Rafael Nadal non fa scherzi: gioca il match perfetto e gli basta un’ora e un quarto per mandare al tappeto Ramos-Vinolas, e conquistare il decimo titolo al Masters 1000 di Monte Carlo. Gli vale il sorpasso a Guillermo Vilas: nessuno nella storia ha vinto tanti tornei come “Rafa” sulla terra, ben 50. Non ha affrontato nemmeno un top-10, ma non è certo colpa sua. E quest’anno batterlo sul rosso sarà difficilissimo.Talmente facile da non sembrare vero, e non rendere onore a due record storici, difficilmente ritoccabili da chiunque non si chiami Rafael Nadal. Ma che la finale del Monte Carlo Rolex Masters sarebbe andata così era scritto, fin troppo chiaro sin da 24 ore prima, quando l’ultimo rovescio lungo di Lucas Pouille ha consegnato il miglior risultato in carriera ad Albert Ramos-Vinolas. Bravo, bravissimo, protagonista di un torneo incredibile, ma lontanissimo dalla possibilità di fare match pari contro Rafael Nadal nella finale di un Masters 1000 sulla terra battuta. Il record negativo di Fernando Verdasco, che nella finale del 2010 raccolse un solo game, è salvo, ma il 6-1 6-3 che ha consegnato a “Rafa” la tanto attesa decima corona nel Principato, che resta dei Ranieri ma nel tennis ha un solo padrone (o quasi) sin dal 2005, non è stato comunque mai in discussione, nemmeno per un solo game. Il 28enne catalano è riuscito giusto a evitare il break nel primo turno di servizio, risalendo da 0/40, ma non ha saputo riparare al secondo tentativo di fuga di Nadal e le sue speranze sono morte già sul 3-1 del primo set, con un clima e una suspance da primo turno, e pure più di un posto vuoto sugli spalti. Ramos si è inventato qualche buona soluzione, ha vinto alcuni scambi lunghi, ci ha provato fin quando ha potuto, ma il suo tennis a Nadal fa il solletico, come ben riassunto dalle statistiche. Per provare a inventarsi qualcosa ha dovuto rischiare di più, fino a commettere 25 errori gratuiti e spianare ulteriormente la strada a un Nadal perfetto, che invece ha chiuso con un convincente +12 frutto di ben 21 winner e soltanto nove punti persi al servizio. Non ha mai permesso al rivale di arrivare ai vantaggi e si è trovato giusto un paio di volte sullo 0-30, ma gli è bastato giocare con attenzione (e usare bene il rovescio lungolinea) per venirne fuori in scioltezza.LA VERA “DECIMA” È DA FARE A PARIGI
Dispiace per Ramos-Vinolas, che dopo un grande torneo meritava almeno un match diverso, ma contro questo Nadal non c’era molto da fare. L’esultanza molto contenuta di “Rafa” la dice lunga su quanto (poco) sforzo gli sia servito per portare a casa la finale, chiudendo un Masters 1000 – per lui – dal sapore di ATP 250. L’ha vinto affrontando solo due top-20 e nessuno dei primi dodici giocatori del mondo, ma mica è colpa sua. Lui di risultati può determinare solo i suoi, e all’appuntamento c’era. Gli altri invece no, caduti prima del dovuto e incapaci di arrivare a contendergli la tanto attesa decima a Monte Carlo, che lo rende il primo di tutti i tempi capace di vincere un torneo per così tante volte. Un primo record che coincide con un secondo, forse addirittura più prezioso perché resisteva addirittura dal 24 luglio del 1983, quando Guillermo Vilas vinse a Kitzbuhel il suo cinquantesimo (e ultimo) titolo sulla terra battuta. La rincorsa di “Rafa” è iniziata nel 2004 a Sopot, quando si candidava a diventare uno dei futuri dominatori del tennis, e si è completata lo scorso anno a Barcellona, quando stava finalmente ritrovando il suo miglior tennis. E oggi è arrivato il sorpasso, che cancella anche l’ultima postilla alla frase pronunciata da Ramos-Vinolas durante la premiazione: sulla terra battuta Nadal è il più forte di sempre. Verissimo. “Mi ricordo la mia prima volta qui – ha detto Nadal – era il 2004 e dalle qualificazioni arrivai negli ottavi. Tredici anni dopo ho vinto dieci titoli: un sogno, sono grato alla mia vita per opportunità come queste”. Ma le opportunità non sempre cascano dal cielo, e nel suo caso sono state costruite. Dopo 8 titoli di fila non ha vinto per tre anni, e poteva non vincere più. Invece ha lavorato duramente per tornare grande, e alla prima occasione utile ha dimostrato che la sensazione trasmessa a gennaio durante l’Australian Open era corretta: quest’anno batterlo sulla terra battuta sarà roba per pochi(ssimi). Da Monte Carlo a Barcellona, da Madrid a Roma, e poi a Parigi, dove troverà un’altra decima ad attenderlo, molto molto più importante. 11 giugno 2017: lo evidenziamo già sul calendario?
MASTERS 1000 MONTE CARLO – Finale
Rafael Nadal (ESP) b. Albert Ramos-Vinolas (ESP) 6-1 6-3
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