Severa sconfitta per Sara Errani nella semifinale di Stoccarda. L’azzurra raccoglie tre game in meno di un’ora contro un’ottima Maria Sharapova.

Di Riccardo Bisti – 26 aprile 2014

 
Sperare che Sara Errani potesse battere Maria Sharapova era un esercizio di fede. L’azzurra si è costruita una splendida carriera basandosi sulla forza di volontà, ma ci sono limiti oggettivi che la condannano. Puoi essere il pilota più forte del mondo, ma se devi guidare una Cinquecento è difficile restare in scia a una Ferrari (pardon, a una Porsche). Nei tratti misti, la Errani sa fare grandi cose (insieme alla Radwanska, possiede la migliore palla corta del circuito WTA), ma sul rettilineo non c’è modo per affrontare una Sharapova in gran forma. Quella vista in semifinale a Stoccarda, probabilmente, è stata la miglior Sharapova del 2014. Attenta e concentrata, ha scaricato il suo arsenale contro la piccola carrozzeria di Sara. Per fare match pari c’era bisogno di una Sharapova lontana dalla migliore condizione, possibilmente molto fallosa. Invece la russa è stata molto continua anche al servizio, il colpo più soggetto alle bizze di una spalla martoriata. Masha non ha commesso neanche un doppio fallo, tenendo una dignitosa percentuale di prime palle. Sara ha fatto il possibile nei turni di risposta, specie quando la russa tirava la seconda, ma continua a non essere competitiva nei turni di servizio. In 59 minuti, ha evitato il break in una sola occasione, sullo 0-3 del primo set. Su 37 punti giocati sul proprio servizio, Sara ne ha vinti appena 10. Difficile ottenere di più contro una giocatrice che a Stoccarda si trova alla grande. Non è un caso che Masha sia imbattuta alla Porsche Arena da 12 partite e abbia vinto le ultime due edizioni. La speranza di arrivare in finale era franata al primo turno, quando la russa si è salvata per un pelo contro l’arrazzata Lucie Safarova.
 
IL PROBLEMA-SERVIZIO
Bisogna guardare il lato positivo. Vincere tre partite in questo torneo è stato fondamentale per prendere il ritmo in vista dei tre tornei più importanti dell’anno erraniano: Madrid, Roma e Parigi. Lo scorso anno, Sarita colse tre semifinali. Ripetersi non sarà facile, ma neanche impossibile. In fondo, sulla terra battuta si gioca un tennis diverso. Un tennis dove le sue armi tecnico-tattiche sanno essere incisive. Non è neanche una questione di rapidità dei campi (a Madrid, dove sono piuttosto veloci, ha giocato benissimo). Semplicemente, sono i movimenti, le scivolate, i rimbalzi alti. Condizioni che si adattano a una grande combattente. L’osservatore superficiale potrebbe domandarsi cosa avrebbe ottenuto con un servizio migliore. Purtroppo il movimento è quello che è, ed è impossibile pensare di cambiarlo se non con qualche aggiustamento (lo scorso anno ha provato a modificare il movimento dei piedi). Camila Giorgi, che è alta più o meno come lei, lo tira ben più forte. O anche Dominika Cibulkova. Però, chissà, magari non avrebbe tutto il resto, a partire da un braccio molto educato e due gambe rapidissime. Doti che non sono state sufficienti nella semifinale di Stoccarda, in cui non è mai stata in partita. Il primo set si è sviluppato così: 3-0, 3-1, 6-1. Un filo più di lotta nel secondo. Break e controbreak in avvio, ma poi Masha ha effettuato lo strappo fino al 4-1. Un altro break dell’azzurra ha reso meno crudele il punteggio, ma un rovescio vincente al secondo matchpoint ha spedito la russa in finale, dando ancora più solidità a una posizione tra le top-10 che si era già assicurata con il piazzamento in semifinale. Per conquistare la terza Porsche in tre anni, dovrà battere Ana Ivanovic. Nel derby serbo, Ana si è imposta in due set su Jelena Jankovic.
 
WTA PREMIER STOCCARDA – SEMIFINALI
Maria Sharapova (RUS) b. Sara Errani (ITA) 6-1 6-2
Ana Ivanovic (SRB) b. Jelena Jankovic (SRB) 6-3 7-5