Battesimo di fuoco per Martina Trevisan in Fed Cup: impiega quasi 3 ore per battere un'indomita Ya-Hsuah Lee. La qualità si è vista solo a sprazzi, ma l'azzurra è stata brava a non mollare dopo un inizio da incubo e a superare un problema fisico nelle fasi finali. In una lotta di sopravvivenza, la Lee è stata la prima a cedere. (Foto di Ray Giubilo)

Se non ci saranno imprevisti, il weekend di Barletta sarà ricordato come quello di Martina Trevisan. Non è nata una stella, le indicazioni tecniche sono pressoché nulle, però in Fed Cup conta vincere. E Martina, mettendoci tutto il cuore possibile, in una partita irrazionale, ha portato a casa il punto dell'1-0 contro Taipei. Ci sono volute quasi tre ore per venire a capo di Ya-Hsuan Lee, con il punteggio di 2-6 6-3 12-10. Già, perché la Fed Cup non si è uniformata alla Coppa Davis e non esiste tie-break nel set decisivo. Per vedere grande tennis bisognava guardare altrove, ma si sapeva: in campo c'erano due ragazze non comprese tra le top-200 WTA. Inoltre le condizioni di gioco erano piuttosto complicate, con un vento che spirava deciso, rendendo ancora più complicato il compito alle giocatrici. La terra rossa del CT Barletta è diventata piuttosto veloce, dando una mano alla Lee, reduce da una buona finale al torneo ITF di Nanning, sul cemento. Questo fattore, unito all'ovvia tensione della Trevisan, le ha permesso di aggiudicarsi con agio il primo set. Dopo quattro break nei primi quattro game, la taipeana ha azzeccato un parziale di cinque giochi consecutivi che hanno fatto scorrere un brivido sulla schiena dei circa 500 spettatori. La Trevisan faceva una fatica maledetta a tenere il servizio: perdeva i primi sette turni di battuta, poi finalmente teneva un fondamentale game sul 3-3 del secondo, peraltro dopo aver rimontato da 0-40. La qualità del match saliva: bastava ridurre il numero degli errori la partita cambiava, magicamente. Martina scioglieva il braccio, trovava il giusto feeling con il dritto e si aggiudicava il secondo set, anche perché – all'improvviso – la Lee perdeva il rovescio. Gliene scappavano via tre, quattro, cinque in un paio di game, e il match sembrava poter prendere la direzione azzurra.

LA MIGLIORE TREVISAN A DUE PUNTI DAL BARATRO
​Invece si trasformava in una battaglia furibonda, senza più logica tattica. Entrambe le giocatrici (soprattutto la Lee…) si affidavano ai loro colpi migliori, alternando buone cose a errori notevoli. La taiwanese spingeva col rovescio incrociato, ma per sua sfortuna andava a incocciare con il dritto della Trevisan. Il rovescio lungolinea le dava più soddisfazioni, ma è un colpo che non fa parte del suo arsenale. Da parte sua, Martina palleggiava nella speranza di trovare il momento giusto per picchiare con il dritto. Prendeva un break (3-2 e servizio), ma veniva riacchiappata. Il momento clou arrivava sul 5-4 Taipei, 15-30, con la Trevisan al servizio. A due punti dal baratro, la toscana mostrava una grande personalità: si prendeva il 30-30 a rete, poi infilava due dritti fulminanti che le davano la parità. A quel punto, non era più tennis ma una gara di resistenza. Due giocatrici giovani, senza nessuna abitudine a questo tipo di partite, hanno dato quello che avevano. Poco, onestamente. La Trevisan andava per tre volte a servire per il match (sul 6-5, 8-7 e 10-9) ma non riusciva a scrollarsi di dosso una Lee generosa, che sembrava sempre sul punto di crollare, invece teneva duro. Sul 10-9, Martina chiedeva il trattamento del professor Parra per un problema muscolare, ma il rendimento sul campo non ne risentiva. E così, nella lotta per la sopravvivenza, la prima a crollare era la Ya-Hsuah Lee. Dopo l'ultimo errore taiwanese, la Trevisan ha potuto esultare, commuoversi, abbracciare Tathiana Garbin e gioire insieme a tutto il team. Adesso toccherà a Sara Errani sbrigare la pratica Taipei: dovesse fare il suo dovere, Martina potrà godersi l'attimo di gloria e riprendere a lavorare duro: Obiettivo: fare sì che questo match sia un punto di partenza e non di arrivo. Perché, al netto della simpatia (e dell'empatia) che si può provare per questa ragazza, oggi non sarebbe competitiva per giocare nel World Group, e comunque contro buona parte delle top-100. Con l'esperienza arriveranno le soddisfazioni, dice Tathiana Garbin. Vero, ma ci vuole anche la qualità. Oggi Martina l'ha mostrata solo a sprazzi. Ma ciò che contava era vincere.

FED CUP – PLAY OFF WORLD GROUP II
ITALIA – TAIPEI 1-0

Martina Trevisan (ITA) b. Ya-Hsuah Lee (TPE) 2-6 6-3 12-10