La Bartoli paga gli atteggiamenti del passato con la freddezza del pubblico parigino. Ma adesso prova a farsi amare. Contro la Govortsova ha vinto di cuore, annullando due matchpoint. 
Olga Govortsova e Marion Bartoli hanno offerto le emozioni più intense nella terza giornata del Roland Garros

Di Riccardo Bisti – 29 maggio 2013

 
Chissà se Marion Bartoli è contenta che al Roland Garros non ci sia ancora il tetto. “Dovevo giocare alle 11, sono scesa in campo alle 14 e ho finito alle 18” ha detto dopo la faticosa vittoria contro Olga Govortsova, bielorussa come Victoria Azarenka ma molto meno forte. In una giornata anonima, soffocata dalla pioggia e dall’assenza di sorprese (l’unica testa di serie a cadere è stato Alexandr Dolgopolov, battuto in tre set da Dmitry Tursunov. E' caduto anche Florian Mayer, ma per ritiro), la storia del giorno arriva dalla folle Marion, ragazza intelligente, interessante, ma non esattamente un mostro di simpatia. Il pubblico francese non ha avuto problemi a fischiarla e tifare per la sua avversaria. Le fanno pagare quell’atteggiamento un po’ così, chiuso in se stesso e troppo dipendente dal padre. E poi si sa, la Francia è la patria di Nicolas Chauvin, l’uomo che rimase ferito per 17 volte e mostrò fedeltà assoluta al suo paese. Per loro, il senso della Patria è altissimo. E allora mal sopportano chi non ha giocato in Fed Cup per anni a causa di uno stupido capriccio. Già, perchè Marion era disposta a difendere il tricolore soltanto se lo staff di Fed Cup avesse accettato papà Walter nel team, un ex medico che ha mollato tutto per starle dietro. Nessuno l’ha accontentata, Nicolas Escudè aveva addirittura alzato un muro. Adesso è arrivata Amelie Mauresmo, stimatissima da Marion, che ha ammorbidito le parti e trovato un accordo soddisfacente. Risultato? La Bartoli ha giocato il delicato play-off contro il Kazakistan e ha evitato alla Francia un’umiliante retrocessione in Serie C. Ma non è bastato a farla amare dai francesi, tanto che il Campo Chatrier aveva un clima irreale. La pioggia ha raffreddato il clima e i cuori del pubblico, che proprio non riuscivano a sostenerla.
 
Ne è venuta fuori una partita nervosa ed emozionante, durata tre ore e dodici minuti con tanto di stop per pioggia sul 2-1 nel secondo. Si sono visti tanti errori gratuiti e pochi colpi vincenti. La Bartoli fatica a togliersi di dosso le incertezze di inizio stagione. Per la prima volta, ha provato a guardare il mondo senza passare dagli occhi del padre. “Il punto più basso è stato in Messico, a Monterrey. Quando sono tornata a casa lui ha capito che avevo bisogno d’aiuto”. Ma Walter non è mica convinto di andare avanti. “Tra me e Marion si è persa l’alchimia, non so cosa succederà in futuro”. Come a dire che la figlia farà bene a cercarsi un nuovo coach. Marion vanta una semifinale a Parigi, colta due anni fa, quando subì una lezione di tattica da una grande Schiavone. Sarà dura ripetersi. Sul 5-3 al terzo, ha dovuto cancellare due matchpoint. “Ho cercato di viverli come se non fossero tali. Volevo solo tirare un colpo vincente, senza pensare al punteggio”. Le è andata bene, anche se l’ultimo game è stato un dramma, con cinque matchpoint e un’interminabile altalena durata 14 minuti. Alla fine ce l’ha fatta: “Il mio clan mi ha inviato vibrazioni positive che mi sono state molto utili”. Al secondo duro avrà la colombiana Mariana Duque Marino, poi al terzo una tra Flipkens e Schiavone.
 
In questi giorni, la Bartoli ha fatto parlare di sè perchè ha assunto come sparring partner Thomas Drouet, lo stesso che ha denunciato il padre di Bernard Tomic per una presunta aggressione al torneo di Madrd. “Con Thomas le cose vanno molto bene – dice Marion – è in grado di portare stabilità emotiva e darmi quella forza che mi garantisce più continuità nel lavoro quotidiano. Un occhio esterno può vedere al di là di quello che percepiamo io e mio padre. E comunque siamo entrambi molto aperti ai consigli”. Drouet è noto per il papocchio con i Tomic, ma in passato ha lavorato con Justine Henin. “Mi ha detto che l’intensità dei miei allenamenti è piuttosto vicina a quella che metteva Justine. Se poi dò un’occhiata al palmares della belga, questo mi rassicura. Sinceramente mi piacerebbe averlo al mio fianco il più possibile. Thomas non è semplicemente uno sparring, ma è a tutti gli effetti un elemento del nostro team. Condividiamo le vittorie e le sconfitte. E’ davvero coinvolto nel progetto”. Marion sta giocando con il cuore, con la maturità. E spera di convertire il freddo dei francesi in un tifo sempre più appassionato. Chissà se ce la farà.
 
Il Day 3 del Roland Garros non ha offerto spunti clamorosi. Novak Djokovic ha evitato la sospensione per pioggia, battendo 7-6 6-4 7-5 il giovane David Goffin, autore di una buonissima partita (soprattutto sul piano della balistica), ma mai capace di impensierirlo sul serio. Passano i vecchi leoni Haas, Davydenko e Verdasco, metre il giovane Vesely ha fatto una buona figura ma ha ceduto in quattro set a Kohlschreiber. Ritiri per Bernard Tomic e Florian Mayer. Nel tabellone femminile, la Francia ride grazie a Mladenovic e Cornet, mentre la Jankovic ha rimontato da 0-5 nel secondo set per superare la Hantuchova con il punteggio di 6-4 7-6. Diversi match sono stati rinviati a mercoledì, tra cui Azarenka-Vesnina e Giorgi-Peng.