Lo spagnolo firma l'impresa del giorno a Monte Carlo, superando in tre set un Murray sprecone. Il n.1 ATP va avanti addirittura 4-0 al terzo, poi crolla fra fretta, errori e nervosismo. L'impressione è che il gomito non sia ancora al top, ma allora perché rientrare? È il terzo passo falso nei cinque tornei giocati nel 2017.“Domani ci sarà uno di quegli incontri che mi piace giocare. In uno dei miei tornei preferiti, contro il numero uno e in uno scenario incomparabile. Darò tutto”. Fino a qualche ora fa era un tweet di speranza di Albert Ramos, poi si è via via trasformato in un suggerimento, nelle due ore e mezza di battaglia contro Andy Murray negli ottavi di finale del Masters 1000 di Monte Carlo, e quindi è diventato una sentenza, insieme al 2-6 6-2 7-5 che ha spedito il britannico a fare le valigie prima del previsto. Martedì ha rischiato grosso Novak Djokovic, mercoledì è stata la volta di Rafael Nadal e oggi è toccato a lui, crollato prima nell’atteggiamento e poi nel punteggio, da un set sopra e pure da 4-0 al terzo, contro un avversario che l’idea di vincere l'aveva già riposta nel cassetto. E invece Murray l’ha gradualmente rimesso in gara, fra errori, fretta, i classici insulti a sé stesso, un body language che quando le cose non funzionano diventa terribilmente nervoso e anche (o soprattutto) un servizio ancora non al top, probabilmente per il problema al gomito che lo teneva fermo da Indian Wells. Sembrava dovesse stare fuori di più, invece nell’esibizione benefica con Federer a Zurigo si è accorto di essere in buone condizioni, così ha scelto di tornare in gara già a Monte Carlo per difendere la semifinale di dodici mesi fa. Ma col senno di poi non è stata una buona idea: prima ha sofferto contro Gilles Muller e poi ha finito per beccare una sconfitta da dimenticare, cedendo il servizio ben sette volte. In un match al meglio dei tre set non gli succedeva da sei anni esatti, da quando sempre nel Principato si arrese in tre set a Nadal, in semifinale. Ma quello non era ancora il Murray che abbiamo imparato a conoscere negli ultimi anni, capace di compiere progressi mostruosi anche sul rosso.TERZO PASSO FALSO IN CINQUE TORNEI
“Dai, non so come giocare”, ha detto Murray a un cambio di campo, nel terzo set, accompagnando il tutto con una risata dal sapore di incredulità. Sul 4-0 era sicuro che la salita fosse finita, invece Ramos non ha mollato di un centimetro. Si è messo là dietro, con gambe e drittone mancino arrotato, e ha provato a fare gioco, a pensare positivo, a sperare che quella di Murray fosse una vera crisi, e non solo un passaggio a vuoto. Ha rimontato, ha assaggiato l’impresa sul 4-4 quando lo scozzese gli ha offerto tre palle-break consecutive, l’ha morsa due game più in là quando il break è arrivato sul serio, e l’ha digerita ai vantaggi, sul 6-5, quando dopo un primo match-point scivolato via ci ha pensato la fretta di Murray a dargli una mano. In quella situazione l’esperienza del numero uno, e pure lo sguardo di coach Jamie Delgado, suggeriva soltanto una cosa: cercare di non sbagliare, di avere pazienza, di mettere solo la palla in campo. Ma il messaggio non è arrivato al centro di controllo, il cervello ha ordinato una smorzata e il braccio l’ha messa in rete, regalando a Ramos-Vinolas la prima vittoria in carriera contro il numero uno del mondo. La più importante? Forse no, visto che nel 2015 a Shanghai superò Roger Federer. Difficile spodestare quel successo dal podio “affettivo”, ma questa vale di più per il traguardo che gli consegna, ovvero il primo quarto di finale in carriera in un Masters 1000. Nel 2016 ce l’aveva fatta con gli Slam, arrivando fra gli ultimi otto al Roland Garros, ora eccolo ripetersi anche nei 1000. Ha detto che quest’anno punta a un posto fra i primi 20: la sua stagione sul rosso non poteva iniziare meglio. E contro Marin Cilic non parte battuto. Quella di Murray, invece, non poteva iniziare peggio, e visto come ci aveva abituato lo scorso anno, i passi falsi in questo 2017 sembrano già troppi. Ma il suo momento arriverà.
MASTERS 1000 MONTE CARLO – Ottavi di finale
Albert Ramos (ESP) b. Andy Murray (GBR) 2-6 6-2 7-5
Marin Cilic (CRO) b. Tomas Berdych (CZE) 6-2 7-6
Lucas Pouille (FRA) b. Adrian Mannarino (FRA) 3-0 ritiro
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