistesse un ranking dei giocatori che i colleghi preferiscono non affrontare, subito dietro ai big ci sarebbe Gilles Simon. O per lo meno i più forti non dimenticherebbero di citarlo, visto che almeno una volta li ha ingabbiati tutti nel suo tennis-ragnatela. Ce l’ha fatta con Federer, con Nadal, con Murray, con Wawrinka, e anche con Novak Djokovic, al quale ha riservato un ritorno sulla terra battuta non proprio accogliente. Alla fine, al primo incontro sul rosso da quel Roland Garros che pare aver cambiato (per sempre?) la sua carriera, il serbo è riuscito a salvarsi, spuntandola per 6-3 3-6 7-5 dopo due ore e mezza di tennis, duello fisico e battaglia di nervi, ma per evitare la seconda sconfitta consecutiva all’esordio a Monte Carlo ha dovuto veramente fare gli straordinari. Quando ha perso il servizio già nel game d’apertura deve essergli tornata in mente la famosa sfida del 2016 a Melbourne: cinque set, 100 errori gratuiti e quattro ore e mezza passate a scervellarsi per trovare un modo per mettere al tappeto quell’avversario poco potente e poco appariscente, ma estremamente pericoloso. Simon è stato al varco, l’ha osservato, ha cercato di capire dove e come fargli male, e poi gli ha fregato ogni potere, come da cattivo di un cartone animato. Non è dato sapere come ci riesca da laggiù, tre metri dietro la linea di fondo, ma ci riesce spesso, con tutti. Sul 6-3 2-1 e servizio per il serbo il match di “Gillou” sembrava finito, magari col Djokovic di un tempo lo sarebbe anche stato, invece è iniziato. Scambi sempre più lunghi, palle sempre più difficili da spingere, perfette per mettere a nudo tutti i problemi del Novak formato 2017: poca intensità, un metro abbondante di profondità in meno e troppo nervosismo quando le cose non vanno come piace a lui.
TURNING POINT O CONFERMA?
Così il match è entrato nel terreno di Simon: ritmo basso, obbligo di giocare sempre una palla in più, e soprattutto una difficoltà terribile nel fargli il punto. Djokovic finiva spesso per andare fuori giri, e sbagliare di diritto come di rovescio, fino al black-out da quattro game persi uno via l’altro, che gli sono costati il set e gli hanno bruciato anche quel pizzico di fiducia rimasta nella testa e nel braccio. E non è che nel terzo la musica sia cambiata, anzi. “Nole” è riuscito giusto a dare degli scossoni quando si è accorto che il duello gli stava sfuggendo di mano sul serio, specialmente quando un comodo rovescio fuori di metri sul 4-4 30-30 ha dato a Simon la palla-break per salire 5-4 e servizio, prontamente convertita, mentre i volti nel box del serbo erano un mix fra il preoccupato e l’impotente. Il finale pareva ormai scritto, invece prima è arrivato qualche tremore nel braccio di Simon, che ha restituito il break con tre errori gratuiti a un Djokovic che – lo dicono i due punti persi – aveva praticamente già la testa sotto la doccia. E poi, per fortuna, è venuto fuori almeno un pizzico dell’animo del campione, bravo nell’ultimo game a rifiutare l’idea del tie-break, rifarsi sotto da 30-0 a 30-30 e poi giocare a dovere gli ultimi due punti. Resta da vedere come sarebbe finita se Simon non avesse giocato malissimo la volèe del 40-30, ma per il momento Djokovic è ancora in corsa. Ferito, a differenza di una bandiera serba che fra gli spalti recitava “You can’t curb the serb” (non puoi frenare il serbo) ma vincente, al termine di un match dai sapori contrastanti. Da un lato può rappresentare il classico turning point, proprio come quello del 2016 in Australia, dall’altro può confermare una crisi che dura ormai da troppo tempo. La risposta nei prossimi giorni.

MASTERS 1000 MONTE CARLO – Secondo turno
Novak Djokovic (SRB) b. Gilles Simon (FRA) 6-3 3-6 7-5