Continua l’incredibile corsa di Albert Ramos-Vinolas al Masters 1000 di Monte Carlo: dopo aver battuto Murray e Cilic il 29enne catalano ribalta i pronostici per il terzo giorno consecutivo, elimina in tre set Lucas Pouille e si regala la prima finale in un Masters 1000. E pure un posto nei primi 20 del ranking ATP.Come facciano? Difficile dirlo. Però ci riescono. Ancora, sempre, sempre di più. David Ferrer non riesce più a far compagnia a Rafael Nadal nelle fasi finali dei grandi tornei? Per la Spagna non c’è il minimo problema. Eccolo subito rimpiazzato, come se fosse la cosa più facile del mondo. Prima Roberto Bautista-Agut in finale a Shanghai, poi Pablo Carreno Busta in semifinale a Indian Wells, quindi l’insospettabile Albert Ramos che infila la settimana della vita al Masters 1000 di Monte Carlo. Tre giocatori normali, normalissimi, quelli che si è soliti guardare con l’aria del “eh, se ce l’ha fatta lui ce la possono fare tutti”. Una stupidaggine colossale. Come colossale è stata la cavalcata del 29enne catalano sulla terra del Country Club. Nei 1000 non aveva mai giocato un quarto di finale, e se l’è preso spedendo a casa niente meno che Andy Murray; non aveva mai giocato una semifinale, e l’ha conquistata superando Marin Cilic; e ovviamente non aveva mai giocato nemmeno una finale. E per mettere la ciliegina sulla torta si è regalato anche quella, freddando sia le ambizioni di Lucas Pouille, sconfitto per 6-3 5-7 6-1, sia il sogno del pubblico francese, che già assaporava un nuovo finalista di casa dopo lo splendido Monfils del 2016. E invece no, Pouille avrà un tennis migliore, diventerà sicuramente più forte di Ramos ed è pure il personaggio perfetto per il Principato, col suo look da copertina: capelli biondi, occhi azzurri e una lunga fila di ragazzine che pagherebbero per un giorno da Clémence Bertrand, attuale compagna del 23enne di Grande-Synthe. Ma stavolta era sacrosanto che la finale finisse in terra spagnola, visto che nel corso della settimana il lavoro sporco se l’era smazzato il buon Albert, sbattendo a casa due top-10 uno dopo l’altro.UNA SEMIFINALE DA TOP-20
La semifinale è stata probabilmente la sua partita peggiore, avara sia a livello di qualità sia a livello di emozioni (due fattori che non sempre vanno di pari passo), ma la posta in palio era talmente alta che sarebbe stato strano il contrario. Contava solo vincere, arrotare il più possibile il dritto mancino e mettere all’angolo Pouille. Quando ha perso il secondo set, tanti (tutti?) gli spettatori del Court Ranieri III devono aver pensato che il suo match fosse finito lì, insieme al break del 6-5 offerto con qualche errore di troppo. A lui, invece, potrebbe essere tornato in mente il match di venerdì contro Marin Cilic: anche contro il croato aveva perso di misura il secondo set, e pure mancando delle chance importanti che contro Pouille non ha avuto. Ma è ripartito forte e al terzo è subito scappato via. Una fotocopia di quanto avvenuto all’indomani: subito break, 3-0 e via fino al 6-1 da semifinale, contro un Pouille via via sempre meno combattivo, più stanco, più spento. Come se fosse stato lui a giocare cinque ore negli ultimi due giorni. Invece è toccato allo spagnolo, che ne ha aggiunte altre due abbondanti e si è regalato il più importante risultato in carriera. Il quarto di finale al Roland Garros 2016 sembrava destinato a rimanere l’apice, invece gli ha permesso di scoprire a 29 anni una marcia che nemmeno lui credeva di avere. Una marcia da top-20, che raggiungerà il prossimo lunedì, e da giocatore che sulla terra battuta può diventare pericoloso per tutti. O quasi tutti, visto il nome di chi (al 99%) troverà dall’altra parte della rete fra meno di 24 ore.
MASTERS 1000 MONTE CARLO – Semifinale
Albert Ramos-Vinolas (ESP) b. Lucas Pouille (FRA) 6-3 5-7 6-1
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