L’INTERVISTA – Dopo un 2016 che può essere considerato un trampolino di lancio, abbiamo fatto il punto della situazione con Martina Trevisan; il rapporto con il suo coach e capitano di Fed Cup, Tathiana Garbin, la sua idea sul ricambio generazionale, i match contro la coetanea Mladenovic e l’ attività passata, presente e futura.

Classe 1993, Martina Trevisan è forte da sempre. Già tra le under 12 mostrava una netta superiorità sulle coetanee. Forse non tutti sanno che Martina Trevisan non è sbocciata solo ora; è forte da quando ha raggiunto la semifinale di doppio junior sia a Wimbledon che al Roland Garros, è forte da quando collezionava scudetti a differenza delle coetanee che collezionavano gli scoubidou creati tra una partita e l’altra, perché la mentalità e la voglia di arrivare era diversa anche fuori dal campo. E lo so perché ne facevo parte. E poi Martina aveva quel qualcosa in più, una dote innata: il talento. Ed era nata e cresciuta in una famiglia che mangiava pane e tennis. Matteo, il fratello, classe 1989, nel 2007 fu il numero 1 junior e la mamma era maestra di tennis. Insomma, c’erano tutte le fondamenta per provare a costruire un bel palazzo. Ma a 16 anni Martina ha avuto un blackout, si è assentata per cinque anni dal circuito. Uno stop che aveva fatto preoccupare: vuoi perché di talenti così non ne nascono tutti i giorni, vuoi per il dispiacere per aver perso una nuova promessa del tennis italiano. Ma la giovane Martina, cinque anni dopo, nel 2014, ha staccato la racchetta dal chiodo e si è rimessa in gioco, è scesa in campo a Santa Margherita di Pula e ha vinto due $10.000. E se vincere un $10.000 in Italia non è cosa da tutti, immaginatevi vincerne due dopo cinque anni di stop! Nel 2015, la giovane toscana ha conquistato il suo primo $25.000 a Roma e altri due $10.000 in Sardegna, giusto per non perdere il ritmo. Ma il successo più bello l’ha ottenuto quest’anno quando ha raggiunto la finale di un $100.000 a Biarritz, in Francia. In questo percorso di rinascita è stata fondamentale la presenza di Tathiana Garbin, che ha creduto in lei sin da subito. Tathiana conosce bene le dinamiche di questo sport e non a caso è stata nominata capitana di Fed Cup. Una novità che potrebbe coinvolgere anche la Trevisan, magari già dall’anno prossimo.


Il 2016 non è partito nel migliore dei modi. Troppi infortuni non mi hanno permesso di poter giocare con continuità. Nell’ultimo periodo ho ritrovato la continuità che cercavo e, infatti, i risultati sono arrivati. Mi posso considerare felice e soddisfatta.


Non c’è stata nessuna chiave di svolta. Ho sempre cercato di migliorarmi giorno dopo giorno con il solo obiettivo di dare sempre il massimo.


Ricordo di aver giocato contro Kristina Mladenovic, che ancora oggi è una mia grande amica. Con lei erano vere e proprie battaglie, a volte vinceva lei, altre volte vincevo io. Lottavamo molto. Altre due giocatrici che ho incontrato sono state la Babos e la Watson: anche con loro erano battaglie all’ultimo sangue.





Con Tathiana ho un bellissimo rapporto, mi trovo molto bene e sono contentissima di averla conosciuta e di fare un percorso insieme a lei. Stiamo facendo un gran lavoro. Chi meglio di lei sa cosa significa giocare ad alto livello? Ogni suo consiglio per me è oro. Le auguro il meglio per la nuova avventura alla guida della Fed Cup.


Assolutamente: sto lavorando duro ogni giorno per entrare nel gruppo. Negli ultimi anni in Italia siamo stati abituati bene, ci sono state e tuttora ci sono grandi giocatrici. Con un po’ di pazienza i risultati arriveranno. Non è vero che non c’è ricambio generazionale, ci sono tante ragazze che possono colmare il vuoto di cui tanto si parla.


Mi manca la continuità di giocare a quel livello, mi auguro di riuscire ad averla presto.


Il mio primo obiettivo è quello di migliorarmi giorno dopo giorno, di riuscire ad aggiungere sempre qualche tassello in più. Non ragiono in termini di risultati, quelli arriveranno da sé.





LA SCHEDA ITF DI MARTINA TREVISAN
TATHIANA GARBIN NUOVA CAPITANA DI FED CUP