Il World Tennis Challenge di Adelaide (8-10 gennaio) ospiterà un match tra Navratilova e Hingis. “Non penso di batterla” dice la più anziana, sempre più attiva nella battaglia per i diritti dei gay.
Martina Navratilova con la compagna Julia Lemigova e le sue due figlie
Di Riccardo Bisti – 26 novembre 2012
Adelaide ha perso il suo torneo ATP. I diritti sono finiti a Brisbane, dove hanno messo in piedi un combined in un impianto tutto nuovo. Ad Adelaide resta un’esibizione denominata World Tennis Challenge, a cui partecipano una serie di vecchie glorie. Fino ad oggi hanno giocato soltanto gli uomini, ma all’evento in programma dall’8 al 10 gennaio parteciperanno anche Martina Hingis e Martina Navratilova in uno scontro generazionale dai mille significati. Il nome di battesimo della Hingis non è un caso: mamma Melanie l’ha chiamata così in onore alla campionessa ceca, nella speranza che potesse diventarne l’erede. Non è andata proprio così, ma la Hingis è ugualmente salita al numero 1 e ha vinto cinque titoli del Grande Slam ì. Hingis e Navratilova si aggiungeranno a un campo di partecipazione con Pat Cash, Mats Wilander, Yannick Noah ed Henri Leconte. La presenza della Navratilova ad Adelaide, tuttavia, avrà una doppia valenza. Martina si batterà per un argomento che le sta molto a cuore: la legalizzazione dei matrimoni tra omosessuali. “Sono sempre coinvolta in questi dibattito. Quando si decideranno a fare questo passo? Se ne è parlato anche durante lo scorso Australian Open. Non so cosa stiano aspettando. E’ solo una questione di tempo”. Il format dell’evento non è ancora stabilito. Ma è certo che la 56enne Navratilova giocherà contro la Hingis, farà coppia con lei in doppio e si dedicherà anche a un doppio misto. C’è grande attesa per il match di singolare contro la Hingis, 24 anni più giovane. Sarà in grado di batterla?
“In singolare assolutamente no – fa la modesta – Ha 20 anni meno di me, non penso proprio. La scorsa estate ho giocato un po’ contro di lei in singolare, ma soprattutto in doppio in in misto. Sarà comunque bello affrontarla. Parole che pesano, soprattutto se a pronunciarle è una delle più forti di sempre, vincitrice di 18 titoli del Grande Slam. Tra i più felici di questa opportunità c’è Mark Woodforde, co-direttore del torneo nonchè capitano del team australiano in Davis Cup junior. “Abbiamo discusso per un anno sull’eventualità di portare anche le donne. Non vogliamo che il prodotto diventi logoro, vogliamo sempre fare un passo in avanti”. Woodforde ha detto che le protagoniste sono uscite da una rosa di grandi campionesse del passato, tra cui Graf, Evert, Seles e Davenport. La Navratilova non è mai stata in dubbio, anche per l’entusiasmo e l’interesse creato da John McEnroe nelle passate edizioni. La presenza di Martina era una priorità assoluta. “E nel 2014 ci piacerebbe portare ad Adelaide quattro giocatrici”. Il Governo della zona sostiene l’evento, con il Ministro del Turismo Gail Gago attivo in prima persona. “So che migliaia di fans sono già pronti ad accogliere le due Martina”.
Da qualche anno, la Navratilova risiede a Parigi con la compagna Julia Lemigova, russa, ex regina di bellezza. La Lemigova ha due figli, immediatamente adottati da Martina, il cui outing risale al 1981. Martina ha un rapporto speciale con Adelaide: è la prima città dell’Australia dove ha messo piede. “Era il 1974, arrivai direttamente dalla Cecoslovacchia. In realtà credevo di giocare a Brisbane, perchè la federazione ceca mi aveva detto così. Ricordo che atterrai a Sydney e chiamai il coach Vic Edwards per avvisargli che stavo per andare a Brisbane. Lui cadde dalle nuvole e mi spiegò che il torneo era ad Adelaide. Non sapevo neanche dove si trovasse. Allora cambiai il biglietto in fretta e furia e mi trovai in questa città dopo 40 ore di viaggio. Erano le cinque del pomeriggio e ho dormito fino alle 10 del mattino successivo”. Era un torneo giovanile, Martina non ricorda come andò. Di sicuro fu il primo atto di una bel rapporto con l’Australia: a Melbourne ha vinto tre titoli di singolare, otto in doppio…e ha chiuso vincendo un misto a 46 anni, impresa quasi leggendaria. Per chiudere il cerchio, non le restava che tornare nella città dove è cominciato tutto.
Post correlati
Essere vulnerabili, e ammetterlo, è una grande risorsa
Vulnerabili lo siamo tutti, anche e soprattutto i tennisti, in un’epoca in cui la pressione per il risultato è...