Finale da fiaba per la settimana romana della Martinez Sanchez. Miss pallacorta rifila un 7-6 7-5 alla Jankovic ed entra nella Top 20…

dalla nostra inviata a Roma Roberta Lamagni – foto Ray Giubilo

 

A ritroso Jankovic, Ivanovic, Safarova, Wozniacki e Schiavone… tutte messe in fila, disorientate e stordite dai drop shot e serve and volley di quella finissima artigiana di racchetta di nome Maria Jose Martinez Sanchez.

Chiedetele quale tra queste avversarie sia stata la più ostica e lei vi risponderà… Alla Kudryavtseva. La russa contro cui, al primo turno di questo torneo, stava per essere estromessa dai giochi. Un set e 4 a 1 lo score in suo sfavore, su quel campo numero 6, così intimo e raccolto, così distante per “ospitalità” di pubblico dai numeri del nuovo centrale.

 

Non pare tuttavia averle creato alcun disagio la gran folla accorsa oggi, nel giorno della finale, per acclamare la propria beniamina. Jelena Jankovic è nome conosciuto, qui a Roma, due volte trionfatrice nel 2007 e 2008. Comprensibile che i 7337 spettatori paganti avessero un’altra idea di tifo in mente. Probabilmente a inizio match. Perché con lo scorrere dei game scandito da palle “svenute” poco oltre la rete, giocate affettate, ma con delicatezza, anche da fondocampo e da entrambi i lati, come più non si usa, e deliziose volée messe a segno con semplicità infantile, con questi oscuri sortilegi come poteva il pubblico intero, o quantomeno gran parte, non rimanerne stregato?

 

Un piacere per il nostro sport godere di questa finale, contesa tra due giocatrici in strepitoso stato di forma, sebbene alla loro “maniera”. La Jankovic di Roma 2010, mattatrice di entrambe le sorelle Williams, è una macchina minacciosa programmata alla vittoria. Non da meno la Martinez Sanchez, che sin dall’incontro con la nostra Francesca Schiavone sembrava aver “svoltato” in un non ben definito stato di grazia. Fastidiosa lo è sempre stata, con questo suo gioco pepato, ma mai così costante e incisiva anche nella tenuta dal fondo.

 

La partita trasmessa questo pomeriggio dalle reti in chiaro di Mediaset non ha deluso le aspettative di quanti avevano già ammirato, nei giorni scorsi, bellezza e fascino fatte a tenniste nelle personalità di Jelena e Maria Jose.

Un primo parziale chiuso dalla spagnola al tie-break, dopo una prima opportunità sprecata sul 5 a 3. Un balletto durato 83 minuti, disturbato nel finale dalla pioggia, leggera e sottile, quasi rispettosa del momento. Il secondo, non meno emozionante, terminato per 7 giochi a 5, con una Jankovic stremata, addirittura imbarazzata, nel ritrovarsi a terra in più di un’occasione per le trappole corte della spagnola.

 

Nella città che considera come sua seconda casa, davanti ai volti commossi di papà, mamma, zia, coach e compagna di doppio, con cui disputerà a breve la seconda finale di giornata, Martinez Sanchez conquista Roma, pubblico e torneo. Primo titolo di stagione, terzo in carriera dopo Bogota e Bastad 2009, con il quale si assicura l’ingresso nelle Top 20, per la prima volta in carriera.

 

Nel post-partita, l’amarezza della sconfitta non nega alla Jankovic di regalarsi un sorriso. A chi le domanda se ha mai giocato con un’avversaria così forte a rete risponde… in doppio! Dulko e Pennetta sono avvertite.

 


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