Movimenti, piccoli gesti, routine: sono tantissimi i tennisti che sul campo mostrano ticks. Dai calzoncini di Rafa ai rimbalzi di Nole, ecco a voi i più celebri e più strani. 
Prima di servire, Novak Djokovic fa rimbalzare la pallina per moltissime volte

Di Lorenzo Baletti – 3 maggio 2012


Il tennis è uno sport mentale. I giocatori devono tenere sempre alta la concentrazione, senza un attimo di respiro, minuto dopo minuto, in una partita che può durare anche tre o quattro ore. Di conseguenza arrivano nervosismo, preoccupazioni, manifestazioni di tensione. I tennisti sono in assoluto gli sportivi che più di tutti mostrano ticks e manie nella loro gestualità sul campo. Tra le varie routine, comuni a tutti sono quelle della scelta delle palline, o quella dell’asciugamano. Capita spesso infatti che un giocatore chieda quattro o cinque palline prima di servire, e poi le scarti subito senza neanche averle guardate. Si vedono tennisti che si asciugano il sudore ad ogni punto, anche dopo un ace. Ma ci sono anche manie che caratterizzano in particolare un solo tennista. Tra superstizione e maniacalità, vediamo allora le più celebri e le più evidenti.

Le bottigliette e i calzoncini di Nadal
Leader incontrastato dei “tennisti maniacali” è Rafa Nadal. Tutti conoscono le sue manie, a partire dalle bottiglie d’acqua che posiziona con cura ai piedi della propria panchina: etichetta rigorosamente rivolta verso il campo, stessa posizione per entrambe durante tutta la partita, un sorso dell’una e un sorso dell’altra ad ogni cambio campo. John Lloyd una volta disse: “Mi piacerebbe andare li durante un match e prenderle a calci per vedere cosa succede”. Per non parlare della tirata ai calzoncini, oggetto di scherno da parte di Soderling durante un incontro a Wimbledon. E ancora, le calze da aggiustare, o la strofinata al naso prima di servire. Insomma, Nadal è un vero e proprio maniaco dei ticks. Ma a giudicare dai risultati, a qualcosa servono.

Roddick prima del servizio
Visiera del cappellino giù, poi ancora su. Una bella scrollata al polso per sistemare il braccialetto, seguita dalla consueta sistemata alla maglietta (prima una spalla poi l’altra), per chiudere con un una serie di violenti rimbalzi della pallina con la racchetta. Basta questo all’americano per prepararsi al servizio. Quando è tutto pronto, uno sguardo all’avversario e colpisce. E se la battuta non entra, prima del secondo servizio altra toccatina alla visiera del cappello. Roddick fa quasi concorrenza a Nadal, ma di certo tutto questo nervosismo viene ben scaricato dal suo servizio-bomba.

La Sharapova non cammina sulle linee
Non vedrete mai, ma proprio mai, Maria Sharapova camminare sulle linee del campo tra un punto e l’altro. Con il suo andamento da regina altezzosa, alla siberiana non piace calpestare i confini del terreno di gioco. Il motivo è ignoto, ma alla fine l’importante è che non si faccia problemi durante lo scambio.

Isner, Baghdats, e la pallina sotto le gambe
Non capita spesso di trovare un tick comune a due giocatori, ma proprio questo è un caso. Sia Isner che Baghdatis, prima di servire, si passano la pallina sotto le gambe. E pensare che il primo a farlo fu Roger Federer, che però nel tempo ha abbandonato questa abitudine. L’americano e il cipriota invece continuano a farlo: al primo in questo periodo sta certamente portando fortuna, al secondo forse un po’ meno.
 
Troppa sabbia sotto le scarpe di Lendl
Altro top player vittima delle manie. Tra le più celebri, la sua continua necessità di doversi colpire le scarpe con la racchetta per togliere la sabbia dalle suole. Certo, sulla terra rossa ha più di un senso, ed è anzi necessario. Ma quando lo si vedeva prendersi a racchettate le scarpe sull’erba o sul cemento, era quasi ridicolo. Chiaramente un tick, una routine per sfogare nervosismo e tensione.

Kuznetsova a 360 gradi
Non capita spessissimo, ma abbastanza di frequente da considerarla una routine. La russa ex campionessa di Parigi e New York si prepara alla risposta al servizio in modo curioso: effettua un giro su se stessa di 360 gradi. Secondo lei è utile, ma speriamo si fermi a un giro solo.

Se Murray sbaglia il servizio
Succede solo quando lo scozzese gioca male, in particolare se sbaglia la prima battuta. Tra un servizio e l’altro, Murray si sistema la fascetta del polso sinistro, in particolare tirandola un poco su. Un piccolo tick in realtà, anche se lo scozzese ha un’altra mania: quella di aprire la bocca quasi a sbadiglio tra un punto e l’altro. In effetti, sarebbe ora che si svegliasse. Speriamo che il maniaco Lendl gli dia una mano (o una racchettata). 

I rimbalzi di Nole Djokovic
All’inizio era un’agonia. Djokovic al servizio, e partono i palleggi con la pallina. Secondi interminabili, soprattutto prima della seconda. Rimbalzi frequenti con la mano sinistra, piegato sul campo, sguardo a terra. Il tempo concesso tra un servizio e l’altro era sempre sforato, con la pallina che spesso compiva anche più di 20 rimbalzi prima di essere lanciata in aria. Ora in effetti questa routine si è un po’ smarrita, ma nei punti chiave a volte ritorna. Gli serve per recuperare la concentrazione, e a giudicare dagli ultimi anni che continui pure a farlo.

L’ancheggiare di Zina Garrison
Celebre per aver sconfitto Seles e Graf prima di raggiungere la finale a Wimbledon, di lei si ricorda anche (o forse soprattutto) la preparazione alla risposta al servizio: un ancheggiare vistoso, quasi una danza, con il sedere a destra e sinistra. Le serviva forse per tenersi pronta a scattare in avanti, visto che come lei altre giocatrici hanno poi acquisito questo metodo (ad esempio Bartoli).

Il servizio di McEnroe
Non potevamo lasciar fuori il mitico John da questa speciale classifica. Il suo servizio, oltre che efficace, era anche il risultato di una serie di ticks: giratosi di lato, si accarezzava la testa prima con una mano, poi con l’altra. In seguito, dopo essersi inarcato con la schiena, ecco tre movimenti della racchetta, su e giù. Una preparazione macchinosa, ma dal risultato eccellente.

E questi sono solo alcuni, i più famosi, tra i tennisti e le tenniste che mostrano manie e ticks durante le partite. L’elenco potrebbe essere più lungo, se non infinito. Chi dimentica infatti Kiefer, che prima di rispondere al servizio toccava con la punta della racchetta l’incrocio delle righe? Per non parlare di Hewitt, altro tennista iper maniacale: al cambio campo, sistemata ai capelli dietro le orecchie, poi toccata al cappellino, infine sguardo alla racchetta con dita tra le corde. E una volta alzato, asciugamano sulla spalla e ancora occhi sulle corde. O ancora il meno famoso Gicquel, che si asciuga la mano sulle corde della racchetta. Insomma, ci fermiamo qui, altrimenti sembra che il tennis sia uno sport di pazzi…