Per la prima volta un giocatore italiano centra la semifinale in un Masters 1000 sul cemento. Ci pensa Fabio Fognini: supera in due set un Kei Nishikori in difficoltà e continua la sua corsa da sogno a Miami, riconquistando un posto fra i top-30 ATP. La fortuna gli ha dato una bella mano, ma lui si è messo nella posizione per approfittarne. E quello è solamente merito suo. (Foto Ray Giubilo)“La fortuna aiuta gli audaci”, recita un famoso detto. E per una volta, finalmente, l’audace è Fabio Fognini. Il tennis è uno sport crudele, che non guarda in faccia a nessuno, però capita che qualche regalo se lo lasci sfuggire: l’importante è farsi trovare pronti. Nella sua carriera il 29enne ligure ci è riuscito raramente, tradito (troppo) spesso da quegli alti e bassi che ingabbiano un tennis di altissimo livello in un rendimento non sempre all’altezza, ma l’aiuto della dea bendata può arrivare da un momento all’altro. E se spesso è stato il turno di altri, al Masters 1000 di Miami è scoccata la sua ora: prima un tabellone da metterci la firma fino ai quarti di finale, sfruttato come si deve, e poi un problema alla gamba sinistra di Kei Nishikori che ha trasformato il match più difficile nel più facile, portando per la prima volta la bandiera italiana in semifinale in un Masters 1000 sul cemento e consegnando a casa Fognini uno dei risultati più importanti in carriera, accompagnato da un sorriso a 32 denti.
L’attesa sfida contro il giapponese cresciuto proprio in Florida, e finalista al Miami Open nel 2016, si è trasformata in una non-sfida da 6-4 6-2 in appena 67 minuti, con il numero 4 del mondo in balia dei problemi fisici e incapace di pungere coi suoi classici schemi da play-station. Magari contro un big non sarebbe nemmeno sceso in campo, sicuro di poter raccogliere ben poco, ma contro Fognini ha deciso di provarci. Sperava bastasse il cognome, pensava che l’azzurro gli potesse dare una mano, invece ha rimediato un severo KO e un applauso per aver comunque onorato l’impegno fino al match-point. Ma col Fognini formato Miami, nelle sue condizioni, non poteva combinare nulla di più. Il rendimento dell’azzurro nei giorni scorsi lasciava aperta una porticina di speranza anche contro il miglior Nishikori, figurarsi contro una versione azzoppata, col servizio in panne, in difficoltà a reggere il palleggio e che pur di accorciare gli scambi si inventava palle corte, discese a rete, persino un chip&charge. Per Fabio ne è venuto fuori un match sin troppo facile, allungato oltre l’ora da un paio di innocui passaggi a vuoto quando ha servito per chiudere primo (5-3) e secondo set (5-1), ma mai in discussione.Al ligure bastava accelerare e otteneva il punto, allungare gli scambi e otteneva il punto, ed è stato bravo a non badare troppo a ciò che accadeva dall’altra parte del campo, concentrandosi solo sul suo tennis. Ha evitato che il match finisse in lotta, non ha mandato segnali negativi e non ha mai permesso a Nishikori di pensare neanche lontanamente di poter ribaltare il match. Per quanto si è visto il nipponico non ne aveva alcuna possibilità, ma il tennis è strano: chissà che qualche regalo in più non gli potesse dare fiducia, e far vincere quel paio di game in più che possono cambiare un incontro. Martedì contro Delbonis era andata più o meno così, e l’argentino si è divorato una grande chance. Fognini invece ha sfruttato anche questa, come da leitmotiv del torneo, a dimostrazione che se ci si mette nella posizione per raccogliere, prima o poi qualcosa di buono passa. La speranza è che gli serva da lezione.
E pazienza se l’ultimo match fa poco testo: lo spessore del risultato non cambia affatto. Lo rende il primo italiano di sempre a raggiungere due semifinali a livello Masters 1000, gli consegna 360 punti che in un colpo solo aveva visto solo tre volte in carriera (quarti al Roland Garros, semifinale a Monte-Carlo e titolo al 500 di Amburgo) e gli permetterà di risalire fino alla 28esima posizione della classifica mondiale. Il prossimo lunedì poteva non esserci nemmeno un azzurro fra i primi 30 al mondo, visto che Roberta Vinci saluterà la top-30 al femminile, invece ci sarà Fabio, finalmente ritrovato e nel momento ideale. Sia perché presto arriverà una delicata sfida di Davis in Belgio, dove sarà lui l’uomo in grado di ribaltare il pronostico favorevole ai padroni di casa, sia perché ne rilancia le ambizioni, un po’ minate dal 2016 deludente. In tanti lo davano per finito, invece c’è ancora e rimanda col sorriso il ritorno dalla moglie Flavia Pennetta, come da “Nina non torno più” scritto sulla telecamera dopo il successo. L’augurio è di poterlo ricalcare venerdì, dopo la sfida contro Rafael Nadal. Con o senza l’aiuto della fortuna.
MASTERS 1000 MIAMI – Quarti di finale
Fabio Fognini (ITA) b. Kei Nishikori (JPN) 6-4 6-2
Rafael Nadal (ESP) b. Jack Sock (USA) 6-2 6-3
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