Fino a dieci giorni fa era un promettente ventenne che faceva ben sperare, ma che tutto sommato era un po’ oscurato dagli altri italiani più giovani, quelli classe 1995 e 1996. Dopo il successo a San Marino, uno dei Challenger più prestigiosi e ben frequentati della stagione, Marco Cecchinato si è invece preso di prepotenza il ruolo che gli spetta: è numero 186 al mondo (con un best ranking di 180), il nono in Italia e soprattutto il più giovane tra i primi 19 azzurri. Come a dire che il movimento tennistico tricolore deve puntare anche su di lui, almeno quanto punta sugli altri teenager nati a inizio anni Novanta. Una carriera in fase di decollo, quella del siciliano nato il 30 settembre del 1992, che sta prendendo la strada giusta grazie al lavoro svolto a Bordighera con Cristian Brandi, nell’ambito del ‘Team Piatti’. “È sempre stato un ragazzo molto determinato – racconta il suo coach – e questa è la caratteristica che spicca. Ma è anche dotato di un buon bagaglio tecnico, con servizio e diritto di qualità. L’obiettivo è continuare a lavorare su tutto quello che serve, puntando a fare progressi in particolare sulle superfici veloci”.
La vittoria di San Marino, ottenuta in finale sul livornese Filippo Volandri, ha una doppia valenza. Da una parte ha consentito a Cecchinato di conquistare il primo titolo nella categoria Challenger, dopo tre nel circuito Futures. Dall’altra lo ha proiettato di colpo a un gradino superiore del mondo della racchetta, quello degli Slam. Sì perché, per la prima volta, il siciliano avrà la possibilità di provare a centrare il tabellone principale di un Major, grazie alle qualificazioni dell’Australian Open. Da qui a gennaio c’è tempo, ma non bisogna dare nulla per scontato. “Perché – come dice Brandi – l’unico modo per migliorare anche sul cemento è provare a giocarci il più possibile”. La terra, invece, Marco la conosce bene. Trova i tempi giusti e servizio e diritto fanno già molto male a chiunque, come ha dimostrato nella settimana sammarinese, durante la quale anche le disattenzioni sono state limitate al minimo. “Mentalmente – spiega lui – sono migliorato parecchio, sono meno nervoso e questo mi aiuta a concentrare le energie unicamente sul tennis. Lavorando ancora su questo aspetto posso fare un bel salto di qualità”. Quello che in molti gli pronosticano fin d’ora, come il presidente del Bordighera Lawn Tennis Club, Maurizio Massaccesi. “Marco – dice – ha sempre avuto qualità importanti, ma adesso sta trovando la chiave per emergere, grazie soprattutto al lavoro con un ottimo tecnico come Brandi. Fuori dal campo è un ragazzo simpatico ed estroverso. E molto deciso a raggiungere i suoi obiettivi. Per questo, a volte, gli capita di non accettare gli errori. Ma adesso sta correggendo questo aspetto del suo carattere e potrà continuare a stupire”.
Ufficio Stampa BLTC